venerdì 2 gennaio 2015

La Merkabah o Corpo di Gloria

 
Ultimamente si trovano nelle librerie testi che trattano l'argomento della Merkabah, il carro di Luce, con molta faciloneria e senza nessuna nozione dell'Arte Reale e Sacerdotale.
Il profeta Ezechiele ha la visione della Merkabah divina.
Secondo gli autori di questi libri basterebbe proiettare mentalmente delle figure geometriche, collocarsi nel loro interno e partire per lo spazio e dimensioni infinite, come un turista che visita un luogo di villeggiatura lontano.

Se ciò fosse vero, penso che una buona metà di coloro i quali ci hanno provato sarebbe partita senza fare più ritorno. E', quindi, questa l'occasione buona per fare un po' di chiarezza in questo caos di stampo new age sin troppo americanofilo.
 
La nostra Tradizione Occidentale e le diverse scuole misteriche chiamano la Merkabah "Carro Divino", "Corpo di Luce" o "Corpo di Gloria". Un processo che porta l'iniziato, aver seguito un lunghissimo lavoro fisico e interiore su sé stesso, a riuscire nell'impresa di manifestare tale Corpo di Luce.

Cercherò ora di interpretare il mistero, iniziando dalla parola Merkabah. 

Scomponiamola in tré parti: MER-KA-BA. Cominciamo con "Mer"; radice della parola egizia "Amore", che fa parte del "Mrrm", o "MER-REM", che significa Amore dell'uomo o dell'Umanità, secondo la lingua degli antichi egizi. Sempre secondo la stessa lingua, il "KA", indica la parte luminosa e Spirituale dell'individuo,mentre il "BA" rappresenta l'anima mediatrice fra il corpo spirituale e quello fisico.

La Merkabah è, quindi, l'unificazione dei tré corpi dell'uomo o dei tré fuochi che agiscono in lui;

La Merkabah nell'Uomo e l'Uomo nella Merkabah
Fuoco d'Ariete nella testa, Fuoco del Sagittario nel sesso e Fuoco del Leone nel cuore. I Greci denominavano questi centri PHILOS nella testa, EROS nel sesso e AGAPE, nel cuore mentre la Chiesa Cristiana li chiama Padre, Figlio e Spirito Santo.

Nel Tempio Massonico questi centri sono rappresentati come Minerva la Sapienza, Ercole la Forza e Venere la Bellezza. Si potrebbe continuare con altre tradizioni, ma quanto indicato penso sia sufficiente. Quindi la Merkabah è l'unificazione dei tre centri, operata attraverso un profondo lavoro di sublimazione delle forze dell'Eros. 

Un lavoro consapevole che viene officiato con la Forza di Volontà e con il Verbo, che renderà la scintilla divina insita in ognuno di noi un Fuoco eterno e inestinguibile. E' questa la Merkabah, il risultato di un lavoro "operativo" e non "meditativo", è il Corpo di Gloria, lo Spirito eterno che finalmente compenetra il corpo fisico.

Vi domanderete perché si impiegano queste energie di "fuoco" per creare il Corpo di Gloria? Semplicemente perché Essa è un'energia incorruttibile e creatrice che non è altro che il Grande Architetto dell'Universo o G.A.D.U., come lo definiscono i Fratelli Muratori, perciò Egli è eterno e non avrà mai fine. 

Identificata la fonte di questa Energia, essa è rintracciabile dal sassolino all'uomo, e dall'uomo alle galassie, manifestandosi continuamente per creare vita tra vita in tutti i sistemi.

Il grande Dante, quando parlava di questa Energia Amore, diceva che è l'energia che muove le stelle e i pianeti. Dante si riferiva certamente a questa immensa fonte energetica immortale ed eterna che non è altro che Dio stesso, che si esprime nell'uomo e in tutte le cose create e increate, per manifestare e manifestarsi in un'eterna e infinita creazione.

Così l'iniziato, conoscendo la "parola perduta",ossia il "materiale di costruzione" o "Materia Prima", si dispone a preparare la Terra (il suo corpo-Tempio) bruciando le scorie, ponendo ordine nel proprio caos ulteriore e sublimando sé stesso per iniziare la più grande e fantastica avventura; crearsi il "Corpo di Gloria" o Merkabah. Vediamo ora l'uso di questo Veicolo di Luce. 

Alcuni maestri affermavano che esso non servisse per questa vita, ma che era utile nel momento del trapasso. In effetti, lasciato il corpo fisico, il veicolo per questo piano, la Merkabah, che, come abbiamo visto, non è altro che lo Spirito divino nell'uomo, fa sì che quest'energia si trasferisca alle dimensioni di Luce dei Mondi Superiori. 

