Prima
è venuto un tale, Galilei, che ha detto che la realtà si può esprimere
in forma matematica e che una
legge fisica è tale (e quindi reale) solo se riproducibile e
misurabile. Poi è arrivato un altro signore, Newton, che ci ha spiegato
(sbagliando) come si muove il cosmo e secondo quali leggi.
Alla fine dell’ottocento due signori di origine ebrea, Freud e Marx
(il cui nome completo del secondo era Marx Levi Mordechai), riducevano
il senso della storia umana e sociale a pulsioni
erotiche profonde ed a rapaci necessità materiali.
Il novecento è stato invece il secolo della confutazione.
La fisica quantistica, l’esoterismo
al potere, le mille sfaccettature del nostro inconscio hanno
prevalso su queste visioni limitanti ed hanno consentito all’uomo di
guardare oltre, verso un mondo complesso ed
interrelato, magnifico e terrifico al tempo stesso. Devo
dire come grazie proprio a quel determinismo serrato di fine ottocento
si siano aperte le tante porte della dimensione
spirituale.
L’oggi è guidato da forze oscure
ai più anche se ben note ai pochi che evidentemente le sanno
sfruttare appieno per accrescere il loro potere e per deviare il
corso degli eventi laddove desiderano. Una mole di apparente
irrazionalità affligge il presente ma è solo un’irrazionalità di
superficie, respingente solo per chi non sa leggerne gli intrigati
sensi sottesi.
Si tratta di imparare una lingua sconosciuta,
attuale ed antichissima al tempo stesso, e
riconoscerne le mille diramazioni. Un codice che attinge al mondo
archetipico direttamente mentre quelli profani che utilizziamo noi
abbisognano di ulteriori tramiti farraginosi. Il
codice ‘macchina’ è diretto e colloquia con gli archetipi, impossessandosi delle loro energie che a volte sfuggono di mano a chi, apprendista stregone, non si
rende conto di cosa ha sollevato.
La trasformazione della biosfera in qualcosa di differente appartiene alla necessità del mondo
superiore. Noi siamo ignari strumenti nelle loro mani ed
esecutori imbecilli di voleri che non ci appartengono. Come kapò
esausti, seguiamo a percorrere le vie deleterie di una società
che non ci appartiene più. A chi potrebbe infatti giovare una natura trasfigurata? Chi parla da sempre questa lingua antica, conosciuta solo da pochi
eletti? Osserviamo la grande opera
trasformarsi in qualcosa che non conosciamo e che ci spaventa molto.
Osserviamo purtroppo la distruzione della società degli
uomini che avrebbe forse potuto dirigersi in livelli diversi e più
esaltanti. Un dimensione davvero ottusa ci attende, in un contesto del
quale saremo, così sembra, solo una parte
minoritaria.
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