Dietro a ogni occhio che riceve i messaggi che gli occhi ricevono c'è
quell'Uno che vive come e attraverso ogni forma. Ciò che in generale si
crede è che ci sia un individuo, un qualcuno o un qualcosa dietro i
sensi di ciò che sembrano essere molte forme separate. E' questa
credenza che crea il senso di separazione che è la causa di sofferenza
nell'esperienza umana. Questa credenza che non è altro che un
preconcetto è creata e si mantiene perchè non si cerca ciò che si
ritiene sia separato.
Quando la parola ME o IO sono usate si presume
che la parola si riferisca al corpo o a qualcosa dentro il corpo e
siccome questo non è il caso l'illusione di molti separati me è creata.
Colui
che presume che la parola me o io si riferisca ad un oggetto interiore
soggettivo che sta dentro la forma è in sè senza forma.
Attraverso
l'accettazione di se come se fosse una figura oggettiva esso cessa di
essere capace di riconoscere se stesso come una non-cosa non oggettiva,
nella malcomprensione che esso sia un qualcosa. E' la disidentificazione
con se stessi come un essere un qualcosa, quando la nostra verità che è
uno è un nulla, che porta sofferenza che fa sorgere la sofferenza.
Questa è l'illusione che la tradizione indiana ha chiamato Maya.
La
sorgente di ciò che sembrano tanti oggetti separati è questo Nulla. E'
questo Nulla che fa esperienza di sè in quanto esperienza dell'Universo.
Fino a che questa identificazione con la forma che appare, che non è
altro che la propria azione che si manifesta, continua così anche
prosegue l'illusione di essere separati in mezzo ad altri esseri
separati ed è questo senso di alterità che crea paura che poi non
permette il vedere l'Uno, il fatto che tutto è Uno, che tutto è
essenzionalmente Amore e che uno è identico a questo.
L'unico che fa
esperienza della vita nella forma umana o in ogni altra forma, per quel
che importa, è la Sorgente stessa. Tu ed io siamo questa sorgente, siamo
lo stesso Uno. Non riconoscendo questo fatto, quest'uno come apparenti
me e te permette l'illusione della separazione. Ciò che fa esperienza di
sè nella tua forma è lìUno che fa anche esperienza di se in tutte le
altre forme.
Da nessuna parte in tutto ciò che appare c'è in realtà
separazione se non come una idea, che porta alla credenza che sia così.
Quando uno riconosce l'Uno, di essere Nulla, allora questa realizzazione
dell'Uno appare spontaneamente. Questo Nulla, essendo precedente al
qualcosa che crea il senso del tempo e spazio, è immediatamente
riconosciuto come il sempre presente Eterno stesso e l'unico che in
realtà esiste.
Questo Uno che noi tutti siamo e che tutto è in se
stesso immobile, immoto e silenzioso, eppure paradossalmente crea ogni
azione che esiste come esperienza oggettiva del mondo e dell'Universo.
Da questo luogo di immobilità che non è localizzabile in tempo e spazio,
questo Uno è testimone al suo proprio spettacolo, lo spettacolo di un
uomo solo sulla scena. Letteralmente parlando, tutto ciò di cui tu fai
esperienza come te e come tuo mondo è una manifestazione del tuo proprio
Essere perchè tu sei la Sorgente.
In quanto Nulla tu fai sorgere il
Qualcosa che appare come esistenza manifesta che è una attività
dell'immobilità del tuo essere.
Bodhi Avasa
fonte: http://avasashakti.blogspot.it/2007/12/immobile-consapevolezza.html
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