Negli anni ’70, quando io ero un ragazzino, il barbiere da
cui andava mio padre era impegnato politicamente: il ricordo delle immagini del
papa e di Berlinguer affiancate sulla stessa parete mi fa sorridere ancora oggi!
L’immagine di Benigni che solleva Berlinguer nel 1983, campeggiava su una parete
del negozio della fiorista ancora fino alla fine degli anni ’80. L’edicolante invece
spacciava sottobanco numeri introvabili di riviste su cui avevano scritto Julius
Evola e Arturo Reghini e oggettistica militare di destra: spille,
medagliette e addirittura qualche orologio d’epoca (ricordo un originale, ma
non funzionante, orologio della Wehrmacht).
Negli anni ’60, ’70 e ’80 si parlava di politica.
Scorreva a fiumi nei bar, nei mercati rionali, dal
barbiere... persino allo stadio.
Se ti occupavi di politica questo era considerato un punto
d’onore per la tua persona. Spesso anche il regista, l’attore, il cantante...
erano dichiaratamente politicizzati.
Questo accadeva perché nella politica ardeva il Fuoco; per
cui nessuno si vergognava di manifestare quel Fuoco, e non importava che fosse
di sinistra o di destra: il Fuoco è il Fuoco. Ma ve lo vedete oggi un cantante
rock dichiarare la propria appartenenza politica all’UDC (Unione di Centro)? O
al FLI (il partito di Gianfranco Fini, l’archetipo del traditore per
eccellenza... di ideali e di persone)? Ve lo immaginate un giovane anni ’70 che
si scontra in piazza con la
Polizia, sotto la bandiera dell’UDEUR (il partito di Clemente
Mastella)???
Dietro queste sigle non c’è Fuoco, non c’è passione, non ci
sono leader.
Si vergognano persino di chiamarsi “partito”: movimento,
alleanza, circolo, federazione, unione... e i partiti stanno scomparendo, si
occultano, si travestono.
Le persone a volte mi chiedono com’è possibile che una
persona come me, che parla di risveglio e apertura del Cuore, abbia deciso di
occuparsi di politica. Io li guardo stranito: “Com’è possibile che TU non te ne
occupi!” è la mia risposta. Occuparsene è normale, non occuparsene, soprattutto
in questo periodo, è criminale. È incredibile che ciò che fino a pochi decenni
fa era considerato un segno di grande senso civico, adesso viene considerato
disonorevole e guardato con sospetto.
In questi mesi ho potuto constatare che le persone che
commentano il mio interessarmi di politica si dividono in tre categorie
principali: a) chi mi crede un ingenuo che si è imbarcato in un’avventura
troppo grande per lui, un ambiente dove gli idealisti come me o si sporcano o
fanno una brutta fine; b) chi mi crede un furbastro che ha deciso di sfruttare
la sua notorietà per entrare in Parlamento e assicurasi anche lui una fetta
della torta; c) chi ha deciso di seguirmi perché nel cambiamento ci crede anche
lui/lei, indipendentemente da quelle che saranno le conseguenze (vantaggi e
rischi) personali a cui andremo incontro tutti insieme.
Persino i sociologi si stanno accorgendo che è in atto una
sistematica azione di delegittimazione dei partiti e della politica in
generale. Partiamo dal presupposto che tutto quanto viene detto nei tg ha lo
scopo di provocare una certa reazione nei cani di Pavlov che stanno davanti
allo schermo. Gli scandali vengono fatti emergere “ad arte” affinché i partiti –
e, per estensione, anche la politica – vengano visti sempre di più come indegni
della fiducia dei cittadini. La conseguenza è che i cittadini non ne vogliono
più sapere di politica (astensioni in forte crescita) oppure sono molto arrabbiati
con la politica (successo del Movimento5Stelle).
La parola d’ordine dell’oligarchia europea è: “Tenete la
gente lontana dalla politica!”
Allora la politica si trasforma in ragioneria, la filosofia
diventa tecnica, lo spirito si perde nella materia. Tutti si lasciano docilmente
strangolare dalle tasse, perché a stabilirlo è stato un professore, un tecnico,
non un politico/ciarlatano. E intanto nessuno s’infiamma più per un ideale politico.
Ma, come sapevano bene gli antichi, se un uomo non ha niente per cui è disposto
a morire, allora è già morto e non se n’è accorto.
A cosa mi serve essere vivo se non credo in nulla? Come
faccio a giustificare lo spreco dell’aria che respiro tutti i giorni?
Anche io in passato non ne volevo sapere di politica e
cambiavo canale quando se ne parlava in televisione. Ma adesso, proprio grazie
ai sette anni di lavoro su di me e ai sette anni successivi d’insegnamento,
dopo 14 anni ho capito che l’impegno
politico non è altro che il naturale seguito del processo di risveglio
dell’anima. La coscienza si allarga e comprende al suo interno non più solo la
famiglia e gli amici dei corsi di meditazione, ma l’intero Stato con i suoi
problemi economici, le imposte, le privatizzazioni, le operazioni occulte dei
banchieri, le guerre preparate a tavolino...
Quando ho cominciato a leggere questi
libri ho deciso che non potevo più stare davanti a una tastiera a
commentare su facebook, ma dovevo fare qualcosa in prima persona. Il mio Cuore
mi ha portato verso Armando
Siri e il suo neo-nato partito, ma per ognuno di voi l’espressione “impegno
politico” potrebbe significare qualcosa di diverso, che cambia in funzione di
un differente sentire interiore.
Il mio obiettivo è portare il tema del Risveglio a milioni
di persone. Il mio obiettivo è giungere a occuparmi del Ministero
dell’Educazione e dare avvio a programmi scolastici che aprano la coscienza dei
giovani anziché fossilizzarla. Fare sì che agli autori classici vengano
affiancati autori come Osho, Steiner, Krishnamurti, Gurdjieff, Givaudan,
Aivanhov, ecc.
La lezione sarà dedicata principalmente agli argomenti classici del mio
Corso di Risveglio, e verranno assegnati degli esercizi come accadeva
negli anni passati, mentre nella parte finale si tratterà della nuova
politica. Più che fare lezione, in questa seconda parte lascerò spazio
alle domande.
Sarebbe magnifico organizzare
un gruppo di persone motivate che si dedicano al Risveglio e al contempo sono
attiviste politiche intenzionate a “inquinare” il Parlamento italiano con la
loro Presenza.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
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