Quando
interrogai Victoria Ignis riguardo l’insegnamento di Gurdjieff, lei mi rispose
parafrasando il messaggio di un vecchio sceicco (=saggio) arabo – Daud Yusuf –
che si era espresso in merito al valore di ogni insegnamento in genere:
Le ceneri sono ciò che resta in un
luogo dopo che è arsa una Fiamma, ma quando la Fiamma è spenta, le ceneri sono
solo carbone inerte e servono unicamente a chi utilizza il carbone e non a chi
ricerca il calore e l’energia della Fiamma. Non si può tornare al calore e alla
luce della Fiamma partendo dalle sue ceneri.
Gli
odierni cercatori della Verità di norma s’identificano totalmente con uno
specifico “maestro” o insegnamento, indipendentemente dalla loro collocazione
storica e sociale, e cominciano a seguirli ritenendoli ugualmente validi sia
nel contesto in cui sono nati che in quello attuale. Per cui io quotidianamente
mi ritrovo a parlare a persone che seguono lo Yoga, piuttosto che lo Shivaismo
Tantrico, Nisargadatta Maharaji o la Quarta Via di Gurdjieff.
Sarebbe
utile fare un po’ di chiarezza circa il significato dell’Insegnamento Esoterico
nel suo insieme, invece che, come fa la nostra medicina, specializzarsi
unicamente in una disciplina che studia un solo organo o un solo apparato,
dimenticando la totalità dell’essere umano. Anziché limitarsi a seguire Osho,
Lao Tse o Vadim
Zeland forse sarebbe il caso di capire se esiste un piano più antico che
sovrasta tutti questi personaggi e li colloca con scopi ben precisi all’interno
di epoce specifiche.
È oramai
assodato anche fra gli storici intellettualmente meno fortunati che prima della
nostra attuale civiltà, iniziata circa 3000 anni avanti Cristo, sulla Terra se
ne sia sviluppata una precedente, o addirittura più di una. È infatti
abbastanza palese che determinate conoscenze (per es. “Come costruire una
piramide... for dummies”) ci siano giunte già pronte dalla notte dei tempi ... e
non ci siamo arrivati “per tentativi”, come invece di norma si ipotizza nelle
università, anche se con sempre meno convinzione.
Esiste
infatti una Scuola, una gerarchia di esseri (se umani o meno, è tutto da
vedere) – chiamati Superiori Sconosciuti, gli Antichi Signori, l’Antica Razza,
i Maestri di Shamballa e così via – che costituisce il governo occulto della
Terra. Esseri con conoscenze e poteri straordinari che hanno talvolta istruito,
talvolta sfruttato, talvolta entrambi... l’umanità, dalla quale venivano
idolatrati e temuti alla stregua di divinità. Sono coloro che operano
costantemente per l’equilibrio e l’evoluzione del pianeta in rapporto alle
energie del Sistema Solare e del centro della galassia, Hunab Ku. Loro lavorano su scala cosmica, mentre gli esseri umani
rappresentano il “rivestimento organico” della Terra e in quanto tali svolgono
una funzione naturale totalmente meccanica, come la pelle di un qualunque
animale; funzione per la quale non è indispensabile la presenza di
consapevolezza, che quindi rimane una conquista personale contro-natura, per la
quale cioè l’individuo deve lottare ogni giorno della sua vita, proprio come se
una cellula della nostra epidermide volesse reclamare la sua libertà in quanto
individuo non più appartenente alla folla.
Gli
allievi diretti di questa scuola sono gli unici a cui può essere attribuito
l’appellativo di “maestri” senza suscitare scoppi di ilarità un po’ in tutto
l’Universo: personaggi del livello di Gesù, Buddha, Muhammad, Mosè, Lao Tse e
pochi altri (siete pregati di non scrivermi per chiedere l’elenco completo). Di norma
sono fondatori di religioni o grandi movimenti, raramente partecipano a più di
due edizioni consecutive de L’isola dei famosi!
Poi c’è
l’esercito degli “istruttori dell’umanità” – ognuno dei quali si trova al suo
personale livello evolutivo –, i quali possono essere anche molto differenti
fra loro e che svolgono compiti minori rispetto a “fondare il Cristianesimo” o
incarichi simili, di cui invece si fanno carico di maestri incaricati
direttamente dalla Gerarchia.
