Voglio
condividere le mie impressioni sulla recente visita a San Pietroburgo,
dove sono stato invitato a parlare a una conferenza intitolata “Mai
sprecare una buona crisi”. Il titolo è una versione del vecchio
proverbio cinese: “Una crisi presenta anche opportunità”. Questo è ciò
che appare oggi nella Federazione Russa e s’irradia dall’ampia distesa
dell’Eurasia ad Asia, Africa, Medio Oriente e America Latina.
In
mancanza di un termine migliore, chiamerò ciò che avviene Ordine del
Nuovo Mondo, per differenziarlo dal Nuovo Ordine Mondiale dominato dagli
Stati Uniti di George HW Bush, proclamato dopo la dissoluzione
dell’Unione Sovietica, in un discorso dell’11 settembre 1990 al
Congresso degli Stati Uniti, dove disse
“Oltre questi tempi difficili, il nostro… obiettivo, un Nuovo Ordine Mondiale, può emergere…”
Oggi è chiaro che il Nuovo Ordine Mondiale di Bush era destinato a
sfruttare senza scrupoli il disordine successivo alla fine dell’Unione
Sovietica forgiando un mondo unipolare in cui un piccolo gruppo avrebbe
dettato al mondo intero le sue condizioni. Il suo perseguimento è stato
l’unico obiettivo della politica estera degli Stati Uniti e delle loro
guerre e campagne terroristiche sotto tre presidenti degli Stati Uniti,
nell’ultimo quarto di secolo dalla fine dell’Unione Sovietica.
Ciò
motiva la guerra civile istigata dagli USA in Ucraina, Siria, contro la
Cina nel Mar Cinese orientale, e il sostegno occulto degli USA al SIIL.
Si avanzano le sanzioni economiche statunitensi contro la Russia, a cui
Washington ha costretto l’UE ad appoggiare, con grande danno per la sua
economia. Ciò che ho visto non solo a San Pietroburgo, ma anche in altre
recenti visite in Russia, è qualcosa che posso solo definire
straordinario. Piuttosto che farsi terrorizzare da interminabili
attacchi e sanzioni economiche e finanziarie lanciate contro di essa, la
Russia e la sua dirigenza sono sempre più sicure di sé e, soprattutto,
più autosufficienti e positivamente aggressive come mai prima. Alcuni
esempi l’illustrano.
Leader negli alimenti biologici
I leader russi di oggi hanno capito che ciò che sotto il corrotto Eltsin era considerato una passività, l’agricoltura, è uno dei beni più grandi della Russia. Ho avuto occasione, nel contesto di questa edizione del San Petersburg International Economic Forum, di parlarne con il Viceministro dell’Agricoltura che mi ha detto che il governo ha preso la decisione strategica di usare le sanzioni “contro le sanzioni”, cioè vietare le importazioni di prodotti alimentari dall’Unione europea, per realizzare una produzione di alimenti naturali e biologici russi. Il Viceministro Sergej Levin mi ha detto che la Russia già oggi ha vietato ogni nuova commercializzazione di sementi OGM. Le sue osservazioni furono riprese dal Viceprimo ministro russo Arkadij Dvorkovich che annunciava che la Russia non userà organismi geneticamente modificati (OGM). Il ministro dell’Agricoltura russo Nikolaj Fjodorov ha promesso di fare della Russia un Paese senza OGM.
I leader russi di oggi hanno capito che ciò che sotto il corrotto Eltsin era considerato una passività, l’agricoltura, è uno dei beni più grandi della Russia. Ho avuto occasione, nel contesto di questa edizione del San Petersburg International Economic Forum, di parlarne con il Viceministro dell’Agricoltura che mi ha detto che il governo ha preso la decisione strategica di usare le sanzioni “contro le sanzioni”, cioè vietare le importazioni di prodotti alimentari dall’Unione europea, per realizzare una produzione di alimenti naturali e biologici russi. Il Viceministro Sergej Levin mi ha detto che la Russia già oggi ha vietato ogni nuova commercializzazione di sementi OGM. Le sue osservazioni furono riprese dal Viceprimo ministro russo Arkadij Dvorkovich che annunciava che la Russia non userà organismi geneticamente modificati (OGM). Il ministro dell’Agricoltura russo Nikolaj Fjodorov ha promesso di fare della Russia un Paese senza OGM.