Se il processo di creazione di questo veicolo eterno non è completo, si ritorna nel ciclo reincarnativo.
Trasfigurazione del corpo di Cristo nella Merkabah di Luce
Quando il Maestro Gesù risorse, fu una sfera di Luce quella che videro i soldati romani di guardia all'ingresso della tomba, fatto questo che li fece spaventare terribilmente. E poco dopo, incrociando i suoi discepoli, vietò loro di toccarlo. Il perché risiede forse nel fatto che essi sarebbero stati fulminati per l'alta tensione energetica emanata dal suo Corpo di Gloria.

L'Alchimista realizza la stessa Grande Opera usando la propria "Pietra Filosofale" o "Mercurio dei Filosofi". Alcuni grandi alchimisti sono semplicemente scomparsi, come Saint Germain o Fulcanelli. Per chi segue l'Alchimia non è impossibile che,avendo realizzato la propria Merkabah, siano trapassati alle dimensioni di Luce dorata che tanto cercavano.

Nell'Antico Testamento, questo processo realizzatìvo dello Spirito di Luce nell'Uomo è codificato,ad esempio, nella storia del Popolo Eletto prigioniero in Egitto. Con questo s'intende lo sperma prigioniero negli inferi,che mediante la fuga deve attraversare il Mar Rosso (il sangue) per arrivare alla Terra Promessa (la testa) e da lì illuminare di Gloria il corpo. 

Giovanni e Gesù come tutti i grandi iniziati,per fare questo lavoro si ritirarono nel deserto per realizzare le quaranta operazioni necessarie, nell'arco di un anno zodiacale, per concludere il proprio vestito, o mantello di Gloria, come veniva chiamata la Merkabah (un'analogia con il Vello D'oro degli Argonauti, a conferma che le Tradizioni parlano di un unico e solo processo).

Ercole, allo stesso modo,superando le 12 prove e liberando Prometeo, che non è altro che il suo Corpo di Luce prigioniero e legato alla pietra (il proprio scheletro), riesce così a "liberare sé stesso" dalle corde della materia.

Cristo al centro dello zodiaco (antica iconografia)
E' questo l'unico metodo per realizzare la propria Merkabah, l'unico metodo per passare e andare oltre, e non è detto che basti una vita intera per completarlo. Né forse saranno sufficienti dodici vite una per ogni segno zodiacale, perché completare la "ronda" o percorrere l'intero circolo, vivendo una vita dopo l'altra in ogni segno fino a compiere le esperienze necessarie per realizzare la Grande Opera, non garantisce il successo.

E, comunque, questo è il vero compito che tutti prima o poi dobbiamo affrontare. Nel caso contrario senza materializzare il corpo di Luce, quando arriverà l'ora del trapasso e il nostro corpo fisico dovrà essere abbandonato, saremo costretti a ritornare nella ruota incarnativa.

A nulla vale giocare con figure geometriche, o parole, e meditare su di esse, l'idea resta idea se non si usano gli altri componenti della Triade.

Questi insegnamenti fanno parte della Scienza Alchemica, perché essa insegna ad usare i propri Fuochi interiori, le proprie Forze e la propria intelligenza per attuare l'unico progetto valido per andare oltre queste dimensioni. In caso contrario siamo condannati all'eterno ritorno.

In Oriente le scuole misteriche parlano della Merkabah come "Corpo Diamantino". Si tratta della medesima cosa, e per concretizzarlo si usano le stesse forze cambiando soltanto il metodo.

Ovviamente, vale la pena tentare questa avventura iniziatica, specialmente per tutti coloro che sono stanchi del ripetersi delle vite in questa Valle di Lacrime.

In questa chiusura di ciclo che sta per approssimarsi sono in molti a sentire la stanchezza dei secoli, ma, ahimè, non fanno nulla per rimediare. Succede anche che in molti denigrino queste ricerche perchè ignorano o semplicemente perché hanno fallito nell'intento.
La Merkabah nella sua espressione geometrica
Concludendo, posso assicurarvi che se una persona si dedica con Amore alla ricerca metafisica, lo stesso Amore la premierà largamente e arriverà il giorno in cui il suo Corpo di Gloria o Merkabah si materializzerà permeando le sue cellule e permettendogli di inoltrarsi nei Paradisi Dimensionali.


Articolo già pubblicato sulla rivista "Hera"
 
 
di Alfredo Di Prinzio
 

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