martedì 23 giugno 2015

L’isolamento progredisce: grande accordo tra Arabia Saudita e Russia

Russia's President Putin meets with Saudi Arabia's Prince Mohammed bin Salman 
Tutto ciò non farà che aggiungersi alla dinamica assai rapida e virtuosa del caos trasformato in iperdisordine mondiale, anche quando si tratta di un evento che dovremmo ritenere strutturato. Assieme al vertice economico di San Pietroburgo (Davos orientale) accolto dai sogghigni di Washington, dagli scherni del Financial Times e da una relazione distorta di Bloomberg, Putin ha incontrato una forte delegazione dell’Arabia Saudita composta dalle più potenti figure, oltre al nuovo re, del regno. 

Estremamente importanti accordi sono stati siglati, anche per stabilizzare il mercato del petrolio e Putin ha ricevuto un sontuoso invito ufficiale a recarsi a Riyadh (naturalmente, anche Putin ha invitato il re a recarsi a Mosca). 

Un’alleanza petrolifera tra Arabia Saudita e Russia per stabilizzare il mercato mondiale del petrolio? Sembra improbabile, in particolare con tutte le voci su Stati Uniti ed Arabia Saudita che segretamente accettavano di far collassare l’economia della Russia deprimendo il prezzo del petrolio nel 2014, per non parlare di come i due Paesi abbiano posizioni diametralmente opposte su questioni come Siria, Iran e Yemen…“, scrive Russia Insider il 20 giugno 2015.
Quindi aumenta l’isolamento della Russia… Putin non va al G7 e il re dell’Arabia Saudita non va alla conferenza degli Stati del Golfo convocata un paio di settimane prima da Obama a Camp David; ma Putin andrà a Riyadh e il re andrà a Mosca. Tutto ciò avviene senza che la Russia abbia cambiato di un copeco la sua politica siriana, mentre il blocco BAO, Francia in testa con “maestria”, continua ad invocare la morte di Assad per potersi fare il bagnetto nelle splendide acque del Golfo. A ciascuno la sua strategia, e ad ognuno la dignità che gli si addice, con i risultati meritati. …

Rimaniamo ben consapevoli, ed è molto oggi, di dover attendere sviluppi in questo straordinario nuovo capitolo delle relazioni internazionali. Già si sussurra che l’Arabia Saudita veda con interesse la forte espansione dei rifornimenti in armamenti russi, ampliando la constatazione del grande successo dell’attuale politica-sistema del blocco BAO per isolare Mosca e mantenere l’esclusività sui rapporti strategici con l’Arabia Saudita. Attendiamo con interesse di scoprire con quale valuta si svolgerà il commercio russo-saudita, iniziando con un piede così nuovo, e se l’Arabia Saudita un giorno sarà interessata a un posto tra i BRICS o all’adesione alla SCO…

Dal testo di Russian Insider
“…Il caso in questione… l’incontro dello scorso giovedì a San Pietroburgo, dove il Presidente Putin ha ricevuto il principe ereditario saudita e ministro della Difesa Muhamad bin Salman (figlio dell’attuale re Salman), insieme al ministro degli Esteri Adil al-Jubayr e all’onnipotente ministro del Petrolio Ali al-Naymi. Le due parti hanno firmato sei nuovi accordi di cooperazione che includono le sfere nucleare e militare. (…) 
Nella delegazione saudita, il potere effettivo era, naturalmente, del decantato ministro del Petrolio Ali al-Naymi, che appariva abbastanza fiducioso sull’aumento del prezzo del petrolio nel prossimo futuro. Naymi avrebbe detto: “Sono ottimista sul futuro del mercato nei prossimi mesi, riguardo a un miglioramento continuo e all’aumento della domanda globale di petrolio, così come sul basso livello delle scorte commerciali”. Questo, ha detto il ministro, “dovrebbe migliorare il livello dei prezzi”. Naymi ha continuato a lodare il rafforzamento della cooperazione bilaterale fra Riyad e Mosca affermando che, “Questo, a sua volta, porterà alla creazione di un alleanza petrolifera tra i due Paesi a beneficio del mercato internazionale così come dei Paesi produttori, stabilizzando e migliorando il mercato”. (…) 
Ma l’Arabia Saudita ha una nuova leadership e non è lo stesso Paese di un anno fa. La delegazione inviata a Russia era di altissimo profilo, e il fatto che la dichiarazione sia stata fatta direttamente da Naymi, al contrario di alcuni fin troppo comuni ‘alti funzionari’ o ‘fonti anonime’, la dice lunga. Naymi, il formidabile 80enne che presiede l’oro nero arabo, è una leggenda vivente del Regno (iniziò la carriera nella Saudi Aramco all’età di 11 anni) ed esercita più potere dopo il re. Le sue dichiarazioni sulla politica energetica saudita non sono pensieri o opinioni. Piuttosto, sono fatti e politica, dichiarazioni che non ci sarebbero mai senza l’approvazione esplicita e l’autorità del re. In parole povere, Naymi ha appena dichiarato una nuova direzione nella politica estera saudita. 
Questo è solo l’inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni saudite-russe. Durante l’incontro con il Presidente Putin, il principe Muhamad ha pubblicamente annunciato che suo padre aveva ufficialmente invitato il presidente russo nel regno, affermando: “Ho l’onore di trasmettere l’invito a visitare il Regno dell’Arabia Saudita, considerando la Russia come uno degli Stati più importanti del mondo contemporaneo, le cui nostre relazioni hanno radici profonde. Il signor Putin ha accettato l’invito del re a visitare il Paese del Golfo e a sua volta ha annunciato di aver invitato il re a Mosca, che il principe ereditario ha confermato esser stato accettato. Questi incontri, se e quando avverranno, saranno da seguire molto da vicino“.

 Dedefensa 21/06/2015

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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