In una riunione dei deputati
rappresentanti le zone rurali ha dichiarato sugli OGM che il governo non
“avvelenerà i cittadini”. Hanno capito che il ricco e fertile suolo
russo, quando le esigenze della guerra fredda deviarono la produzione di
sostanze chimiche per la difesa, in gran parte evitò il pesante uso di
prodotti agrochimici che ha gravemente danneggiato i terreni agricoli
degli Stati Uniti e di gran parte dell’Unione europea dal 1945, secondo i
metodi agro-alimentari statunitensi che in modo meraviglioso
aumentarono la resa dei raccolti, ma non la qualità nutrizionale del
cibo prodotto. Qui è dove la Russia ha capito che può divenire un
importante produttore mondiale di prodotti agricoli organici di qualità.
I fertili terreni agricoli russi diventano ancora più strategici per le
forniture alimentari mondiali, mentre le fertili terre nere
dell’Ucraina vengono distrutte da guerra e caos.
La Russia come catalizzatore dell’energia
Ciò che era evidente nei miei colloqui e osservazioni a San Pietroburgo
è la tremenda dinamica russa nel mutare l’ordine mondiale esistente. Le
sanzioni spingono la Russia a fare cose molto buone. Gli sforzi di
Washington sono ridicolmente inefficaci cercando di bloccare i capitali
occidentali per le imprese russe, in particolare quelle energetiche, e
la drammatica escalation delle provocazioni della NATO attorno la Russia
hanno spinto a decisioni strategiche autonome o alla cooperazione con
partner commerciali non NATO. La diversità di tali accordi commerciali
strategici emersa a San Pietroburgo è impressionante. Andrew Korybko,
giornalista e analista di Sputnik ha dettagliato alcuni dei più
significativi accordi emersi nel forum russo. Korybko sottolinea che
lungi dall’essere considerato a livello internazionale come uno Stato
paria, “spezzando” le regole del gioco di Washington, la Russia calamita
l’interesse internazionale come mai prima nella storia. Ciò è
dimostrato dalla partecipazione al forum annuale di San Pietroburgo.
Nonostante i grossi stupidi sforzi del dipartimento di Stato USA per
scoraggiare la presenza a San Pietroburgo, quest’anno vi era un numero
record di partecipanti, circa 10000, che in tre giorni di intense
discussioni hanno firmato oltre 200 contratti da 5,4 miliardi dollari
per nuovi accordi commerciali con la Russia, con decine di miliardi di
nuovi accordi negoziati seriamente. L’affluenza è stata del 25% più alta
rispetto all’anno prima, un record per il 19.mo forum nonostante i
ripetuti sforzi di Washington e Bruxelles di demonizzare la Russia e
Putin. Si invia un segnale chiaro ai governi della NATO che non
considerano le sanzioni alla Russia un ostacolo all’ulteriore
cooperazione con la Russia per sviluppare le vaste risorse di
idrocarburi, da parte dell’inglese BP e dell’anglo-olandese Royal Dutch Shell, così come della tedesca E.ON, che hanno stipulato importanti nuovi accordi con la Russia a San Pietroburgo.
I colossi energetici Gazprom e Shell hanno firmato un memorandum per la costruzione di una terza linea per l’impianto di gas naturale liquefatto di Sakhalin sulla costa del Pacifico della Russia. Gazprom ha inoltre firmato un memorandum per la costruzione di un gasdotto dalla Russia alla Germania sul Mar Baltico con E.ON, Shell e la società energetica OMV di Vienna. L’accordo del Baltico prevede la costruzione di un nuovo gasdotto verso la Germania a fianco dell’attuale Nord Stream. Il nuovo progetto avrà una capacità di 55 miliardi di metri cubi l’anno, il doppio del volume del Nord Stream. Nonostante i rapporti tesi tra Mosca e Bruxelles, l’Europa avrà bisogno di più gas nel prossimo futuro e la Russia è l’unico Paese che può soddisfare la domanda ad un prezzo competitivo.
