“La stragrande maggioranza di noi ha accettato ormai come normale il fatto di vivere in una società dominata dal capitale, e non ha niente da contestare se qualche singolo individuo arriva a possedere beni e ricchezze superiori a quelli di cui possano disporre decine o centinaia di milioni di suoi simili. (Proprio di ieri la notizia che i 62 uomini più ricchi del mondo possiedono averi pari a quelli a disposizione dei 3.600.000.000 più poveri. La Francia di Maria Antonietta prima della Rivoluzione al confronto era un Paese socialista!)
Non mi soffermerò troppo su altri termini che abbiamo, volenti o nolenti, accettato come caratterizzanti la società in cui viviamo: da Individualismo e Consumismo fino a Usa e Getta e Shopping, né su altri termini che abbiamo finito per accantonare e relegare in un cantuccio: Stato Sociale, Diritti dei Lavoratori, Ruolo dello Stato nell’Economia, Uguaglianza, Solidarietà, Coscienza di Classe.
Forse, se ci fossimo opposti per tempo all’accettazione passiva del primo gruppo, e avessimo combattuto per salvare il secondo, la qualità della nostra vita sarebbe oggi un po’ migliore, come lo era quella della generazione che ci ha preceduto, che certe distinzioni le conosceva ancora.
Invece prosegue da decenni lo smantellamento dello Stato a favore di tutto ciò che sia privato. E nessuno sembra più in grado di obiettare che lo Stato, nel bene e nel male, rappresenta e comprende tutti noi, mentre il privato rappresenta solo sè stesso e i propri interessi.
Ci viene chiesto di accettare una progressiva Cessione di Sovranità, ma tale cessione non avviene da parte dello Stato Nazionale a favore di uno Stato Europeo che lo sostituisca nelle sue funzioni e che rappresenti tutti i cittadini d’Europa, bensì nei confronti o di una potenza straniera che da 70 anni occupa militarmente i territori europei, o nei confronti di istituzioni (Banche Centrali, Fondi Monetari Internazionali, Banche Mondiali) che questa stessa potenza e le lobbies di privati che la controllano hanno contribuito a creare.
Completiamo finalmente questa analisi con il termine che più di tutti ci ricollega alla “schiavitù” di cui sopra: il Debito.
Ogni persona onesta (e sono la maggioranza, nonostante tutto) se si trovi ad avere un debito si sentirà in dovere di fare tutto il possibile per saldarlo. Ed ecco che da alcuni anni i media ci ricordano con insistenza assai sospetta che siamo tutti in debito.
In pochi hanno compreso che si tratta di una delle più grandi truffe della storia umana.
Il debito attraverso il quale veniamo messi quotidianamente in soggezione infatti altro non è che la Moneta stessa.
Questo è il vero capolavoro della neolingua! Avere una stessa, unica, quantità numerica ed esprimerla con due termini differenti e dai significati opposti: moneta nella sua accezione positiva e debito in quella negativa.
(Alcuni tra coloro che hanno capito l’inganno hanno coniato il termine Moneta-Debito. Ma attenzione, in questo caso non si tratta di un vocabolo della nostra neolingua, e sui media tradizionali non ne troverete traccia. Il termine è in uso solo presso i soliti incorreggibili complottisti.)
In definitiva, avendo l’Europa delegato l’emissione di moneta ad una Banca Centrale posseduta da privati, questa stampa le banconote e ce le da in prestito. E noi ogni anno paghiamo miliardi di interessi a chi ci presta … i nostri soldi.
Il debito quindi è tecnicamente impossibile da estinguere, almeno fino a quando non riuscissimo a sostituire la moneta-debito con una Moneta Sovrana (altra espressione di cui è sconsigliato l’uso, altrimenti troppa gente inizierebbe a chiedersi perché la nostra moneta non sia sovrana), come era la Lira fino al momento della separazione tra Banca d’Italia e Tesoro.
Henry Ford ebbe ad affermare:
“Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione.””
Da Breve Dizionario in Neolingua. Quanto la società dell’Occidente assomiglia a quella descritta nelle opere di Orwell? di Cesare Corda.
https://byebyeunclesam.wordpress.com/2016/01/25/forme-della-schiavitu/
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