Ho
fatto questa premessa per dirvi che Gurdjieff è stato mandato per “incanalare”
un certo insegnamento – che è la manifestazione d’una vibrazione ben precisa –
perché era ciò che serviva a quell’epoca. Era cioè quella porzione dell’Insegnamento
Esoterico che era indispensabile raggiungesse l’occidente in quegli anni
affinché il Grande Piano potesse procedere di un passo.
Non ha
nessun senso aggrapparsi con fanatismo alla tessera di un puzzle e pensare che
contenga il significato di tutta l’Opera.
Per
quanto questo possa non piacerci, il messaggio d’un uomo resta, ma ciò che
quell’uomo era in grado di trasmettere in termini di reale trasformazione
interiore... muore inevitabilmente con lui. E nessuna scuola dopo di lui può
ripristinare quella stessa forza trasformativa, a meno che non arrivino altri
personaggi a proseguirne l’Opera, ma allora costoro si distaccheranno,
totalmente o in parte, dal messaggio manifestato in precedenza. Altrimenti non
ci sarebbe alcuna evoluzione.
Detto
in altre parole, il prosecutore del messaggio di Gurdjieff non edificherebbe
mai una scuola di Quarta Via nel 2013!
Coloro
che cercano di rimettere insieme i Frammenti
lasciati, apposta, da Gurdjieff (me lo immagino lassù che se la ride mentre
quaggiù si formano gruppi di Quarta Via), non possono che apparire
anacronistici. Infatti non ce n’è uno fra costoro che si sia davvero
risvegliato a se stesso.
Dietro
le scuole che si ispirano a un maestro morto non c’è più una forza viva e
palpitante, non c’è più il Fuoco. Ciò
che dobbiamo cercare oggi non è il vecchio insegnamento, bensì la nuova veste
che ha indossato il Fuoco emanato dagli Antichi Signori, i Superiori
Sconosciuti. Il compito di Gurdjieff era produrre un determinato impatto su
una ristretta cerchia di umanità, poche centinaia di persone ma molto
selezionate. Non aveva il compito di lasciare un insegnamento immortale a cui
attenersi per i prossimi duemila anni.
Non ci
sono mai periodi di “vuoto” nella trasmissione dell’Insegnamento, ma solo
incapacità delle persone di riconoscerne le nuove forme e, al contempo,
attaccamento delle persone alle vecchie storiche forme. Questo fa sì che
preferiscano l’Hata Yoga ai libri di Joe
Vitale, James
Allen o Robin
Sharma, quando invece oggi è indispensabile passare dalla gestione del
denaro piuttosto che dalle posture.
Chi raggiunge la capacità di gestire il
denaro a piacimento ha superato la più importante iniziazione di questo periodo
storico (non è un caso che veniamo confrontati con la tanto decantata crisi),
mentre leggere la
Bhagavad Gita nel 2013 sarebbe utile solo per una specifica e
limitata tipologia di essere umano. La
Via della Ricchezza è una via di evoluzione interiore a tutti
gli effetti, che non ha nulla da invidiare all’Alchimia o al Tantra. Leggete One
Minute Millionaire se non ci credete. Ma per comprendere tutto questo si
deve possedere una certa capacità di rinnovata visione, e non limitarsi a ciò
che dicono testi e autori proveniente da un passato dove il denaro non veniva
nemmeno preso in considerazione.
Gli esoteristi
occidentali con la puzza sotto il naso hanno identificato l’insegnamento spirituale
con la Tradizione,
ossia con i vecchi scritti d’Oriente e d’Occidente. Mentre disprezzano ciò che
di nuovo fa la sua apparizione in libreria. Ma i Superiori Sconosciuti
consiglierebbero ancora la lettura della Bhagavad Gita? Siete sicuri che non appoggerebbero
invece Il Potere di Adesso di Eckhart
Tolle? O che non indicherebbero la
Via della Ricchezza come sentiero più rapido per giungere
alla radice di sé.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
(non vengo condotto, conduco)
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