“Considerando il declino dell’estrazione locale di gas in Europa e l’aumento della domanda, le imprese europee devono sviluppare nuove infrastrutture per garantire l’approvvigionamento di gas russo a i consumatori europei“,
ha detto Gazprom in un comunicato. Dopo lo stupido tentativo di Bruxelles di sabotare ulteriori forniture di gas Gazprom-UE,
generando da parte dei governi dell’UE il caos incontrollato in
Ucraina, una quota importante delle forniture via gasdotto all’UE dalla
Russia minaccia di ridursi. In conseguenza alle pressioni dell’UE su
Bulgaria e altri Paesi dell’UE, lo scorso dicembre, nei colloqui con il
presidente turco Erdogan ad Ankara, il presidente russo Vladimir Putin
annunciava, scioccando Bruxelles, che South Stream, un progetto da 45
miliardi di dollari per inviare gas naturale russo via gasdotto
sottomarino nel Mar Nero in Bulgaria e nei mercati dei Balcani e del sud
Europa, era morto. Invece Putin annunciava colloqui con Erdogan per
creare ciò che oggi è chiamato Turkish Stream, un gasdotto che porterà
il gas russo attraverso la Turchia direttamente ai confini della Grecia.
Il percorso successivo ai Paesi dell’UE dipenderà dalle decisioni
dell’UE.
In particolare in tale contesto, durante i colloqui a San
Pietroburgo tra il primo ministro greco Alexis Tsipras e funzionari
russi, tra cui Putin e ministri dell’Energia russo e greco, la Grecia ha
firmato un memorandum per portare il gas russo dal gasdotto Turkish Stream
al membro dell’UE (almeno per ora) Grecia. Grecia e Russia hanno
firmato il memorandum per il progetto che Tsipras ha descritto come “Greek Stream“.
Allo stesso convegno, il presidente della Republika Srpska Milorad
Dodik ha rivelato che “la Serbia senza dubbio parteciperà al Turkish
Stream”. Non erano gli unici accordi energetici raggiunti a San
Pietroburgo. Gazprom e la società francese del gas Engie hanno
discusso la necessità di nuove vie di forniture di gas all’Europa.
E il
gigante petrolifero russo Rosneft ha firmato un accordo con la compagnia
petrolifera e gasifera inglese BP che ha acquistato il 20 per cento
della Taas-Jurjakh Neftegazodobicha nella Siberia orientale,
creando una nuova joint venture energetica anglo-russa. Per coloro che
in occidente affermano, come i neo-con del dipartimento di Stato degli
Stati Uniti, della Casa Bianca di Obama o dell’ufficio del segretario
alla Difesa “Ash” Carter, che Putin pone furtivamente le basi per la
ricostruzione l’Unione Sovietica, che non vi è alcuna base del genere, e
che è chiaro che più l’economia della Russia dipende da cooperazione e
rispetto reciproco con i Paesi UE, più assurde tali accuse appaiono.
L’accordo a sorpresa con i sauditi
Come se scala e diversità di questi nuovi accordi non fossero sufficienti, gli accordi della Russia di Putin con i massimi rappresentanti di Arabia Saudita e dell’India sottolineano il ruolo di avanguardia che la Russia svolge sempre più nel creare un Nuovo Mondo dall’ordine multipolare. Uno degli sviluppi più geopoliticamente affascinanti del forum di San Pietroburgo è stata la comparsa del principe saudita Muhamad bin Salman, ministro della Difesa e figlio del re Salman. Il principe bin Salman e Putin hanno tenuto una conferenza stampa congiunta durante il St. Petersburg International Economic Forum, dove Putin ha annunciato di aver invitato il re saudita Salman a visitare la Russia, e di aver accettato l’invito a visitare l’Arabia Saudita. Inoltre, i due hanno discusso dell’acquisto saudita di tecnologia russa nucleare. Il ministro degli Esteri saudita Adil al-Jubayr ha detto a RT che l’Arabia Saudita ha intenzione di utilizzare l’esperienza della Russia per costruire 16 reattori elettronucleari. Russia e Arabia Saudita firmarono un accordo intergovernativo sulla cooperazione per l’uso pacifico dell’energia nucleare.
