lunedì 19 gennaio 2015

La Turchia deve essere pronta a rinunciare all'integrazione in Europa

La Turchia deve essere pronta a rinunciare all'integrazione in Europa

Gli attacchi terroristici di Parigi hanno generato in Turchia, così come in molti Paesi musulmani, una reazione contraddittoria. I politici turchi, così come i loro colleghi in molti Paesi, hanno condannato gli episodi di sangue avvenuti a Parigi. Allo stesso tempo Ankara ha prestato grande attenzione alla politica occidentale dei "doppi standard". Il presidente Recep Tayyip Erdogan è stato categorico, affermando che "dietro gli ultimi omicidi in Francia ci sono dietro il razzismo e l'islamofobia." Secondo il capo di Stato turco, "i responsabili sono evidenti: i cittadini francesi si sono impegnate in attacchi terroristici ed hanno poi criminalizzato i musulmani".
 
Quando a Parigi si è svolta la "Marcia dell'Unità", con la partecipazione di numerosi capi di stato stranieri, il responsabile del Dipartimento per gli affari religiosi della Turchia (Diyanet) Mehmet Germez, in una riunione con i mufti delle province turche ad Edirne, ha dichiarato che "gli omicidi dovrebbero essere visti dalla comunità internazionale come un crimine, a prescindere dalla nazionalità e dalla religione delle vittime." Secondo le sue parole, "da una parte 12 milioni di persone sono rimaste uccise negli ultimi 10 anni nel mondo islamico," dall'altra 12 persone sono state uccise a Parigi." "Vediamo persone che non dicono nulla riguardo la morte di 12 milioni di persone - ha sottolineato Germez, - ma allo stesso tempo manifestano contro l'uccisione di 12 persone. Se il mondo non è allo stesso modo sensibile di fronte alla perdita di vite umane, indipendentemente dalla loro nazionalità e religione, l'umanità è condannata."

Quando il noto magnate dei media Rupert Murdoch ha scritto su Twitter che "i musulmani devono assumersi la responsabilità del jihadismo," ha risposto duramente il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, sottolineando che "la comprensione di un crimine collettivo ha fato fiorire il movimento nazista."

In generale, secondo quanto rilevato dai sociologi, in Europa e negli Stati Uniti non solo è aumentata l'ostilità nei confronti dell'Islam, ma questa tendenza si sta consolidando. Il fatto che da questi atteggiamenti sia stata ora contagiata la "middle class" europea, precedentemente considerata tollerante, suscita notevole preoccupazione tra i sostenitori dei diritti dei migranti musulmani, appartenenti anche alla seconda o terza generazione di permanenza in un determinato Paese. Il problema è già diventato endemico.

La questione è importante per un altro motivo. Quando la Turchia ha iniziato il dialogo per l'integrazione europea, l'Europa era qualitativamente diversa e molti politici credevano che l'Europa, come gli Stati Uniti, avrebbe avuto il suo "melting pot", con uguali diritti e condizioni per tutti. Ora in Europa sono spuntati fattori che stimolano l'islamofobia. In molti Paesi europei i governi con socialisti o liberali vengono sostituiti dai partiti di destra, che respingono le idee di tolleranza. Chiudono agli immigrati musulmani lo spazio culturale e civile in Europa e non intendono approfondire la conoscenza e la comprensione dell'Islam e dei musulmani. 

Così, quando il primo ministro turco Davutoglu aveva incontrato i rappresentanti della comunità turca a Berlino ed aveva dichiarato che "prima o poi la Repubblica diventerà un membro a pieno titolo dell'Unione Europea" e che "il Paese sta facendo tutto il necessario per portare avanti le riforme richieste", sono immediatamente sorti dei dubbi. La Turchia sta cercando di imitare le norme europee di tipo liberale, ma quando il processo terminerà, l'Europa la potrà rifiutare. Pertanto, l'integrazione europea non può essere l'obiettivo principale della politica estera turca, fa sapere il consiglio dei ministri del governo Davutoglu.

Secondo Kurshat Zorlu, professore associato dell'Università di Kirsehir, la Turchia non ha intenzione di rinunciare a parte della sovranità politica ed economica, come inevitabilmente dovrà accadere in caso di adesione alla UE. Secondo l'accademico, Ankara dovrebbe guardare i Paesi vicini, compresa la Russia e l'Eurasia. Ed essere pronta a "valutare correttamente i vantaggi e le perdite di un'eventuale adesione alla UE."


 
Stanislav Tarasov


fonte: http://italian.ruvr.ru/2015_01_15/La-Turchia-deve-essere-pronta-a-rinunciare-allintegrazione-in-Europa-0443/ 

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