venerdì 5 febbraio 2016

Palestina, il fallimento morale degli USA

© flickr.com/ Jordan Sitkin

Washington ritiene il riconoscimento europeo un "passo unilaterale". Non c'è nulla di strano in questo e non cambia certo le carte in tavola: Washington è stata e rimane ostile alla Palestina, al suo popolo, alla sua causa. Per questo motivo ogni passo che supporta la Palestina è considerato dagli USA un passo ostile nei confronti di Israele.

Secondo l'Autorità Palestinese c'è una certa tensione in corso con gli USA, che blocca i tentativi dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) di ottenere dall'Unione Europea il riconoscimento dello Stato palestinese.

Questo spiega perchè gli USA blocchino ogni sforzo proteso a riconoscere i diritti politici e sociali ed alla giustizia da parte dei palestinesi. L'attuale amministrazione USA ha utilizzato il suo potere per sopprimere ogni tentativo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU di condanna nei confronti della violenza e dei gesti oppressivi di Israele nei confronti della popolazione palestinese.

Per gli USA è più conveniente che i palestinesi accettino le atrocità israeliane, ma finchè questo non accadrà Washington continuerà a bloccare ogni tentativo internazionale per portare giustizia e cambiamento in Palestina. Israele al suo posto non riconoscerà mai la resistenza palestinese e continuerà a costruire i suoi insediamenti nei territori occupati. Nel frattempo i palestinesi vivono come ostaggi, subendo razzismo e ostilità nella loro terra. Gli Stati Uniti usano tutti i mezzi possibili per controllare il conflitto israelo-palestinese, prendendo ovviamente le parti di Israele.

 Barack Obama e Benjamin Netanyahu
Barack Obama e Benjamin Netanyahu - © AP Photo/ Pablo Martinez Monsivais, File

Washington appare smarrita nel momento in cui Europa e America Latina hanno riconosciuto lo Stato Palestinese. La campagna di boicottaggio contro Israele, il BDS movement, (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) ha ricevuto un grande seguito in tutto il mondo da parte di istituzioni accademiche e religiosi, sindicati e società civile in Europa e negli Stati Uniti. L'ultimo esempio di boicottaggio arriva proprio dagli USA, dove la Chiesa Metodista, una delle confederazioni protestanti più grandi, con oltre 7 milioni di membri attraverso il proprio fondo pensionistico ha messo nella lista nera le cinque banche israeliane maggiori, vietando ogni forma d'investimento, in risposta agli insediamenti costruiti nei territori palestinesi ed agli abusi dei diritti umani perpetrati da Israele. Le banche israeliane finanziano gli insediamenti nei territori occupati. Questo atto della Chiesa Metodista è molto significativo ed ha subito la condanna del governo israeliano.

Washington cerca di fare il lavaggio del cervello agli americani, dicendo che la sicurezza di Israele è la sicurezza degli Stati Uniti. Non solo, la "sicurezza" di Israele viene prima di quella di tutto gli altri paesi arabi nell'agenda della politica estera. L'appoggio a stelle e strisce nei confronti di Israele esprime la politica dei doppi standard americana.Questa attitudine è profondamente radicata nella cultura e nei valori degli Stati Uniti, la cui fondazione stessa è macchiata di razzismo e dove a tutt'oggi la razza bianca detiene la sua superiorità. Partendo dai nativi indiani e arrivando alla schiavitù, il razzismo continua ad essere una malattia della società americana, con un alto indice di recidività. Il concetto del "popolo prescelto" arriva dalla mitologia giudaica, che afferma come sia necessario sradicare i non giudaici per mantenere la Palestina uno stato "puramente giudaico".

Questo è uno degli errori più grossi a livello morale e politico di Washington. I doppi standard della politica estera degli Stati Uniti sono la ragione del disastro e delle ingiustizie che il popolo palestinese è continuamente costretto a subire.


Articolo pubblicato dal sito What they Say about USA

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