Il 12 febbraio 2005 fu
uccisa con sei colpi di pistola, quando aveva 73 anni, mentre si trovava
nella città di Anapu, nello Stato del Parà. Arrivò in Brasile nel 1966.
Il suo impegno come missionaria non fu legato soltanto alla religione.
Infatti si unì ai movimenti sociali che nacquero nello Stato del Parà per fermare il disboscamento dell’Amazzonia. Fu sempre vicina ai contadini locali e agli operai della Transamazzonica per difendere le loro terre.
Dorothy Stang fu
assassinata perché aveva lottato per proteggere le popolazioni indigene
dell’Amazzonia e le loro terre dalla speculazione selvaggia. Voleva
difendere i più poveri e nello stesso tempo salvare un territorio
devastato giorno dopo giorno dalla deforestazione. Per il suo impegno è
stata definita ‘la prima martire del Creato’.
Il suo impegno disinteressato verso le popolazioni brasiliane si può riassumere con una sua frase: “Se oggi qualcosa di grave deve capitare, capiti a me e non agli altri che hanno una famiglia”.
Inizialmente
Dorothy Stang sognava di operare come suora missionaria in Cina, ma
dopo aver insegnato nelle scuole di Chicago e di Phoenix, negli Stati
Uniti, si ritrovò a partire per il Brasile con altre quattro suore con
l’intento di aiutare i contadini a costruire un futuro indipendente per le loro famiglie.
Anno
dopo anno l’impegno in Brasile diventava sempre più rischioso sia per le
missionarie che per le famiglie dei contadini. Il mondo stava scoprendo
le ricchezze che la foresta amazzonica poteva offrire ed ecco che
gradualmente speculatori e giganti dell’agribusiness iniziarono ad
interessarsi al maggior polmone verde del Pianeta.
La foresta amazzonica ospita il 50% delle specie vegetali presenti nel mondo
e il 20% delle risorse di acqua dolce del Pianeta, grazie ai suoi
bacini fluviali. Dorothy Stang ha assistito con i propri occhi
all’abbattimento degli alberi, agli incendi e alle azioni degli
speculatori.
La missionaria ambientalista ha incoraggiato le popolazioni locali a proteggere la foresta e ad affidarsi a tecniche di agricoltura sostenibile.
Proprio per la sua attività che era evidentemente contraria agli
interessi degli speculatori e dell’agribusiness, già negli anni Novanta finì sulla lista nera dei personaggi scomodi che avrebbero dovuto essere eliminati.
Ogni anno in Amazzonia vengono uccisi
ambientalisti, agricoltori e difensori dei diritti umani, che sono
vittime di omicidi premeditati per eliminare l’opposizione alla
distruzione della foresta amazzonica, come sottolinea la congregazione
delle Suore di Nostra Signora di Namur, di cui Dorothy Stang faceva parte.
Gli omicidi servono anche ad eliminare
tutti coloro che cercano di supportare le comunità dei contadini e di
offrire loro un’istruzione. I potenti vorrebbero che i contadini
rimanessero schiavi senza libertà.
Dorothy Stang richiese ripetutamente al Governo di proteggere i contadini ma non fu mai ascoltata, fino a quando, il 12 febbraio 2005, due uomini armati la colpirono lungo una strada rurale della località di Boa Esperanca.
Fonte foto: Ncr Online
Voleva semplicemente creare delle comunità autosufficienti
con contadini che potessero raggiungere l’indipendenza e nello stesso
tempo difendere la foresta. Proprio per questo motivo fu assassinata.
Solo dopo la morte di Dorothy Stang, il presidente brasiliano Luiz Inacio da Silva prese la decisione di porre una parte della foresta amazzonica sotto la protezione federale. Il territorio protetto
si trova nella regione di Anapu, proprio dove viveva la missionaria
ambientalista. Il suo coraggio e il suo impegno ora sono riconosciuti in
tutto il mondo. Ha lottato fino alla fine per realizzare un sogno in un
mondo che le remava contro.
Oggi Dorothy Stang è considerata un modello per chi lotta per la difesa dell’ambiente
e per i diritti umani e ci ricorda che nel mondo molte persone si
impegnano per proteggere il Pianeta e i più deboli anche mettendo a
rischio la propria vita.
Marta Albè
Fonte foto: Revgenary
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