martedì 16 febbraio 2016

NEVROSI: quando siamo scissi e in conflitto con noi stessi. Da dove viene e dove porta la nevrosi?

nevrosi malattia-mentale
La Nevrosi: che cos’è?

Qui di seguito si troveranno diversi e molteplici estratti circa il significato e alcune dimensioni della NEVROSI così come oggi la conosciamo in ambito clinico grazie ai lavori pioneristici della Psicologia Analitica partiti da Jung sulle basi anche degli altrettanti studi pioneristici dello psicopatologo/psicologo francese P.Janet.

Ad oggi non dovrebbe più essere ammessa una cura e una visione della nevrosi che non include le conoscenze – che ora sono di unanime validità – derivanti dalla Psicologia Analitica.

«[La nevrosi] è in ultima analisi una sofferenza della psiche che non ha trovato il proprio significato» - (C.G.Jung, Opere 11, p.314)«Spesso dietro la nevrosi si nasconde tutto il dolore naturale e necessario che non siamo disposti a tollerare.» - (C.G.Jung)
“…non dobbiamo cercare di liberarci di una nevrosi, ma piuttosto fare esperienza di quello che ci insegna. Dobbiamo addirittura imparare ad esserle riconoscenti. Senza di essa avremmo potuto perdere l’occasione di apprendere chi siamo in realtà: non siamo noi a guarirla, è lei che ci guarisce.” - (C. G. Jung)

«La causa ultima delle nevrosi è qualcosa di positivo che ha bisogno di essere salvaguardato per il paziente stesso; altrimenti egli soffre di una perdita psichica.» -(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, p.174)
«Consiglio perciò alle persone che hanno una nevrosi: adesso entraci dentro, vivila, così sei tu ad averla in mano e non è più lei a possederti.» - (C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, Seminario tenuto nel 1932, Bollati Boringhieri, p.138)
“I conflitti nevrotici non si risolvono per decisione razionale. I tentativi di soluzione del nevrotico non sono soltanto inutili, ma dannosi. Però questi conflitti possono essere risolti cambiando la condizione interna della personalità che li ha fatti sorgere. Ogni pezzo di lavoro analitico bene eseguito cambia queste condizioni per il fatto che rende una persona meno debole, meno timorosa, meno ostile e meno alienata da se stessa e dagli altri.” - Karen Horney – Psichiatra e Psicanalista tedesca)
«Ecco perchè diciamo che in un certo senso la nevrosi è un sintomo positivo. Essa indica che qualcosa vuole crescere, che la persona non sta bene nel suo stato attuale. Se non accettiamo la crescita essa avverrà contro di noi, a nostre spese; si avrà allora quella che potrebbe essere definita un”individuazione negativa”: il processo di individuazione, di maturazione, e di crescita interiore procede inconsciamente, e anzichè sanare la personalità finisce col danneggiarla. […] La potenzialità interiore di crescita è pericolosa, perchè se non l’accettiamo e non la dispieghiamo, essa ci distrugge. Non c’è altra strada; è un destino che deve essere accettato.» - (Marie Louise Von Franz)
«La nevrosi è orientata per conseguire un fine» - (C.G.Jung, Opere 7, p.40)
«Il malato non deve imparare come ci si liberi da una nevrosi, quanto piuttosto come la si possa reggere.» - (C.G.Jung)
(…) Perciò spesso noi diagnostichiamo le nevrosi e le psicosi come possibilità superiori non vissute. Una nevrosi è spesso un più, non un meno, ma un più non vissuto, una possibilità di accedere a un livello superiore di consapevolezza o di creatività, di fronte alla quale si indietreggia con qualche stupido pretesto. Rifiutare di raggiungere una coscienza più elevata è, secondo la nostra esperienza, una delle cose più distruttive che esistano. - (M.Louise Von Franz – L’ombra e il male nella fiaba)
«Jung riteneva che, qualunque fossero le sue radici nell’esperienza passata, la nevrosi consiste nel rifiuto – o nell’incapacità – di sopportare, “qui e ora” una sofferenza legittima. Invece questo sentimento doloroso o la sua rappresentazione sono scissi dalla consapevolezza e l’iniziale totalità – l’Io primordiale – è rotta.
Una tale scissione “deriva in definitiva da un’apparente impossibilità di affermare l’interessa della natura dell’individuo” (Jung, 1934) e determina un’ampia gamma di dissociazioni e  conflitti caratteristici dei complessi a tonalità affettiva. Questa scissione è parte normale della vita. La totalità iniziale è fatta per scindersi e ciò diventa patologico o diagnosticabile come malattia solo quando la scissione dei complessi diviene troppo ampia e profonda e il conflitto troppo intenso. Allora i sintomi dolorosi possono portare ai conflitti delle nevrosi o all’ego frantumato della psicosi.» - (Sandner e Beebe, 1982)
«La nevrosi è un tentativo, talvolta pagato a caro prezzo, di sfuggire alla voce interiore e quindi alla propria vocazione… Dietro la perversione nevrotica si cela la vocazione dell’individuo, il suo destino, che è crescita della personalità, piena restaurazione della volontà di vivere, che è nata con l’individuo. Nevrotico è l’uomo che ha perso l’amor fati; colui, invero, che ha fallito la sua vocazione… ha mancato di realizzare il significato della sua vita»

