mercoledì 15 giugno 2016

Al-Qaeda: Eroi dell’Impero


Il presidente siriano Bashar al Assad potrebbe sembrare un alleato naturale per gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Si trova a capo di un governo laico e guida una nazione laica. Una nazione dove le fazioni politiche estremiste come i Fratelli Musulmani sono dichiarati fuorilegge, ed i gruppi terroristici armati cacciati ed eliminati. C’è stato persino un punto nella storia, prima che il conflitto del 2011 cominciasse entro e lungo i confini della Siria, in cui Washington simulò questa sorta di alleanza con Damasco.

Il London Telegraph in un suo articolo, “John Kerry e Bashar Al-Assad hanno cenato a Damasco” riportava:
Kerry ha visitato Damasco nel Febbraio 2009, in qualità di Capo del Comitato per le Relazioni Estere del Senato.
In una conferenza durante la visita ha dichiarato: ” l’Amministrazione del Presidente Barack Obama considera la Siria un giocatore chiave negli sforzi di Washington per ravvivare l’immobile processo di pace nel Medio Oriente”.
“La Siria è un giocatore chiave nel portare pace e stabilità nella regione.”
Kerry si è incontrato con Assad almeno sei volte, e in una occasione – documentata fotograficamente – hanno cenato con le rispettive mogli al ristorante Naranj, nel centro di Damasco”.
Nonostante gli Stati Uniti considerassero la Siria uno “stato sponsor del terrorismo”, questo era unicamente a causa del suo appoggio ad Hezbollah in Libano, non ad Al Qaeda ed i suoi affiliati, che lo stesso Esercito Americano indicava come nemico comune combattuto in cooperazione durante l’occupazione americana dell’Iraq, quando la Siria fu usata come punto d’accesso nel paese lungo i suoi confini meridionali. Ironicamente, i rapporti dell’Esercito Americano indicano molte delle reti ora considerate “ribelli” come coinvolti nel facilitare il transito di Al Qaeda lungo il territorio siriano dentro l’Iraq, per uccidere americani con i finanziamenti dei sauditi.

Il nemico del mio nemico sono io, me medesimo ed il sottoscritto…

I titoli giornalistici di oggi sono surreali per chiunque si ricordi le conseguenze e l’isteria di Washington al risveglio dell’11 Settembre 2001. Oggi i termini “ribelli” ed “Al Nusra” (Al Qaeda in Siria) sono intercambiabili dalla stampa statunitense ed europea, nel tentativo di oscurare gli ovvi fatti che i veri “ribelli” che gli Stati Uniti ed i suoi alleati europei e del Golfo Persico stanno finanziando, addestrando ed armando in Siria sono praticamente le stesse formazioni terroristiche che i medesimi governi hanno dichiarato di combattere nei passati 15 anni.

Reuters in un recente articolo ha tentato di minare retoricamente l’Iran, la Siria ed Hezbollah del Libano. In una parte menziona le battute d’arresto che Al Qaeda-Al Nustra sta infierendo alle truppe appoggiate dall’Iran in Siria, in un altro parla di come anche Israele stia colpendo le forze siriane, iraniane ed Hezbollah.

Titolato, “Per l’Iran ed Hezbollah, una settimana costosa in Siria“, poi l’articolo prosegue:
I rapporti indicano che sono 80 i miliziani morti tra iraniani, afghani e libanesi nell’attacco guidato dal fronte di Al Qaeda-Al Nusra.
Segue oltre:
Israele non ha perso la possibilità di fare fuori i comandanti di spicco iraniani e di Hezbollah nel corso dell’ultimo anno, ed oltre.
Reuters forse spera che i lettori non capiscano le implicazioni che gli eventi reali che si svolgono sul territorio siriano contro la vuota retorica ripetuta dietro la facciata in Israele, Washington, Riyad, Brussels e Londra. Sicuramente gli Stati Uniti ed i suoi alleati, incluso Israele, stanno combattendo sullo stesso fronte con Al Qaeda in Siria contro i medesimi opponenti. Infatti Al Qaeda non può sostenere le proprie operazioni militari senza un significativo sponsor di stato, sponsor di stato che dando un’occhiata alla mappa dirà a qualcuno che arriva dalla Turchia, Israele, Giordania e implicitamente dall’Arabia Saudita, dal Qatat, dagli stati Uniti e dall’Unione Europea.

Forse Reuters si aspetta che i suoi lettori credano che nonostante gli attacchi dell’11 Settembre 2001 e le molte altre atrocità attribuite ad Al Qaeda negli ultimi 15 anni, questi siano nulla comparati alla minaccia ora ipoteticamente rappresentata dalla Siria, dall’Iran e da Hezbollah in Libano.

La frase “il nemico del mio nemico è mio amico” spesso implica che l’amicizia sia cinicamente strategica e temporanea, con poco più di un comune nemico a tenere insieme l’alleanza. Nel caso di Al Qaeda non è un’alleanza di convenienza. Al Qaeda in sé è un’estensione dell’ambizione geopolitica americana/europea/del Golfo Persico. E’ stato così sin dall’ammissione della creazione di un piano congiunto di Stati Uniti – Arabia Saudita per scacciare i soldati sovietici dall’Afghanistan mediante una guerra per procura.

Non è una coincidenza che Al Qaeda fu creata per combattere guerre su mandato negli anni ’80, e che oggi si trovi in varie forme in Siria, sempre combattendo guerre su procura.

Reuters ed altri servizi d’informazione americani ed europei stanno celebrando quello che chiamano una battuta d’arresto in Siria per Damasco ed i suoi alleati, battuta d’arresto inflitta da Al Qaeda, che nessuno con una coscienza potrebbe considerare motivo per una festa. Questo sfacciato doppio gioco che finge di combattere il terrorismo mentre parallelemente lo sostiene, è servito sinora agli Stati Uniti così come ai suoi alleati. Oggi con la continua espansione dei media alternativi ed indipendenti che sfidano questa scadente narrazione, continuare su questa strada comporterà un costo per la credibilità degli Stati Uniti che non potrà mai essere recuperato.

Con la pressione che continua ad aumentare sulla narrazione occidentale, si può solo sperare che l’impulso ad agire in difesa della Siria tra queste nazioni capaci e possibilitate a fornire risorse, possa superare l’impulso che gli Stati Uniti ed i loro alleati hanno in Patria ed all’estero, per rovesciare questa strategia e distruggere l’insostenibile retorica che sta alla sua base.

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Articolo di Ulson Gunnar pubblicato da New Eastern Outlook il
Traduzione in Italiano a cura di Bruno per SakerItalia.it

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