Il nostro destino? «E’ molto semplice da capire», secondo Marco Della Luna, perché «la struttura socio-economica del mondo contemporaneo è caratterizzata da una classe bancaria globale che esercita il potere di creare dal nulla, e a costo zero, quantità virtualmente illimitate di simboli dotati di potere
d’acquisto (mezzi monetari) e di strumenti finanziari convertibili in
tali simboli, mediante il reciproco accreditamento contabile dei
medesimi in un gioco di sponda tra banche, su scala mondiale». Per giunta, la “classe finanziaria” esercita anche il potere
e privilegio di creare, mediante erogazione dei prestiti a interesse,
tutti i mezzi monetari di cui abbisogna il resto della società,
divenendo così sua creditrice strutturale. «Per finire, questa classe
privilegiata dispone anche delle agenzie che fanno il rating dei
debitori nonché di un buon controllo manipolatorio su tutti i mercati».
Con queste premesse, non c’è scampo: «La politica
è finita, i partiti si riducano a missionari antisociali della classe
finanziaria e la partecipazione popolare alle decisioni rilevanti
diviene impossibile, il principio di eguaglianza rimane un ricordo,
mentre reddito e ricchezza sono oggetto di una redistribuzione inversa,
cioè concentrante».
Per schematizzare al massimo, scrive Della Luna nel suo blog, «immaginatevi che io abbia il potere
esclusivo di creare moneta, stampando pezzi di carta, che metto in
circolazione prestandoli a interesse, e che la mia moneta sia accettata e
domandata da tutti, e in quantità crescenti, per pagare (a me) gli interessi:
gradualmente ma automaticamente divento creditore del resto della
società per tutta la sua ricchezza reale, senza contribuire minimamente
alla produzione di ricchezza reale». Ovvero: «Non creo nulla per gli
altri, ma gli altri mi saranno debitori di tutto il valore che creano».
Questa caratteristica della società globale «dovrebbe essere la premessa
ad ogni discorso etico, politico e costituzionale», invece è sempre
sottaciuta.
Quindi, ogni altro discorso risulta monco, irrealistico.
Continuiamo a non “vedere” il ruolo decisivo di «una classe che ha la
prerogativa di creare soldi dai soldi, producendoli dal nulla come
simboli dotati di potere d’acquisto o comunque di potere di scambio sui mercati (cioè del potere di comperare il frutto del lavoro del resto della società), mentre il resto della società, l’economia reale, non lo può fare, e lavora per pagare gli interessi sui debiti».
Una super-casta come l’élitre finanziara, dunque, «accresce il proprio potere d’acquisto sottraendolo al resto del mondo e all’economia
reale: quindi tendenzialmente compra tutto, diventa padrona di tutto,
creditrice universale, sovrano politico, legislatore e governante
globale incontrastato e senza opposizione, dotata com’è di un grande potere di ricatto e di divide et impera». E proprio questo è ciò che avviene nel mondo,
aggiunge Della Luna, anche grazie al fatto che la popolazione, «nella
sua illimitata ignavia collettiva», sostanzialmente sta al gioco, che
non capisce, «perché pensa i simboli finanziari e monetari come valori
reali, e li compra, investe in essi, li accetta come garanzia, gioisce
quando le quotazioni salgono e patisce quando scendono».
Così facendo,
«assicura la domanda, quindi l’apparenza di realtà, di questi titoli
stessi, e la legittima – legittima il potere
di chi li genera e smercia. Così l’uomo comune si fa veramente artefice
del proprio destino, fabbro delle proprie catene», visto che non ha il
coraggio di rifiutare «la legittimità di ogni ordinamento giuridico
internazionale e nazionale che quel meccanismo ha creato», sistema
«anti-umano, quindi “eo ipso” criminale». E allora «il destino del mondo è suggellato, finché il sistema non si rompa da sé, assieme ai suoi sigilli di legalità».
fonte: http://www.libreidee.org/2015/06/fabbricano-debito-e-diventano-padroni-di-tutto-grazie-a-noi/
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