Lo
stato di coscienza egoico, basato sulla separazione, implica uno sforzo
continuo, fatica, sofferenza.
Non c'è niente di più faticoso e
complicato di ciò che è illusorio e innaturale. Lo stesso vale per le
pratiche che questo stato di coscienza ha concepito per trascendere se
stesso e ritrovare quella che si ritiene un'Unità perduta.
Ma la nostra vera natura non è uno stato di coscienza che può essere
afferrato o perduto. E' piuttosto un Non-Stato, in quanto è la
piattaforma consapevole su cui tutti gli stati di coscienza, contratti o
espansi che siano, si articolano, si susseguono, vanno e vengono…
Il
nostro Non-Stato naturale è dunque imperdibile in quanto sempre
presente, senza sforzo, deliziosamente spontaneo ed ordinario. Non c'è
pratica per raggiungerlo in quanto è sempre raggiunto.
Tutto ciò che ci
separa da esso è la credenza che sia uno stato di coscienza che debba
essere sviluppato e mantenuto in qualche modo da qualcuno attraverso un
qualche metodo.
Per questo il dissolvimento del cercatore di questo
non-stato corrisponde alla realizzazione, presa di coscienza del
non-stato stesso, così come la realizzazione della pace interiore
corrisponde al dissolvimento di qualcuno che vuole essere in pace.
E'
tutto tremendamente semplice ma appare molto difficile, se non del tutto
incomprensibile al sognatore.
fonte: https://nonduale.wordpress.com/2011/06/04/il-non-stato/
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