L’operazione
siriana contro i terroristi eterodiretti continua con l’aiuto di
Russia, Iran e altre forze alleate. L’operazione ha lo scopo di
eliminare tutti i terroristi e loro alleati, come richiesto dalla
risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
“La reiterata richiesta della risoluzione 2249 (2015) agli Stati membri è impedire e reprimere il terrorismo, in particolare dello Stato Islamico in Iraq e Levante (SIIL, noto anche come Daash), al-Nusra (ANF) e tutti gli altri individui, gruppi, imprese ed entità associate ad al-Qaida e SIIL, e altri gruppi terroristici, (…) e sradicarne il santuario che hanno creato”.
Gli Stati Uniti per ora sembrano aderire alla
risoluzione e permettere a Siria e Russia di fare ciò che devono. Ma vi
sono altri che hanno investito sulla Siria più dell’amministrazione
Obama. Lo scopo immediato delle forze siriane è chiudere il confine con
la Turchia e liberare Aleppo dai jihadisti. 6000 soldati dall’Iran sono
arrivati a sostenere l’operazione. Una grande operazione è prevista nei
prossimi mesi.
Ma sauditi, qatarioti, turchi e israeliani vogliono
combattere il governo siriano fino all’ultimo ribelle siriano e
mercenario straniero. Non rinunciano a sogni ed ingenti investimenti
fatti per abbattere la Siria. Gruppi di terroristi sono stati appena
richiamati ad Ankara per ricevere nuovi ordini. I sauditi avanzano
l’offerta infida d’inviare truppe a combattere in Siria. Probabilmente è
solo una copertura per incitare altri ad invadere il Paese. La Turchia è
la candidata più probabile. Qui un giornalista turco, fervente seguace e
portavoce di Erdogan, avanza la folle tesi che l’autodifesa della
Turchia richieda di attaccare la Siria e gli alleati russi e iraniani:
“La guerra di Teheran e Mosca contro questo Paese è una guerra contro Ankara. Questi due Paesi in realtà combattono direttamente la Turchia. Non vi è più alcun modo di nasconderlo. … La Turchia deve intervenire direttamente sulla questione siriana. Azione militare inclusa. Se Iran e Russia possono entrare in questo Paese con pretesti inconsistenti, se possono bombardare anche un puntino del nostro confine, se possono deportare i civili siriani in Turchia e attaccare la Turchia dalla Siria, allora la Turchia ha di gran lunga più ragione e diritto di loro. Nessuno vorrebbe una guerra aperta. Nessuno vorrebbe una guerra tra Russia e Iran e Turchia. Nemmeno l’avrebbero desiderato. Ma questa volta è molto grave. Se un passo non viene fatto oggi, ci accingeremo a combattere in condizioni più severe in futuro. Non esiste una cosa come il regime siriano o l’amministrazione di Damasco. Il Paese è stato ricreato e questa situazione chiaramente minaccia direttamente la Turchia e ci si aspetta che rimaniamo in silenzio accettandolo! Quale Paese può arrendersi a una cosa del genere? Vi è una minaccia, la condizione fisica e la ragione legale per intervenire”.
Follie
simili sono scritte dai clown della propaganda sionista sui principali
quotidiani degli Stati Uniti L’assedio non ancora attuato a migliaia di
terroristi di al-Qaida/al-Nusra e forse a circa 40000 civili
ostaggi degli insorti in parti di Aleppo viene usato per invocare
l’attacco degli Stati Uniti contro le forze siriane e russe. Dal Washington Post:
“Operando sotto l’ombrello della NATO, gli Stati Uniti potrebbero utilizzare mezzi aeronavali nella regione per creare una no-fly zone da Aleppo al confine turco e chiarire che impedirà il continuo bombardamento di civili e rifugiati da qualsiasi parte, anche ai russi. Si potrebbe utilizzare la no-fly zone per tenere aperto il corridoio con la Turchia e utilizzare i propri mezzi per fornire a città e sfollati nella regione assistenza umanitaria. Se russi e siriani cercano di evitare la protezione umanitaria e il rifornimento della città, dovrebbero affrontarne le conseguenze militari”.
Una mappa pubblicata lo scorso venerdì da La Repubblica,
senza ulteriori spiegazioni, mostra l’invasione turca della parte
settentrionale della Siria, attualmente occupata dallo Stato Islamico.
Tale operazione consentirebbe di tenere aperte le comunicazioni tra
Turchia e Stato Islamico, minacciate dai piani di attacco curdi e russi
sulla stessa area per eliminare la presenza dello SIIL. Tale linea di
comunicazione è importante. Lo scorso anno la comunità d’intelligence
degli Stati Uniti dichiarò che vi erano circa 20000 jihadisti stranieri
di SIIL, Jabhat al-Nusra e altri gruppi terroristici in Siria e Iraq. Nella testimonianza al Congresso di oggi (.pdf)
il direttore dell’intelligence nazionale James Clapper parla di 38000.
La Turchia afferma che ha chiuso le frontiere ai combattenti stranieri
che vanno in Siria e Iraq. Se è così, come hanno fatto questi altri
18000 jihadisti stranieri ad entrare in Siria e in Iraq? Sono caduti dal
cielo?
I terroristi dello SIIL difficilmente vi sono stati
aviotrasportati. Le truppe aeroportate russe atterrerebbero, piuttosto,
se la Turchia dovesse fare qualcosa di stupido. La Russia ha già
avvertito di aver osservato i preparativi dei turchi per l’invasione, ed
ha lanciato un’esercitazione improvvisa con le truppe aviotrasportate e
l’aviazione da trasporto militare nel Comando meridionale. La 56.ma
Brigata d’Assalto Aereo della Guardia e la 7.ma Divisione
Aerotrasportata della Guardia, a Kamyshin e Novorossijsk, sono state
allertate.
Sono unità d’élite che presero parte alle guerre cecene.
L’anno scorso una Brigata Aeroportata della Difesa Aerea russa eseguì
un’esercitazione a sorpresa. Queste forze, oltre a ulteriori unità aeree
russe, probabilmente reagiranno all’invasione turca della Siria.
Combatterebbero sul territorio siriano, non turco, e polverizzerebbero
qualsiasi forza d’invasione turca di medie dimensioni.
Erdogan ricatta l’Unione europea con la minaccia d’inviare centinaia di migliaia di profughi. Non si capisce il motivo per cui l’Unione europea, e in particolare la cancelliera tedesca Merkel, lo permettano.
Se l’UE,
o anche la sola Germania, usassero le valvole economiche disponibili
sulla Turchia, la sua economia urlerebbe di dolore. Un avvertimento ai
turisti tedeschi a non recarsi in Turchia per il pericolo di attentati
costerebbe alla Turchia miliardi di entrate all’anno. Anche avvertimenti
sul credito alle banche turche sovraesposte sarebbero possibili; le
linee di credito all’esportazione potrebbero essere ridotte, e le
importazioni agricole dalla Turchia finire sotto più stretti controlli.
In un anno la Turchia perderebbe almeno il 10% del PIL. Ma UE e Merkel
non sembrano ricordarsi di essere derise dall’aspirante sultano
ottomano. Gli Stati Uniti hanno solo snobbato la Turchia dichiarando che
non ritengono la curdo-siriana YPG un’organizzazione terroristica. La
Turchia ha convocato l’ambasciatore degli Stati Uniti sulla questione.
Erdogan sembra fuori di sé.
Ora è il fattore dei più incalcolabili
futuri sviluppi in Siria. Ma se dovesse invadere la Siria non potrà
contare su NATO e Stati Uniti. Cosa combinerà?
Moon of Alabama, 9 febbraio 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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