A luglio 2011 furono rinvenuti nelle fiale dei vaccini Gardasil [per la prevenzione della infezione da HPV], Varivax [per la prevenzione dalla varicella], Pneumovax [per la prevenzione della malattia pneumococcica], Zostavax [per la prevenzione dell’herpes zoster] e MMR II [per la prevenzione di morbillo, parotite e rosolia], pezzi carbonizzati di plastica termoretraibile.
A luglio 2013 furono ritirate più di 27 mila fiale del lotto J001183 di vaccino anti-epatite B Recombivax HB, prodotto nella sede Merck di West Point, a causa dei timori che alcune delle fiale presentavano delle crepe.
L’industria farmaceutica Merck
prosegue a manifestare una serie di difficoltà agli impianti di
produzione, che da anni gli osservatori del CDC hanno attribuito ad
attrezzature obsolete e continui tagli di bilancio.
Qualche giorno fa Merck ha effettuato un richiamo volontario del lotto J007354 di vaccino quadrivalente Gardasil
[per la prevenzione della infezione da HPV], a causa del rischio
potenziale che un numero limitato di flaconcini possano contenere
particelle di vetro, secondo un comunicato diffuso dalla società farmaceutica. Questo lotto è stato distribuito da Merck, tra il 20 agosto 2013 e il 9 ottobre 2013, negli Stati Uniti e a Porto Rico nei Caraibi.
La società ipotizza che solo 10 dei
743.360 flaconi del lotto possono essere stati interessati
dall’incidente. Una valutazione medica condotta da Merck ha
concluso che se un paziente dovesse ricevere uno dei vaccini
contaminati potrebbe manifestare un “rischio remoto” di una
reazione limitata al sito di iniezione.
Tuttavia, considerato che l’imprevedibilità dell’organismo umano non ha nulla a che spartire con le previsioni rassicuranti di Merck, ci auguriamo di non dover annotare ulteriori danni causati da questo vaccino a quelli già ampiamente documentati nelle giovani adolescenti di tutto il mondo.
Ricordiamo che nel corso di ricerche molto più ampie, tra mille difficoltà, il laboratorio Nanodiagnostics di Modena diretto dal Dott. Stefano Montanari è
riuscito ad analizzare 26 vaccini diversi trovandoli tutti e 26
inquinati in maniera che è impossibile non definire preoccupante da
particelle solide, inorganiche, non biodegradabili e non biocompatibili.
Uno di questi 26 era proprio un lotto di vaccino Gardasil distribuito in Italia da Sanofi Pasteur.
Quella roba è capace – e loro l’hanno
dimostrato al di là di ogni dubbio addirittura dirigendo due progetti di
ricerca comunitari – di finire dovunque nell’organismo e d’indurre una
lunga serie di malattie. Finire dovunque significa anche nel sistema
nervoso centrale, nel cervello, e di questo hanno delle “belle”
fotografie scattate al microscopio elettronico. Ora, avere delle
particelle inorganiche nel cervello non è cosa augurabile.
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