E' in atto una
vera e propria guerra contro i più poveri, contro chi non riesce ad
arrivare a fine mese, e contro chi, sull'orlo della povertà, non riesce a
pagare le tasse.
Per loro, ora
in America sono pronte le manette. Mentre i banchieri artefici della
Grande crisi finanziaria del 2007 sono ancora in libertà, per la gente
comune si aprono le porte del carcere.
Come riporta un
articolo firmato da Michael Krieger, agli Stati Uniti, non basta più
rappresentare il 25% dei prigionieri di tutto il mondo.
Ora l'America
"neo feuduale" sembra avere bisogno, infatti, di "trovare modi più
creativi e, addirittura, arcaici per incarcerare, in maniera
evidentemente incostituzionale ed immorale, anche i più poveri". Tanto
da creare vere e proprie prigioni per i debitori. Una pratica che
sembrava fosse stata ormai da tempo considerata obsoleta (anzi in gran
parte sradicata nel mondo occidentale, con l'eccezione di circa 1/3
degli stati americani e della Grecia).
Come in un
romanzo di Charles Dickens, chi fa fatica e lotta per pagare multe
scadute o tasse legate a spese giudiziarie, sostenute anche solo per
semplici infrazioni stradali, rischia dunque di essere sbattuto in
carcere negli Stati Uniti.
Tornano così le
prigioni che fiorirono negli Stati Uniti e in Europa occidentale oltre
150 anni fa. A quei tempi, prima ancora che nascessero il diritto
fallimentare e le reti di sicurezza sociale, la povera gente e i
titolari di aziende in rovina venivano rinchiusi in prigione, finché non
venivano saldati i loro debiti. Le riforme, poi, bandirono tale
pratica. Almeno fino a oggi.
Il Centro
Brennan per la giustizia e l'American Civil Liberties Union (ACLU)
sottolineano che questa prassi è rinata in alcuni tribunali locali.
Forse queste
prigioni per i debitori sono rinate per fare di questa pratica un
pilastro della crescita del PIL. Ad ogni modo, l’ACLU ha scoperto che
sette su undici contee prese in esame hanno creato, de facto, "prigioni
dei debitori", nonostante i chiari "divieti costituzionali e
legislativi". In alcune aree, poi, la situazione è ben peggiore che in
altre. Nella seconda metà del 2012, ad esempio, nella Contea di Huron,
il 20% degli arresti sono stati dovuti a mancati pagamenti delle
ammende; mentre la Corte municipale Sandusky della Contea di Erie ha
incarcerato 75 persone in poco più di un mese durante l'estate del
2012.
Mark
Silverstein, avvocato dell’ACLU del Colorado, ha sostenuto che in queste
corti i giudici non hanno neanche valutato la capacità degli imputati
di pagare prima di condannarli al carcere, a dispetto di quanto sancito
dai principi costituzionali.
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