lunedì 8 febbraio 2016

Ddl Cirinnà, come stravolgere la famiglia e la società

© Fotolia/ Photocreo Bednarek

Se la famiglia è la base della società, con il ddl Cirinnà sembra proprio si voglia stravolgere tutto. Il controverso articolo sulla “stepchild adoption” è al centro dell’attenzione e spacca sia i politici sia l’opinione pubblica.

Una cosa è certa, per come la si pensi in merito: il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili non è per niente chiaro. Per i contrari al ddl, l'articolo sull'adozione del figliastro del partner gay aprirebbe la strada alle adozioni e ai matrimoni omosessuali. Darebbe inoltre la possibilità di ottenere i bambini sfruttando anche procedure come il cosiddetto "utero in affitto", illegali in Italia, ma fattibili in tanti altri Paesi. I sostenitori invece parlano di diritti che non si possono più negare alle coppie dello stesso sesso. Ma avere un bambino è forse un diritto? E avere un bambino anche se è biologicamente impossibile, nel caso di una coppia gay, è un diritto?

Forse il problema sta a monte, nello stesso concetto di famiglia e matrimonio. Se non si fa chiarezza in principio, non si va più avanti. In un momento di grande crisi economica, quando la disoccupazione giovanile è alle stelle, fondare una famiglia è praticamente impossibile. Lo Stato farebbe meglio a lavorare in questa direzione, sostenendo e favorendo le famiglie, sennò di figli non ce ne saranno proprio più. In attesa delle votazioni parlamentari, Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Filippo Savarese, portavoce di "Manif pour tous Italia".

— Perché siete contrari al ddl Cirinnà, quali sono i rischi che si possono correre con questa legge?
— Il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili è un progetto ideologico per cambiare la società, precisamente per cambiarla equiparando le coppie dello stesso sesso alla famiglia, anche così come è riconosciuta dalla costituzione italiana, cioè una famiglia che si fonda sull'unione tra un uomo e una donna, perché solo un uomo e una donna possono generare la vita.
Questo ferisce un impianto molto delicato della costituzione italiana e dell'ordinamento giuridico italiano e apre come noto non solo alle adozioni, ma anche alla possibilità per le coppie dello stesso sesso di vedersi riconosciuti rapporti di genitorialità e filiazione avuti con strumenti che in Italia sono illegali, ma che all'estero si possono sfruttare, come l'utero in affitto o la fecondazione eterologa. Il rischio che vediamo in questa legge è quello di sovvertire completamente la tutela della famiglia in Italia e il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma.
— Si parla tanto "dell'adozione del figliastro" (la stepchild adoption) del partner in una coppia omosessuale. Voi credete che questo possa aprire la strada alla pratica dell' "utero in affitto"?
— Esatto. La stepchild adoption è fatta apposta per tutelare e in qualche modo riconoscere chi va all'estero a sfruttare l'utero in affitto. Questo è stato già espressamente affermato dalla stessa senatrice Cirinnà che ha firmato la legge. Questo è chiarito anche dal fatto che uno dei principali sostenitori di questa legge, il senatore Lo Giudice del partito Democratico vive in una coppia omosessuale ed è andato all'estero con il suo compagno per avere dei figli con un utero in affitto.
Tutti sanno che i bambini che vivono in queste coppie già sono tutelati dalla legge come tutti i bambini italiani e anche quando dovesse morire il genitore biologico, il compagno o la compagna potrebbero già oggi adottare il bambino. La verità è che si vogliono legittimare moralmente queste pratiche di filiazione.
— La distinzione tra coppie omosessuali e l'istituto della famiglia dovrebbe essere molto netta. Le coppie dello stesso sesso andrebbero comunque regolamentate in qualche modo secondo te?
— Bisogna riconoscere i diritti della persona che convive con un'altra persona o con altre persone. Se noi riconosciamo i diritti dell'unione in quanto tale, a quel punto dobbiamo riconoscere gli stessi diritti a qualsiasi altro tipo di unione o convivenza tra le persone. La famiglia ha un riconoscimento particolare perché può generare figli e tutelare i figli con un padre e una madre. Le altre unioni non possono essere riconosciute in quanto tali, perché guarda caso subito si usano le leggi del matrimonio per tutelarle. A quel punto inoltre dovremmo iniziare a riconoscere anche le convivenze per esempio tra più di due persone. Questo porta l'intero ordinamento giuridico ad un paradosso e crea dei danni enormi, perché se tre persone dovessero iniziare a convivere con dei figli che cosa faremmo? Facciamo adottare i bambini a tre o quattro persone?
Le leggi già esistono per tutelare i minori. In Italia i minori sono tutelati a prescindere dalla situazione dei loro genitori. Qui si tratta semplicemente di voler riconoscere queste pratiche sfruttate all'estero. Altre questioni di leggi e uguaglianza secondo noi sono soltanto dell'ipocrisia.
— Quanto è importante oggi salvaguardare i valori della famiglia visto questo contesto?
— È fondamentale, perché la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo dice che la famiglia è la cellula elementare della società e ha il diritto di essere protetta dalla società e dallo Stato. Noi dobbiamo capire che la società sta bene quando la famiglia sta bene. Se non è così, allora si tratta di un conto alla rovescia al giorno in cui sarà abolito il matrimonio. La famiglia è importante perché è l'unico organismo naturale che protegge i nuovi uomini e le nuove donne. La famiglia è la prima cellula di protezione dei bambini che nascono nei confronti dei soprusi dello Stato o della società. Guarda caso, quando la famiglia viene ferita, i nuovi bambini che nascono sono in balia dei desideri, dei poteri, fra cui anche quello economico. Pensiamo alle sperimentazioni scientifiche che si vorranno fare sugli embrioni sopravissuti alle tecniche di fecondazione artificiale. Questo avviene quando si distrugge la famiglia.
— Secondo te lo Stato investe abbastanza nella famiglia?
— Lo Stato investe pochissimo sulla famiglia, anzi praticamente niente sia dal punto di vista economico, sia fiscale. Questa è una vergogna, perché non nascono più figli e quando non nascono più bambini, l'intera economia di una società viene distrutta, come infatti sta accadendo. È scandaloso che, nonostante la costituzione dica che lo Stato deve garantire la formazione di nuove famiglie, si pensi oggi di distruggere le famiglie anche con simili leggi.
— La settimana prossima partono le votazioni sul ddl Cirinnà. Non sappiamo come andrà il voto in parlamento, ma gli italiani che cosa ne pensano secondo te? Quali sono le vostre aspettative?
— Noi crediamo che gli italiani siano assolutamente contrari, perché hanno capito che le unioni civili sono un matrimonio gay e che includono le adozioni gay. Anche per questo motivo siamo scesi in piazza a rappresentare le loro opinioni. Non so come andrà il voto in Parlamento, spero che i parlamentari capiranno la volontà del popolo e ritireranno il ddl Cirinnà.

Tatiana Santi
 
 

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