Così Jung in “The development of personality (1932). XVII, 183-184” definisce la nevrosi . In realtà, la nevrosi scoppia ad un certo momento della vita e questo «momento dell’insorgere della nevrosi non è casuale, anzi di regola è molto critico. Normalmente è il momento in cui sorge la richiesta di un nuovo assetto psicologico, cioè di un nuovo adattamento». Jung distingue due tipi di nevrosi: il primo tipo è rappresentato da un genere di nevrosi che può interpretarsi a livello personale (nevrosi personale), in quanto si tratta di una forma di disadattamento alla cui radice sta una ‘ debolezza ‘ personale. Non occorre altro, per curarla, che una demolizione delle errate conclusioni e decisioni del soggetto. Una volta corretto il suo atteggiamento errato, il paziente può reinserirsi di nuovo nella società.

II secondo tipo è formato di individui che potrebbero adattarsi… ma non possono o non vogliono adattarsi…La causa della loro nevrosi sembra risiedere nel fatto che essi posseggono qualcosa al di sopra della media, un di più per il quale non vi è uno sbocco adeguato.

Ci si può allora attendere che il paziente sia critico, in modo consapevole o, spesso, inconsapevole, delle idee e dei punti di vista accettati dai più… può spaziare dalla religione alla filosofia:
«… La psicoterapia, se vuoi trattare certi casi, deve espandersi ben oltre i confini della medicina somatica e della psichiatria, fin dentro regioni che un tempo erano dominio di preti e di filosofi. Il paziente, assistito dall’analista, si cala nelle sue fantasie, non per perdersi in esse, ma per recuperarle, pezzo per pezzo, e riportarle alla luce del giorno»
Va innanzitutto notato che l’adattamento di cui Jung ha sin qui parlato, l’adattamento in cui il nevrotico fallisce, non è l’adattamento passivo al vivere corrente, ma «ricerca di nuovi sistemi di adattamento, possibilità di scoprire un nuovo sistema di vita, «inizi di una spiritualizzazione».

Nelle tenebre dell’inconscio è nascosto un tesoro, quello stesso “tesoro difficile da raggiungere” che viene descritto come perla luminosa o come mistero.

Queste possibilità di vita e di sviluppo “spirituali” o “simbolici” costituiscono la meta ultima ma inconscia della regressione.

Scrive Jung «La diagnosi è una cosa del tutto irrilevante. (…) Nel corso degli anni mi sono abituato a trascurare totalmente la diagnosi di specifiche nevrosi ». «Ciò che veramente conta è il quadro psicologico, che può essere disvelato nel corso della cura oltre il velame dei sintomi patologici».
 
