lunedì 15 dicembre 2014

LA SCONFITTA È LA VITTORIA


Sul muro del Ministero della Verità nel romanzo di George Orwell 1984 c’erano questi tre slogan:
LA GUERRA E’ PACE
LA LIBERTÀ E’ SCHIAVITÙ
L’IGNORANZA E’ FORZA

Mi è capitato di pensare che si applicano fin troppo bene al modo in cui opera l’establishment di Washington, DC.

Che la guerra sia pace, non ho dubbi! Basta guardare quanto sono diventati pacifici Iraq, Afghanistan, Yemen, Libia, Siria e l'Ucraina, grazie agli sforzi di pace.

Gli unici che in quei paesi non hanno ancora la pace assoluta sono quelli ancora in vita. Ma a questo si può sempre provvedere, soprattutto in Ucraina, dove la gente ha ora di fronte a sé la prospettiva di dover sopravvivere a un inverno freddo, senza calore e senza elettricità.


La libertà è schiavitù: per godersi la loro "libertà" gli americani  trascorrono la maggior parte della loro vita lavorativa con dei debiti, siano essi un mutuo, un prestito per le spese mediche sostenute a causa di una malattia o prestiti per studio. In alternativa, potrebbero anche godersela marcendo in una prigione.  Inoltre, sono quelli che lavorano più ore e hanno meno tempo libero e vantaggi che in qualsiasi altro paese sviluppato, e i loro salari non aumentano da due generazioni.

E quello che consente tutto questo è il fatto che l'ignoranza è veramente la forza; se non fosse stato per la travolgente e deliberata ignoranza degli americani sia per gli affari interni sia per quelli in giro per il mondo, da tempo si sarebbero ribellati e il castello di carte sarebbe crollato già molto tempo fa.

Ma c’è un quarto slogan da aggiungere al muro del Ministero della Verità, ed è questo:
LA SCONFITTA E’ LA VITTORIA

L’assurda natura dei  primi tre slogan può essere dimostrata in vari modi. E’difficile sostenere che il coinvolgimento americano in Iraq, Afghanistan, Yemen, Libia, Siria o Ucraina abbia prodotto proprio "pace", tuttavia vari funzionari e pappagalli nazionali continuano ancora ad affermare che in qualche modo si sono evitati pericoli (completamente costruiti) peggiori, come le armi di distruzione di massa siriane/irachene.  

Quello che in realtà hanno provocato è una guerra infinita finanziata da un debito galoppante che sta portando il paese alla rovina economica. Ma l'ignoranza in questo aiuta molto.

Allo stesso modo, è possibile, anche se un po’ scomodo, affermare che la schiavitù è libertà, perché, vedete, una volta che vi siete liberati dai vostri doveri di schiavi, potete tornare a casa vostra e leggere qualunque follia assurda che troverete su questo o quel blog o altro.  Sì, è stupido. Potete riempirvi la testa di qualunque “informazione” vogliate, ma se provate ad agire scoprirete che non vi è consentito. “Rimettiti in riga, schiavo!”    Si può anche prendere una strada opposta e sostenere che la libertà è per i fannulloni, mentre noi,  popolo produttivo, dobbiamo correre da un’attività pianificata a un’altra, crescendo ed educando i nostri figli di conseguenza, evitando il “tempo non strutturato” come fosse la peste, e continuare a credere che questa non sia schiavitù. Affatto. Per niente proprio.  ‘Nessuno mi dice cosa devo fare!’ (e poi guardi sul tuo smartphone per sapere qual è la prossima cosa che devi fare oggi).

Con l'ignoranza che regna, non vi sono dubbi:  le persone ignoranti sono tra le più informate ed esperte sulla terra, secondo loro.  Lo scopro spesso in centinaia di commenti che elimino dal mio blog.  Particolarmente esilaranti sono quelli che esordiscono con: “Sicuramente è necessario sapere che [qualcosa che io non so]" oppure "A questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti che [qualche dubbio no?]". A volte trovo questa ignoranza particolarmente insopportabile: ecco che l’ignoranza diventa davvero una forza.

