I
recenti approfondimenti nell’ambito della fisica rivoluzionano la
posizione dell’essere umano nel contesto cosmico. Alcuni fisici e
biologi molecolari stanno cominciando ad integrare nello studio della
coscienza la visione innovativa che proviene dalle teorie che tendono
alla unificazione delle forze fondamentali di natura.
Desidero riportare
l’attenzione attraverso questo articolo su un fenomeno che è stato
oggetto di studio scientifici, ma che penso non abbia avuto la meritata
risonanza nei diversi contesti culturali e sociopolitici. Il fenomeno
degli effetti di campo della coscienza è un fenomeno fisico-quantistico
nella dimensione della collettività e la sua adeguata osservazione ed
applicazione è in linea con quel rinnovamento culturale e scientifico
che si sta verificando in questi decenni, con importanti ricadute nel
nostro quotidiano.
I recenti approfondimenti nell’ambito
della fisica ed in particolar modo della meccanica quantistica
continuano a rivoluzionare la nostra visione e la posizione dell’essere
umano nel contesto cosmico, sebbene assistiamo ancora al perdurare in
alcuni ambiti di una visione meccanicistica. Mentre la teoria della
relatività di Einstein ha dimostrato che la materia è una forma di
energia, la meccanica quantistica che indagava le dimensioni subatomiche
ha messo in evidenza che a quel livello l’energia presenta una natura
ondulatoria. Finché la nostra osservazione si limita ad una dimensione
biomolecolare o molecolare la materia sembra avere una certa densità, ma
quando l’osservazione giunge al livello subatomico le cosiddette
particelle subatomiche non sono altro che oscillazioni di campi di
energetici che veicolano informazione.
Ancora oggi nella ricerca scientifica
per quanto riguarda le funzioni complesse della coscienza e della mente
si privilegia una visione localizzatoria; anche negli studi di
neuroimaging si tende ad adottare una tale struttura, anche se i
ricercatori incominciano a comprendere che nei processi complessi vi è
una attivazione complessiva del sistema nervoso centrale (e d’altra
parte non potrebbe essere altrimenti). Ci chiediamo quindi in una
visione avanzata se non sia il caso che lo studio scientifico della
mente e della coscienza non debba essere esteso e coinvolgere le
dimensioni della fisica fondamentale integrandole alle classiche visioni
meccanicistiche.
Una visione innovativa
Alcuni fisici e biologi molecolari
stanno cominciando ad integrare nello studio della coscienza la visione
innovativa che proviene dalle teorie che tendono alla unificazione delle
forze fondamentali di natura, sino alla ricerca della dimostrazione di
un campo unificato, da cui originano quelle leggi di natura che
organizzano la vita nel cosmo ed anche i processi biofisici della nostra
mente.
La nostra coscienza emerge ed è
espressione di questo campo fondamentale in natura: la struttura del
cervello e della mente è in grado di amplificare e trasfigurare gli
impulsi primordiali che provengono da questa fonte; e questi ultimi
influenzano morfogeneticamente l’espressione morfologica e
temperamentale dell’individuo. In questa accezione la coscienza
individuale è espressione di questo livello fondamentale della fisica
che è autoreferente, intendendo per autoreferenza la capacità di
autorelazionare le perturbazioni che avvengono al proprio interno,
determinando un fenomeno primordiale di coscienza.
La struttura del cervello umano nella
sua natura biologica ha anche una dimensione biofisica, consente la
realizzazione di questo processo nei termini di autoreferenza che
partecipa al processo della consapevolezza. Quindi la coscienza non è
conseguente alla particolare struttura biologica del cervello quale
esito di un processo evolutivo, non è secondaria, ma è espressione di
una “complessità” che scaturisce dal progressivo diversificarsi dei
diversi livelli delle leggi di natura; e questo processo è armonizzato
da una coscienza primordiale.
Alcuni biologi molecolari hanno
evidenziato che il DNA nella sua struttura biofisica si comporta come un
superconduttore, cioè non disperde energia ed è in grado di veicolare
informazione. L’informazione veicolata nel campo diviene tanto più
“influente” quanto più è coerente come fenomeno oscillatorio. Ad esempio
la luce che è costituita da una funzione d’onda di tipo
elettromagnetico non coerente tende a disperdersi differentemente da un
raggio di luce laser, le cui oscillazioni sono coerenti e manifesta
proprietà quantistiche dei campi elettromagnetici oscillanti.
Quando
utilizziamo delle tecniche che sono in grado di generare coerenza delle
onde cerebrali assistiamo ad una serie di processi mentali che hanno
peculiari caratteristiche, che non vengono espresse in condizioni di
normalità, ossia quando il cervello presenta fenomeni di
desincronizzazione come nel normale stato di veglia.
La MT e la coerenza delle onde cerebrali
Esistono delle tecniche che consentono di realizzare un alto livello di coerenza nelle onde del nostro sistema nervoso centrale e queste tecniche sono state ampiamente studiate nei loro effetti sui diversi parametri della fisiologia, ma ne sono stati anche studiati gli “effetti di campo” sulla coscienza collettiva di una popolazione.
Attraverso le tecniche di meditazione
trascendentale (MT) ed MT-siddhi, la mente può accedere a dei livelli di
minima eccitazione realizzando un alto livello di coerenza delle onde
cerebrali, sia interemisferica che fra i lobi anteriori medi e
posteriori del cervello. Quando si realizza un alto livello di coerenza
cerebrale le onde cerebrali, che sono delle macrofunzioni d’onda
quantistiche, consentono la realizzazione di quel fenomeno chiamato “effetto di campo della coscienza”,
cioè una propagazione della coerenza nell’ambiente circostante.
Ciò che
accade è una sorta di fenomeno di risonanza della coerenza, le onde
altamente coerenti “influiscono” e rendono coerenti le onde cerebrali di
altre persone, determinando un funzionamento più coerente di alcuni
processi mentali. La realizzazione di questo livello di coerenza
cerebrale determina la riduzione degli effetti dei campi magnetici in
cui noi siamo immersi e la propagazione della coerenza cerebrale;
quest’ultima tende ad armonizzare e rendere coerenti le onde cerebrali
della coscienza collettiva determinando degli effetti positivi sui quei
parametri che indicano la qualità della vita all’interno di una
collettività.
E’ sufficiente che un numero di
individui pari alla radice quadrata dell’1% della popolazione pratichi
la meditazione trascendentale e la MT-siddhi per potere assistere agli
effetti di campo sulla coscienza di quella popolazione. Sostanzialmente
il fenomeno è correlato alla propagazione di una forte onda di coerenza
collettiva, costituita dalla somma di fase delle singole componenti
individuali del gruppo che pratica la tecnica.
Le influenze sulla
qualità della vita di un gruppo che si sono osservate sono letteralmente
sorprendenti; sono stati effettuati negli anni ‘80 ben 15 studi sugli
effetti di campo della coscienza e sono stati osservati miglioramenti
nella collettività per quanto riguarda la riduzione del numero dei reati
(omicidi-suicidi), la riduzione del numero degli incidenti stradali, la
riduzione dei tassi di ricovero ospedaliero, la riduzione di mortalità
prenatale ed infantile, la riduzione del consumo di alcool e di
sigarette e miglioramento di alcuni parametri di natura economica.
Bruno Renzi
karmanews.it
http://www.altrogiornale.org/effetti-di-campo-della-coscienza/
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