Da
quando lo hanno eletto, a seguito di un vero e proprio colpo di stato
entro le mura vaticane, abbiamo sempre scritto che i cosiddetti “grandi
cambiamenti” introdotti dai gesuiti attraverso il loro Papa avevano un
solo scopo: rafforzare il potere della gerarchia ecclesiastica,
rafforzare il principio di autoritá. Ripulire, parlare di bene, di
amore, ridurre la corruzione, attenuare l’immagine sfacciatamente ricca
della Chiesa… Bene!
Ma fatto fondamentalmente per frenare l’enorme emorragia
di fedeli e di vocazioni. Per frenare il processo di ineluttabile
esaurimento della istituzione Chiesa, in atto parallelamente alla
crescita delle libere coscienze umane. Tutto questo per mantenere il
potere più a lungo possibile, un potere che è enorme dal punto di vista
spirituale, finanziario e politico a livello mondiale.
I gesuiti, dicevamo, una volta
agguantato per la prima volta il ruolo supremo papale, faranno di tutto
per rafforzare il loro potere, concedendo, andando incontro alle
esigenze di buoni ideali, di amore, di pulizia, della gente comune.
Tutto, pur di salvare il potere, la pretesa di essere intermediari
indispensabili tra umanitá e mondo spirituale. La pretesa che degli
uomini, solo perchè facenti parte di una gerarchia autonominata, siano
superiori ad altri, siano i “pastori” di altre anime…
Di tutte le altre
anime. Pastori comunque, giuridicamente, a prescindere dal loro vero
livello di coscienza. Spesso, quando commentavamo in questa direzione le
mosse di questo Papa, siamo stati criticati, perchè troppo maliziosi,
perchè questo Papa la pensa in un altro modo, non é autoritaristico, ma
amoroso e aperto, coraggioso …
Tutti lo vedono: ogni giorno il coro dei
media ci parla di disastri, di cattiverie ovunque, tranne che nei
discorsi del Papa… sempre buoni, belli ed elevati… Mai il minimo velo di
critica…
Solo grande positività.
Ma ieri, a Capodanno, proprio il Papa ha
deciso di fare un discorso per confermare con grande precisione quanto
da noi affermato.
Ecco cosa ha detto Bergoglio ieri:
“Non è possibile amare il Cristo, ma non la Chiesa, ascoltare il Cristo, ma non la Chiesa, appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa”.
Questa è una frase scritta da Paolo VI nella encliclica “Evangelii
nuntiandi”. Che Bergoglio ulteriormente commenta:
«Infatti è proprio la Chiesa, la grande famiglia di Dio, che ci porta Cristo. La nostra fede non è una dottrina astratta o una filosofia, ma è la relazione vitale e piena con una persona: Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio fattosi uomo, morto e risorto per salvarci e vivo in mezzo a noi. Dove lo possiamo incontrare? Lo incontriamo nella Chiesa».
E fino a qui potremmo anche essere
d’accordo, se si intendesse per Chiesa, per Ecclesia l’intera umanità.
Ma Bergoglio, come sempre i suoi predecessori, precisa molto bene cosa è
la Chiesa. Ecco la frase completa:
“Lo incontriamo nella Chiesa, nella nostra santa madre Chiesa gerarchica».
GERARCHICA?
Sì, avete letto bene: la Chiesa di cui
parla Bergoglio è solo ed esclusivamente quella GERARCHICA, quella fatta
di un gregge di pecore e poi, sopra di loro, una piramide di frati e
monache, preti, monsignori, vescovi, cardinali e poi sopra di tutti il
Papa, l’unico in grado di stare in contatto vero con il Cristo…
Bah… bella pretesa.
Ma non è una pretesa innocua: quanti
disastri, quanti morti, quante stragi, processi, torture, roghi, sensi
di colpa, quanti accumuli di ricchezze, intrighi, potere… in nome di
questa bimillenaria pretesa imperiale….
Ma non è finita: nel suo discorso il
Pontefice ha anche sottolineato che la Chiesa
«è come una madre che custodisce Gesù con tenerezza e lo dona a tutti con gioia e generosità. Nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più mistica, – ha rimarcato – può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica del Corpo di Cristo.
Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un’idea, a una morale, a un sentimento.
Senza la Chiesa, il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori».
Come dire: E’ solamente la GERARCHIA
ECCLESIASTICA che può “donare” il Cristo. E senza la GERARCHIA
ECCLESIASTICA, che va accettata con tutto il suo portato terreno di
materia, comprese banche, immobili, potere politico e schiere di
clerici, senza la sua intermediazione, il suo continuo imprimatur,
nessuno si può permettere una relazione con il Mondo Spirituale.
Senza
la GERARCHIA perfino un mistico, un santo, un iniziato… è un folle in
balia della propria immaginazione, delle proprie interpretazioni, dei
propri umori. Come dire che solo la Gerarchia è arbitra dell’anima ed in
grado di “pontificare” su tutto.
Senza la GERARCHIA siamo dei poveri
stupidi, dei bambocci in preda alle allucinazioni….
