lunedì 19 gennaio 2015

Sistema Educativo Nazionale: Lavaggio del Cervello?

La scuola dell’obbligo e gli istituti superiori educativi, sono entità nate per trasformare un bambino sano in un cittadino / buon animale sociale? Perché negli ultimi anni si è passati da un lassismo tutto sommato benevolo ad un’irregimentazione programmata (male) di studenti e docenti pubblici?

Il sistema educativo non è altro che uno dei tentacoli con i quali l’orrido leviatano si spertica per comprendere tutto e tutto controllare. Accogliere dentro le logore ‘pance’ degli istituti educativi, esseri umani in tenera età, rende possibile incidere profondamente nella loro psiche per produrre gli effetti voluti a medio e lungo termine.

La scuola dell’obbligo è il luogo ideale con il quale trasformare un animo libero in un essere forzosamente sociale (chi ha detto che sia un bene?) in grado di rispondere adeguatamente agli input dettati dall’alto da una gerarchia per altro sospetta che si muove su dettati oscuri ai più.

Un esempio sulla discutibilità dei programmi didattici: com’è mai che nei licei classici non si fa parola dello ‘gnosticismo’, l’unica corrente di pensiero antico che descrive accuratamente la realtà in cui viviamo? Chi redige i programmi scolastici? Con quali finalità?

Siamo di fronte ad un muro di gomma che si inorgoglisce della sua funzione predatoria ‘educativa’ che si è auto-assegnato in un contesto di obbligatorietà poliziesca.

La scuola italiana dell'obbligo prende le mosse dalla rivoluzione francese, un costrutto sanguinario satanico/massonico, e dai suoi desiderata di comporre un corpus sociale istruito e quindi obbediente e collaborante ('collaborante', come le due ragazzine spedite in Siria per oscuri motivi e poc’anzi ‘liberate’), nel quale siano stati infusi deleteri strumenti di codifica della realtà ed interazione sociale forzata, obsoleti e comunque discutibili.

Il problema è che i ‘programmi’ (mai nome è stato più adatto!) didattici non si possono discutere! Sono imposti dall’alto e vanno ‘eseguiti’, pena la rimozione dalla docenza oppure l’allontanamento del ‘soggetto sano’: lo studente che si rifiuta di collaborare.

Dalla scuola imposta vengono infatti premiati i collaborativi, gli assuefatti, gli accondiscendenti: qualità che non mi sento davvero di apprezzare, soprattutto in tempi come questi in cui il leviatano ci avvelena allegramente tutti i santi giorni (e le notti) con nanoparticolato di origine ignota, oppure ci rimbecillisce con operazioni false-flag ridicole come gli attentati dell’11 Settembre o le stragi a suon di bombe che hanno insanguinato alcune capitali europee, ed infine altera le nostre fisicità imponendo (anche queste in tenera età) vaccinazioni quantomeno sospette.

Dissentire in questi tempi diviene un obbligo. La scuola pubblica impone una visione monolaterale infausta e non veritiera. I nostri ragazzi vengono farciti di nozioni discutibili che devono fare breccia nella loro psiche con il pungolo osceno del voto e dell’interrogazione poliziesca.

Ribellarsi oggi non è solo un diritto ma una necessità.
 

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