Ma è molto difficile sostenere che la sconfitta è la vittoria, è una grande sfida per l’establishment di  Washington, DC. Quando vincono,  i vostri leader hanno avuto la meglio sul mondo; quando sono sconfitti, il mondo ha avuto la meglio su di loro.   Questa è una cosa difficile da nascondere: i vostri capi vi dicono cosa vogliono fare, poi riescono in questo oppure falliscono. Quando non riescono, continuano a chiamarlo un successo, ma se si va a guardare bene le loro dichiarazioni originali e poi i risultati finali, le due coso non corrispondono affatto; sembra un qualcosa che assomiglia sempre più a una sconfitta, ma loro continuino a dire e a fare e a contorcersi e a farfugliare. 

Con tutta la propaganda che esce dal Ministero della Verità, è difficile per la persona media verificare la natura dei "fatti reali”. Ma quando si tratta di una vittoria contro una sconfitta, allora è come andarla a prendere direttamente dal retto del cavallo. Sì, i consulenti di PR del Ministero possono pure venirci a dire che "abbiamo costretto il nemico a farci un massaggio nel tessuto profondo dei nostri glutei maximi”, ma anche un bambino di terza elementare capirebbe che intendono dire “Ci hanno preso a calci in culo”.

Quindi, permettetemi di enumerare alcune delle ‘vittorie’ Americane. O dovrei meglio dire sconfitte? La scelta a voi: è la stessa cosa.
 • Grazie al miliardo o giù di lì speso per lo sforzo bellico, all’1,5 milioni di vittime irachene e ai 5.000 soldati americani morti, ora non c’è più nessuno di al Qaeda in Iraq (proprio come quando c’era Saddam Hussein) e il paese è libero e democratico.
Grazie agli anni di continui sforzi che sono costati più di mezzo trilione di dollari e la vita di circa 3500 soldati della coalizione, i Talebani in Afghanistan sono stati sconfitti e il paese ora è in pace.
Il Regime Siriano è stato deposto e oggi la Siria è un paese pacifico e democratico, per niente affatto un contenitore flagellato dalla guerra che ha prodotto un milione di rifugiati, di cui una gran parte controllati da militanti islamici troppo radicali persino per quelli di al Qaeda.
Nel complesso, il problema dell'estremismo islamico è stato risolto una volta per tutte,  e gli “islamofascisti” di George W. Bush (ricordate il termine?) non sono che un vago ricordo. ISIS o ISIL o lo Stato Islamico sono qualcosa di completamente diverso,  inoltre il fatto di averli sporadicamente bombardati (a caro prezzo) li ha un po’ “degradati”, forse…
Grazie ad un colpo di stato manovrato dagli USA, perfettamente legale e molto necessario, l'Ucraina è sulla buona strada per diventare un membro stabile e prospero dell’U.E. e della NATO, e gli ucraini amanti della libertà non sono più del tutto dipendenti dal gas, dal  carbone e dal combustibile nucleare russo che gli consentirebbe di sopravvivere solo all’inverno del 2014-15, sperando nella buona volontà dei Russi che mandino dei convogli di aiuti umanitari per dare un tetto e nutrire i rifugiati della guerra civile, o facciano da mediatori per  i reciproci accordi di pace interni.
In conformità con la nostra grande strategia geopolitica di eterno dominio nel mondo, siamo riusciti a cacciare via la Russia dalla Crimea e ci siamo impegnati a costruirci una grande base militare NATO lì per assicurarci che la Russia non diventi di nuovo una grande potenza mondiale e sia costretta ad accettare ogni nostro capriccio.
Grazie ai nostri incessanti sforzi diplomatici, la Russia ora è completamente isolata, che è il motivo per cui ora non è più in grado di continuare a firmare giganteschi accordi commerciali con i paesi di tutto il mondo, o sostenere la causa delle nazioni non occidentali che non amano essere prese in giro dall’occidente o che non hanno alcuna voglia di occidentalizzarsi.
Le nostre sanzioni hanno davvero danneggiato la Russia e per niente l’Unione Europea, che non ha perso così un enorme mercato di esportazione e non è affatto a rischio di perdere l’accesso al gas naturale russo, di cui non ha affatto bisogno. E né hanno provocato il protezionismo dei produttori interni russi o un grande mercato di esportazione ai nostri rivali economici.
Il cambio di regime a Mosca è come un nastro bianco gettato via, e i nostri politici amici che abbiamo coltivato all’interno della Russia ora sono più popolari che mai e tutti in Russia li adorano. Dopo tutto, meno del 90% dei russi rispettano e sostengono Putin per le grandi cose che ha realizzato per loro, così i nostri tirapiedi come Khodorkovsky o Kasparov non avranno alcun problema a strappare almeno l'1% nelle prossime elezioni presidenziali, così da poter andare dritti dritti al Cremlino.
Grazie alla nostra implacabile pressione politica, Putin è ormai un uomo sconfitto, disposto ad essere ragionevole e a piegarsi alla nostra volontà, e non si sognerebbe mai di dire "Questo non accadrà mai!" durante un discorso televisivo annuale internazionale di leader eletti della sua nazione.  In ogni caso, nessuno ascolta i suoi discorsi, perché i nostri media nazionali non hanno alcun bisogno di sentirli, perché sono così lunghi e noiosi…
...e ultimo, ma non meno importante…
 • L’America è una nazione indispensabile per il mondo, la (seconda) grande potenza economica mondiale (e  in rapido sviluppo) e la leadership americana è rispettata in tutto il mondo.  Quando il Presidente Obama ha detto questo durante un recente discorso in Cina, il pubblico non gli è affatto scoppiato a ridere in faccia, o ha alzato gli occhi, o ha fatto smorfie o ha scosso la testa aggrottando le sopracciglia.

