Estratti dal Tantra Kunje Gyalpo
Buddhismo Dzogchen – “Advaita” tibetano
Buddhismo Dzogchen – “Advaita” tibetano
Il
modo di vedere della grande completezza su cui non occorre meditare è
la qualità della coscienza creatrice di tutto. A causa di questa grande
qualità della coscienza illuminata non è necessaria l'ascesi tramite lo
sforzo della realizzazione. Poiché essa non ha cause e condizioni non
occorre ricercarla.
Lo stato della meta non deve essere ottenuto da qualcun altro. La vera
natura della realtà è sè stessi, perciò non è necessario praticare la
meditazione. Siccome i fenomeni sono non nati, non c'è antidoto per
farli cessare. Non si presti attenzione a qualcos'altro. Non si ricerchi
il luogo della meditazione. Chi medita su di me non mi incontrerà
proprio a causa della meditazione.
Poiché la realtà che si manifesta sono io, non sorge sofferenza e non è
necessario rifiutare nulla. Essendo spontaneo, non nasco né muoioi,
perciò non è necessario far cessare le funzioni sensoriali e mentali,
affinchè si interrompa la catena di cause che incomincia con
l'ignoranza. (XLV)
Non
ci sono vie graduali per accedere a me: siccome il sentire spontaneo è
completo in un attimo, lo si raggiunge rimanendo nel proprio stato
naturale, senza percorrere una via. (LXIV)
Ora
spiego la dottrina definitiva sulla Realtà Assoluta. Essa non è
qualcosa che il sovrano del sapere possa conoscere e spiegare. Non è
qualcosa su cui ci si possa fissare; non è un oggetto
dell'immaginazione. Non è concettualizzabile; è per natura al di là dei
giudizi. Non la si può meditare con la concentrazione; è svincolata
dalla mente. Il desiderio è assente, perciò non è un frutto da
cogliere.
Chi dimora nella realtà così com'è, senza giudicare, arriva all'illuminazione senza aver percorso una via. Egli scopre il sentire spontaneo senza aver esercitato la consapevolezza. Le sue azioni di potere sono compiute naturalmente senza ricercarle. Egli è per natura puro senza dover osservare regole.
Nella realtà così com'è gli oggetti e i sensi sono chiari, i Buddha e gli esseri ordinari non sono percepiti come differenti; si sente che tutto è uno nella realtà così com'è. Non c'è unità né pluralità nella realtà così com'è. Riguardo alla matrice che non è mai nata, come si può esprimere un'opinione ? (XXXIII)
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