Secondo alcuni la firma del TTIP porterà grandi benefici: la crescita del PIL totale europeo e del reddito pro capite, l'espansione del mercato del lavoro, facilitazioni negli investimenti nel mercato nord-americano.
E'
una grande illusione quella secondo cui gli USA risolveranno tutti i
problemi dell'Europa. E' meglio non farsi illusioni sul Trattato di
Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti e non credere
alla retorica dei potenti:
Al momento attuale è impossibile valutare completamente l'impatto potenziale del TTIP senza conoscerne tutte le component. Oggi possiamo solamente fare delle ipotesi e delle conclusioni basate su stime di ricavi e perdite. In ogni caso il TTIP non è definibile come un accordo "mutualmente benefico" e vantaggioso per entrambe le parti. Anche ammettendo che l'accordo sia favorevole per tutta la UE a livello politico, questo non significa che porterà identici vantaggi a ciascuno stato membro separatamente. Anche i benefici generali di natura economica non garantiscono che non ci sia nessuno sconfitto.
Prendiamo un paese come il Portogallo. Anche se da più parti quella portoghese è presentata come un'economia che trarrà dei benefici da questo accordo, il suo impatto sull'industria potrebbe non essere così facile. L'industria calzaturiera una volta che si vedrà aperte le porte del mercato americano potrà crescere, mentre la produzione di pomodori, a causa della concorrenza dei prodotti americani avrà un contraccolpo negativo.
Il
TTIP è un accordo commerciale ed economico, ma gli argomenti a suo
favore riguardano anche la componente geopolitica e dei valori
democratici. Sono realmente validi? Una delle idee più comuni ad esempio
è che il TTIP contribuirà a difendere la dominazione politica ed
economica dell'Occidente (USA e UE) ed i suoi valori democratici nel XXI
secolo nonostante la crescita della Cina e della regione Asia-Pacifico
ed il suo modello di capitalismo autoritario. Una tesi in apparenza
persuasiva, ma che non regge il colpo sotto critiche più serie.
"Il più grande accordo bilaterale di sempre" — David Cameron
"Una Nato Economica" — Hillary Clinton
"Una leva politica per promuovere i valori europei e universali in tutto il Mondo"- Cecilia Malmstrom.
I movimenti "NO-TTIP"
denunciano una realtà completamente diversa: i negoziati per la firma
del TTIP non sono condotti con la dovuta trasparenza e gli effetti
dell'accordo saranno negativi: condizioni vantaggiose per le
multinazionali ai danni dei produttori locali, peggioramento della
qualità dei prodotti, deregulation selvaggia, restrizione delle libertà
su internet, danni all'ambiente.
Al momento attuale è impossibile valutare completamente l'impatto potenziale del TTIP senza conoscerne tutte le component. Oggi possiamo solamente fare delle ipotesi e delle conclusioni basate su stime di ricavi e perdite. In ogni caso il TTIP non è definibile come un accordo "mutualmente benefico" e vantaggioso per entrambe le parti. Anche ammettendo che l'accordo sia favorevole per tutta la UE a livello politico, questo non significa che porterà identici vantaggi a ciascuno stato membro separatamente. Anche i benefici generali di natura economica non garantiscono che non ci sia nessuno sconfitto.
Prendiamo un paese come il Portogallo. Anche se da più parti quella portoghese è presentata come un'economia che trarrà dei benefici da questo accordo, il suo impatto sull'industria potrebbe non essere così facile. L'industria calzaturiera una volta che si vedrà aperte le porte del mercato americano potrà crescere, mentre la produzione di pomodori, a causa della concorrenza dei prodotti americani avrà un contraccolpo negativo.
L'Unione
Europea è solo una parte (subordinata per giunta) della strategia
globale degli USA ed in nessun modo può essere considerata un partner
equivalente, come invece implicherebbe l'utilizzo del termine "l'
Occidente". Proprio questo modus pensandi ha portato Hillary Clinton ad
etichettare il TTIP come una "NATO economica". Né i promotori, né i
critici della NATO dubitano del fatto che questa unione politica e
militare sia uno strumento di dominazione in mano agli USA: l'Europa,
anche per i suoi cronici disaccordi interni e la mancanza di
investimenti nella sua sicurezza, per sua stessa colpa sembra senza una
reale autonomia.
La
tesi in favore della difesa dei valori democratici contro un
capitalismo totalitario (quello cinese) lascia aperti parecchi spunti di
scetticismo. Questo argomento del resto venne usato già negli anni '90
dagli USA per giustificare l'ingresso della Cina nel WTO. Apparentemente
veniva associato ai possibili benefici economici e commerciali, ma non
diede nessun effetto. La Cina oggi, rispetto a prima, non è certamente
una democrazia più liberale. Inoltre le violazioni dei diritti umani
in Cina e la mancanza di valori democratici non hanno impedito alle
maggiori multinazionali europee e americane di entrare nel mercato
cinese. Per quanto sembri incredibile, anche il più avanzato sistema di
censura internet è stato fornito alla Cina proprio dagli USA.
Non ci
vuole molto a capire che la strategia degli USA oggi punta dritto alla
regione Asia-Pacifico, che secondo la prospettiva di Washington sta
mettendo a rischio l'egemonia globale a stelle e strisce. La strategia
prevede il contenimento della Cina, seppur adattato all'attuale contesto
globalizzato. Non bisogna dimenticarsi che gli USA sono poco
interessati all'Europa nei suoi aspetti culturali e sociali. I Latinos e
gli asiatici sono una componente sempre più grande della popolazione
americana e da qui a pochi decenni sono destinati a diventarne la
maggioranza. E' ormai demodè oltre che fuori luogo la visione che pone
l'Atlantico al centro del mondo e dipinge gli USA come un paese
anglo-sassone.
Bene che vada, il TTIP ridurrà l'impatto del riorientamento attuale
degli USA verso la regione Asia-Pacifico e porterà qualche beneficio
economico. Di sicuro non avrà un effetto benefico per tutti, ma solo per
alcune industrie ed aziende, come detto sopra.
Male che vada, l'accordo aggraverà i problemi di globalizzazione esistenti in Europa, che stanno mettendo in ginocchio lo stesso modello sociale del Vecchio Continente. L'errore più grande è pensare che il TTIP risolva i problemi dell'Europa. Non facciamoci illusioni.
Articolo pubblicato dal sito What they Say about USA
Male che vada, l'accordo aggraverà i problemi di globalizzazione esistenti in Europa, che stanno mettendo in ginocchio lo stesso modello sociale del Vecchio Continente. L'errore più grande è pensare che il TTIP risolva i problemi dell'Europa. Non facciamoci illusioni.
Articolo pubblicato dal sito What they Say about USA
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