Solo la GERARCHIA
ECCLESIASTICA, fatta di giusti e di eletti guidati da un unico portatore
della Verità, può assicurare il contatto con il Mondo Spirituale…
Cristo non è raggiungibile senza questa gerarchia, da nessuno.
Bella pretesa.. Non vi pare?
Questa Chiesa di potere si comporta
ancora come l’Impero Romano da cui direttamente deriva: ai primi
cristiani, per non finire in croce o in pasto ai leoni, veniva data una
possibilità:
“Riconosci l’Imperatore come essere Divino superiore a tutti e non verrai perseguitato. Potrai poi esercitare la religione che ti pare, come ti pare…”
L’importante era preservare il principio
di autorità imperiale sul quale si reggeva il potere materiale e
spirituale dell’Imperatore. E cosa è cambiato nella sostanza rispetto a
Gregorio VII che mille anni fa ribadiva che la Chiesa si pone al di
sopra di tutte le organizzazioni umane; e che il Papa, nel suo ruolo di
capo della Chiesa, è il vicereggente di Dio sulla Terra, e quindi la
disobbedienza nei suoi confronti implica la disobbedienza a Dio…
E dove è
quindi il “nuovo” portato dal gesuita Papa Bergoglio? Cosa è cambiato
dalla vecchia impostazione autoritaristica della vecchia Chiesa-Impero?
Forse solo l’immagine e le parole…
Scarpe nere al posto di scarpe rosse, una utilitaria circondata da
macchine di lusso e guardie del corpo, una abitazione semplice al centro
di uno Stato traboccante di oro, beni immobili, enormi assets
finanziari…
Tante buone parole contro la corruzione, per l’amore, per la
pace, contro i pedofili ecclesiastici, contro la finanza: tutto quello
che le nostre coscienze vogliono sentire… pur di non intaccare il
principio centrale dell’Autorità dell’Imperatore-Papa, della sua Corte e
delle sue burocrazie.
Paolo VI diceva le stesse cose, e
Woitila arrivò a scrivere una frase terribile, intrinsecamente blasfema:
“Non c’è Cristo senza Chiesa”.
Quale supponenza.. Quale obnubilamento della coscienza…
crediti: shutterstock.com
Nessuna coscienza libera può accettare
queste pretese, puó sottoporsi a questo giogo riconfermato ieri da
Bergoglio. E per fortuna nemmeno nessun essere spirituale si sogna di
accettare questo giogo, questo imbuto di potere…. E certamente nemmeno
il Cristo ha bisogno della GERARCHIA per parlare con noi.
Lo possono dire quanto gli pare, a
beneficio di chi ci vuole credere, ma non funziona così. Perché sia così
non basta il coro plaudente ed osannante dei media di potere. La realtà
spirituale è altra cosa, per fortuna, e passa per la nostra interiorità
in contatto diretto con il Mondo Spirituale.
Certo sorge anche un’altra
considerazione: se questo è il “nuovo” introdotto dai gesuiti….
difficilmente ce la faranno a salvare quello che resta della autorità morale della Chiesa…
Che non può più poggiarsi sul monopolio
obbligatorio degli affari religiosi umani.
Un monopolio che per fortuna non viene riconosciuto a nessuno né dalle coscienze libere né dal Mondo Spirituale.
Quanto sa di vecchio questa finta aria nuova che si respira in Vaticano…Non è più tempo di pecorelle smarrite… Ma di coscienze deste e libere… I pastori servono sempre di meno. Ma veramente possiamo ancora sentirci “pecore” di fronte ad uno di questi membri della “GERARCHIA”? Ci sono nel clero, soprattutto nei ranghi non carrieristi, tante bravissime persone, da considerare fratelli e sorelle per il loro grande impegno a favore del prossimo…
Ma nemmeno loro si sentono parte
di una GERARCHIA… Si sentono più che altro fratelli e sorelle in aiuto
del prossimo, secondo il vero modello evangelico. Ed in genere hanno
molti problemi a svolgere la loro missione, spesso posti proprio dalla
GERARCHIA superiore…
Che c’entra con questi bravi religiosi
la pretesa di un gruppo di loro superiori “gerarchici” di essere
“diversi” da noi, più vicini al Cielo in quanto Gerarchia?
Superiori in che, nell’etica…?
Chiunque è stato in contatto con le
gerarchie ecclesiastiche sa che essere parte della GERARCHIA non
garantisce alcuna etica superiore, che è sempre un fatto interiore.
Dell’interiore rapporto diretto tra il proprio Spirito ed il Mondo
Spirituale. Bella pretesa questa del Papato Gerarchia…
Antistorica e
fondata solo su esigenze di potere.
La spiritualità vera è in ognuno di
noi, proprio quando finalmente, in contatto diretto con le proprie guide
spirituali, il nostro spirito riesce a portare i principi divini in
Terra: Amore, Saggezza, Creatività…
Con le proprie forze, nella vita di tutti i giorni.
Così crescono le coscienze… fuori dalle
Chiese, fuori dalle gerarchie… esercitando l’Amore a contatto con le
sfide poste dalla rete di relazioni umane…
Fausto Carotenuto
coscienzeinrete.net
http://altrogiornale.org/la-rivelazione-di-papa-bergoglio-finalmente-dice-come-stanno-le-cose/


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