Come se scala e diversità di questi nuovi accordi non fossero sufficienti, gli accordi della Russia di Putin con i massimi rappresentanti di Arabia Saudita e dell’India sottolineano il ruolo di avanguardia che la Russia svolge sempre più nel creare un Nuovo Mondo dall’ordine multipolare. Uno degli sviluppi più geopoliticamente affascinanti del forum di San Pietroburgo è stata la comparsa del principe saudita Muhamad bin Salman, ministro della Difesa e figlio del re Salman. Il principe bin Salman e Putin hanno tenuto una conferenza stampa congiunta durante il St. Petersburg International Economic Forum, dove Putin ha annunciato di aver invitato il re saudita Salman a visitare la Russia, e di aver accettato l’invito a visitare l’Arabia Saudita. Inoltre, i due hanno discusso dell’acquisto saudita di tecnologia russa nucleare. Il ministro degli Esteri saudita Adil al-Jubayr ha detto a RT che l’Arabia Saudita ha intenzione di utilizzare l’esperienza della Russia per costruire 16 reattori elettronucleari. Russia e Arabia Saudita firmarono un accordo intergovernativo sulla cooperazione per l’uso pacifico dell’energia nucleare.
Secondo l’agenzia
per l’energia atomica russa Rosatom, per la prima volta nella storia
delle relazioni russo-saudite si crea un quadro giuridico per la
cooperazione bilaterale nel campo dell’energia nucleare, aprendo
prospettive di cooperazione nella costruzione e gestione di reattori,
ciclo del combustibile nucleare, nonché istruzione e formazione. Il
presidente russo Putin e il principe saudita hanno discusso la possibile
cooperazione nel commercio di armi. Hm. Finora l’Arabia Saudita è il
primo cliente degli armamenti di Stati Uniti e Gran Bretagna. Non c’è
dubbio che il 9 maggio, la sfilata a Mosca dei sistemi d’arma russi più
avanzati abbia catturato l’attenzione del principe bin Salman.
Riferendosi ai colloqui tra bin Salman e Putin su possibili acquisti di
sistemi d’arma russi dall’Arabia Saudita, il ministro degli Esteri
al-Jubayr ha dichiarato:
“La questione (di acquistare armi) viene considerata dagli esperti militari dei nostri Paesi. Ma voglio sottolineare che nulla c’impedisce di acquistare sistemi di difesa russi, proprio come nulla impedisce alla Russia di venderli all’Arabia Saudita“.
Possiamo immaginare come questa affermazione abbia
preoccupato Washington e Londra e il quartier generale di Bruxelles
della NATO, su quanto deciso dall’incontro del 1945 tra il presidente
statunitense Roosevelt e il re saudita Ibn Saud per garantire i diritti
esclusivi alle major petrolifere statunitensi nel sviluppare gli enormi
giacimenti di petrolio del regno saudita, facendo di Riad uno Stato
vassallo degli Stati Uniti.
Altri accordi nel contesto dell’ultimo Forum economico internazionale di San Pietroburgo sono troppo numerosi da dettagliare. Riguardano India, Myanmar e numerosi altri Paesi. In breve, San Pietroburgo ha dimostrato al mondo il fallimento totale della politica degli Stati Uniti nel cercare di isolare e demonizzare la Russia di Vladimir Putin. Perseguendo la strategia di pacifici accordi economici e commerciali con gli alleati della Shanghai Cooperation Organization, soprattutto con la Cina, di accordi con i Paesi BRICS come India, Brasile, Sudafrica e Cina e nell’ambito dell’Unione economica eurasiatica, la Russia emerge quale avanguardia dell’Ordine del Nuovo Mondo, in cui il rispetto di confini nazionali e sovranità nazionale è ancora la pietra angolare. Parafrasando il testo del grande cantante country statunitense Carl Perkins, la Russia dice a Washington,
“Puoi abbattermi, calpestarmi, calunniarmi dappertutto. Ttutto ciò che vuoi, ma uh uh, bello, lascia in pace il mio diritto sovrano ad esistere e prosperare in pace con i miei vicini“.
Il Nuovo Ordine Mondiale di
Bush si sgretola sotto i nostri occhi mentre la Russia dà vita
all’Ordine del Nuovo Mondo. E’ affascinante e molto bello da vedere.
F. William Engdahl New Eastern Outlook 25/06/2015
F. William Engdahl
è consulente di rischio strategico e docente, laureato in politica alla
Princeton University, è autore di best-seller su petrolio e
geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/06/25/sanzioni-e-nascita-della-nuova-russia/
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