La ragione di ciò si fa chiara non appena ci accostiamo al nuovo significato che la nevrosi ha ormai acquistato per Jung: «Le teorie di Freud e di Adler non danno un sufficiente significato alla vita. Mentre è solo il significato che libera… Essi non sanno dare risposta al problema e al profondo significato della sofferenza dell’anima. Una psiconevrosi deve invece, in ultima analisi, essere intesa come la sofferenza di un’anima che non ha scoperto il senso del suo esistere»
 
E’ alla religione, infatti, che appartiene il «sapere del fine», il «senso dell’esistere»;
e «scoprire il senso del proprio esistere vale il medesimo che scoprire il principio che governa la propria vita», ossia “scoprire il proprio dio”, il proprio/mito.
 
Jung è consapevole dello stretto rapporto che lega la psicopatologia alla religione.
 
Il modo in cui Jung concepisce il rapporto dell’Io col Sé è il medesimo modo con cui sono stati da sempre concepiti i rapporti fra l’uomo e la potenza divina:
« L’Io sta al Sé come chi è mosso a chi lo muove». E la Jacobi aggiunge: «Lo si potrebbe chiamare il Dio dentro di noi».
«L’unione dell’Io con il Sé è indistinguibile dall’unione mistica con Dio, in quanto si tratta di una esperienza travolgente e profondamente religiosa». - (E. D’Alfonso)
«La nevrosi è una frattura con se stessi. La causa di questa frattura deriva, nella maggior parte degli uomini, dal fatto che la coscienza vorrebbe tener fede al suo ideale morale, mentre l’inconscio tende a un proprio ideale immorale…che la coscienza vorrebbe rinnegare.» - (C.G.Jung – Due testi di psicologia analitica)
«La teoria delle nevrosi di Freud si attaglia mirabilmente alla natura dei nevrotici, ma l’autore la rende troppo dipendente dalle idee nevrotiche a causa delle quali precisamente la gente è ammalata. Di qui nasce l’impressione (che, sia detto di volo, soddisfa pienamente il nevrotico) che la causa efficiens delle nevrosi risieda in un lontano passato. In realtà la nevrosi si fabbrica da capo ogni giorno, e precisamente attraverso un falso atteggiamento che consiste proprio nel fatto che il nevrotico pensa e sente da nevrotico, pronto poi a trovare una giustificazione nella sua teoria delle nevrosi.» - (Jung – Simboli della trasformazione)
«Freud ha una ‘teoria.’ Io non ho nessuna ‘teoria’ ma descrivo dei fatti. Non teorizzo sull’origine delle nevrosi, descrivo il contenuto delle nevrosi. Devo sottolineare ciò perché la gente manca sempre di vedere che io parlo di fatti e designo dei fatti, e che i miei concetti sono semplici nomi e non termini filosofici.» - (Lettera di Jung a J.Jacobi, 14 Marzo, 1956)
«[…] il trattamento delle nevrosi non è l’equivalente psicologico di una cura termale, ma un rinnovamento della personalità che, come tale, coinvolge tutti gli aspetti e i settori della vita.» - (C.G.Jung – La funzione trascendente, Vol.8, p.104)
“Nella malinconia si cela una parte molto importante della personalità, un prezioso frammento della psiche, da cui può scaturire la creatività, conferendogli un significato di alta spiritualità catartica. Non dobbiamo cercare di liberarci di una nevrosi, ma piuttosto di fare esperienza di quello che significa per noi e di quello che ci insegna. Dobbiamo addirittura imparare ad esserle riconoscenti. Senza di lei avremmo potuto perdere l’occasione di apprendere chi siamo in realtà: non siamo noi a guarirla, è lei che ci guarisce.” - (Carl Gustav Jung)


fonte: http://www.jungitalia.it/2014/01/16/quando-siamo-scissi-interiormente-la-nevrosi-cose-cosa-significa-da-dove-viene-e-dove-porta/

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