Come si può evitare di riconoscere l'importanza di queste cose e il fatto che rappresentino una sconfitta?  E’ facile! Aiuta l’ignoranza! L'ignoranza non è solo una forza: è la forza più impressionante dell'universo. Considerate questo: la conoscenza è sempre limitata allo specifico, ma l'ignoranza è infinita e del tutto generale; la conoscenza è difficile da trasmettere e mai più veloce della luce, l’ignoranza invece è immediata e istantanea in ogni punto dell’universo noto e non noto, compresi gli universi paralleli e le dimensioni della cui esistenza siamo completamente all’oscuro. In breve, c'è un limite a quanto possiamo sapere, ma non c’è limite a quello che non sai ma che credi di sapere!

Ecco qualcosa che probabilmente pensate di sapere. L'impero americano è un "impero del caos”.  Sì, in qualche modo sembra non riuscire mai a raggiungere la pace, la prosperità, la democrazia, la stabilità, a evitare le crisi umanitarie o porre fine a un gran numero di orribili crimini.   Ma il caos, quello lo raggiunge.  Per di più, raggiunge un gran bel nuovo tipo di caos appena inventato, chiamato “caos controllato”; una specie di “carbone pulito”, qualcosa che puoi pure spalmarti per tutto il corpo tranquillamente, da provare!   Sì, ci sono lì degli scettici che dicono cose come: “Si raccoglie ciò che si semina, e se si semina il caos, caos raccoglierete”. Credo che a questi il caos non piaccia molto. A ciascuno il suo. Comunque sia, chi se ne importa.

Ne volete ancora? Pensate questo. Se vivete negli Stati Uniti, probabilmente avete festeggiato da poco il Giorno del Ringraziamento, vi siete rimpinzati di tacchino ripieno con la salsa di mirtilli e forse anche di qualche torta di zucca.  Credete di sapere che questa festa è legata ai Padri Pellegrini che per primi celebrarono il Ringraziamento a Plymouth, Massachusetts,  ma sono quasi certo che non sapete in che anno esatto.  Sono sicuro invece che pensiate che questi Pellegrini abbiano festeggiato il Ringraziamento insieme ai nativi. Potete anche raccontare questa storia ai vostri figli, e pensare che gli state impartendo delle vere lezioni di storia passata e non che stiate invece allargando il loro campo d’ignoranza.

Ora, ecco qui alcuni fatti puntuali. I pellegrini non erano dei pellegrini, ma dei coloni.  Sono stati rinominati “pellegrini" nel 19° secolo. Credetemi, nessuno è mai andato in pellegrinaggio a Plymouth nel Massachusetts! Questi coloni finirono lì perché, non essendo dei buoni marinai, oltrepassarono il Porto di Boston di mezza giornata di navigazione e finirono al Porto di Plymouth, che è esposto, inutile e squallido più o meno come appare oggi.   Non celebrarono il Ringraziamento: essendo dei fanatici di strane religioni, non festeggiarono neanche il Natale.  Nonostante le “false prove” fornite dai media dell’epoca, di certo non festeggiarono insieme ai nativi del luogo, che già parlavano un discreto inglese e commerciavano con tutto il mondo. 

La gente del posto pensò che fossero una bizzarra setta religiosa (che in effetti erano), che fossero degli schifosi puzzolenti (non si lavavano mai e tantomeno facevano uso di saune o bagni turchi) e avevo abitudini repellenti (come ad esempio quella di andare in giro con il proprio moccio avvolto in uno straccio). Non erano neanche bravi cacciatori e pescatori e sopravvissero saccheggiando gli orti dei locali e poi morivano di fame.  E in ultimo, ciliegina sulla torta, la festa "nazionale" è stata istituita da Abraham Lincoln al culmine della guerra civile, che (e questo si deve sicuramente sapere) è avvenuta molto, molto più tardi.  E Lincoln non lo chiamò “Ringraziamento”, ma “Giorno dell’Espiazione”, per gli orribili crimini che gli americano commisero, gli uni verso gli altri, durante il conflitto.

Ma tutto questo prima che l’Associazione dei Commercianti del Tacchino andasse lì a cambiare un po’ la versione dei fatti.  Un piano tanto semplice quanto geniale: una bella overdose di triptofano e poi, il giorno dopo, ancora mezzi intontiti, si viene pervasi da un’irresistibile frenesia da shopping, che finirà, quasi certamente, per andare ad accumulare un’altra bella porzione di debito sulla propria carta di credito con alti interessi che riuscirete a ripagare, se tutto va bene, l’anno prossimo.  Convoglia un po’ di questi interessi nel business del tacchino e delle vacanze ed ecco che ti creo un’industria nazionale, un’industria che spinge la gente a pagare interessi su interessi per comprare oggetti importati di cui non ha bisogno (e ricordate che se non c’e’ scritto “Made in China" allora probabilmente è un falso),  finché tutti poi non restano al verde.

Con una storia talmente falsa, il Ministero della Verità americano può continuare tranquillamente a proiettarla nel futuro.  Può produrre un livello di ignoranza talmente alto che gli americani in generale non sapranno mai di essere loro gli sconfitti, pensando che quella pioggia torrenziale di marciume proveniente dal mondo esterno sia pioggia di Dio ed essere grati per questo.    A meno che una buona parte di Americani non si sveglino e inizino a far proprio il termine di “SCONFITTA”, ben presente nel vocabolario nazionale. 

Questa non è una nazione eccezionale, non è una nazione indispensabile, ma un paese sconfitto.  Sconfitto con le sue stesse mani, attenzione, poiché nessuno lo ha affrontato direttamente nel tentativo di sconfiggerlo. Si sono sempre fatti avanti loro per primi, e le hanno prese, le hanno prese finché non hanno avuto quello che si meritavano.

Ora, la sconfitta per molti paesi ha dimostrato di essere un’esperienza di grande insegnamento per riuscire a diventare un  paese di successo:  la Germania (dopo due tentativi), il Giappone, la Russia dopo la Guerra Fredda. Ovviamente, il primo passo in questo processo formativo è quello di ammettere la sconfitta. Ma se non lo vuoi fare, OK, c’e’ sempre l’ignoranza pronta lì a darti tutta la forza di cui hai bisogno.


Dmitry Orlov

Fonte: http://cluborlov.blogspot.it
Link: http://cluborlov.blogspot.it/2014/12/defeat-is-victory.html

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14362

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