David Young, ex-datore di lavoro di Giulio Regeni e spia di Richard Nixon.
Il ‘compagno’ Giulio Regeni (il martire
tanto necessario alla sinistraglia socialcolonialista, che in Italia è
rimasta ancora a Carlo Giuliani, ucciso mentre innocentemente assaltava
un automezzo dei carabinieri), collaborava in sostanza con il ramo
‘trotzkista’ dei servizi segreti. Difatti le due docenti che l’avevano
inviato a fare ricerche prima a Kiev (Regeni aveva la fidanzatina
ucraina) e poi a Cairo, Anne Alexander e Maha Abdelrahman, aderiscono al
programma ‘universitario’ di Cambridge evocativamente denominato CENTRE
FOR RESEARCH IN THE ARTS, SOCIAL SCIENCES AND HUMANITIES (CRASSH), presieduto da Martti Ahtisaari,
il burocrate finlandese che gli USA misero a capo di una delle tante
missioni per distruggere la Jugoslavia, al culmine dell’operato del
trotzkismo europeo, che nella distruzione della Federazione socialista
era in prima linea fiancheggiando e sostenendo le operazioni della NATO e
di Gladio, (Ustashija, al-Qaida nei Balcani, UCK, forze che il trotskismo occidentale oggi torna a sostenere in Medio Oriente, Nord Africa e Ucraina).
Il CRASSH, come nella migliore tradizione dell’accademismo anglosassone, pubblica infiniti papers, text, working papers
che, benché numerosi, hanno alla fine lo stesso tema o litania:
impedire l’affermarsi dell’Alleanza Eurasiatica, definendo Russia e Cina
‘Paesi imperialisti’, l’Iran Paese ‘settario teocratico’, e Siria e
Libia ‘non-Stati dai regimi burocratici’. E il tutto da abbattere con
‘rivoluzioni’ democratiche e socialiste dei ‘popoli’ o ‘classi’ oppressi
che, magicamente, coincidono con quelle ‘rivoluzioni colorate’ o
‘primavere arabe’ alla cui preparazione parteciparono quegli stessi enti
‘di ricerca’ o ‘accademici’ in cui appaiono sia i suddetti teorici del
trotskimo social-coloniasta, che i teorici del soft power degli USA e degli altri imperialismi occidentali (George Soros, USAID, NED, Freedom House, Amnesty International,
HRW del geopolitico russofobo Brzezinski, ecc.).
Una casualità
apparente che nasconde invece pianificazioni accurate, attente e
precise, magari vecchie di decenni. E non è un caso che Giulio Regeni
sia stato subito elevato a martire del ‘marxismo’ dalle fazioni italiane più
vicine al social-colonialismo anglosassone, gli stessi che celebrarono
le gesta ‘rivoluzionarie’ dell’UCK in Kosmet nel 1999; assaltarono
l’ambasciata libica nel febbraio 2011 per sostenere la rivoluzione
‘proletaria’ di Sarkozy, Qatar e NATO; predicano la distruzione della
Siria per suddividerne le spoglie con Turchia, Israele e regni wahhabiti
con cui tali organizzazioni settarie social-colonialiste ed integrate
nell’apparato mediatico-disinformativo occidentali, quali sono appunto i
trotzkisti europei, hanno stretti legami.
Anne Alexander ha scritto un verboso articolone esprimendo sostegno al taqfirismo in Medio oriente contro l’Iraq di al-Maliqi, l’Iran sciita rivoluzionario, la Siria panaraba e la Libia panafricana, definendoli tutti dittature anti-proletarie, reazionarie e fasciste. Non casualmente proprio questi Paesi, e solo questi Paesi, sono avversari della NATO e dei relativi alleati regionali (Fratelli mussulmani, al-Qaida, Stato islamico, il taqfirismo in generale). Difatti Anne Alexander mischia militanza politica e lavoro ‘accademico’.
Alexander milita nel
SWP, il Socialisr Workers’ Party, ovvero l’ala estremista del Labur Party, il partito della sinistra imperialista per eccellenza. Il giornale del SWP, Socialism International, pubblica articoli a sostegno del golpe di Gladio in Ucraina;
quindi della repressione dell’opposizione al golpe, dell’operazione di
invasione e distruzione della Novorossija, mentre occulta il ruolo dei
neonazisti, dei mercenari occidentali e dei servizi segreti atlantisti (Gladio) nel colpo di Stato e nella guerra civile in Ucraina.
Giustificando tali posizioni definendo ‘fascisti’ gli operai e i minatori novorussi che
si sono opposti al colpo di Stato neonazista e atlantista in Ucraina.
Inutile dire che la stessa setta ‘marxista’ a cui aderisce la
ricercatrice, definisce imperialiste Russia e Cina, fascista Vladimir
Putin, e condanna il referendum popolare della Crimea, salvando le
popolazione dai massacri pianificati da Kiev, quale atto d’aggressione
imperialista della Russia, in perfetto allineamento con la volgare
propaganda antirussa della NATO. E quindi non è un caso che l’ente di
‘ricerca’ cui lavorava Giulio Regeni (di cui va ricordata la
‘fidanzatina ucraina’ usata come testimone indiretta nel suo caso), il
CRASSH appunto, avesse le stesse posizioni russofobe e filonaziste dei
trotzkisti dell’SWP sul caso dell’Ucraina, invocando l’intervento della
NATO per ‘liberare’ la Crimea e l’Ucraina dall’aggressione della ‘Guerra Ibrida’ di Putin.
Esprimendo, sempre non a caso, simpatia per il separatismo dei tartari di Crimea
ispirato dai neonazisti ucraini, dai Lupi grigi nazislamisti (attivi
anche contro la Siria), e dalla Turchia di Erdogan (Erdogan è anche
nemico del Presidente egiziano al-Sisi, che ha cercato di far rovesciare
tramite i Fratelli musulmani). Concludendo, su Ucraina, Siria, Iraq ed
Egitto quindi convergono le posizioni di Giulio Regeni, del ‘centro
studi’ CRASSH per cui lavorava, del trotzkismo social-colonialista
europeo (a cui aderivano Regeni e i suoi mentori), della NATO,
dell’imperialismo anglosassone, del neottomanismo turco e
dell’integralismo islamista, anti-socialista e filo-imperialista. E
tutto ciò, evidentemente, non è un caso o una coincidenza.
In Egitto, tale fronte islamo-social-imperialista vuole ricreare i disordini contro il governo di al-Sisi, sempre più orientato verso l’Eurasia e il blocco antiegemonico che va formandosi fuori e contro l’occidente imperialista, di cui le propaggini trotskiste ne rappresentano le antenne nel campo ‘socio-culturale’ mondiale. Ricordo che i trotzkisti hanno sempre avuto nel loro programma d’azione, fin dal 1948, la distruzione dell’URSS e delle potenze ‘burocratiche’, ovvero di tutto ciò che si contrappone all’imperialismo e al colonialismo. Le loro istanze sono l’instaurazione del puro social-colonialismo, la distruzione del processo di emancipazione dei Paesi del terzo mondo creando conflitti sociali artificiali o inventando ‘lotte di classe’ inesistenti. Abbandonati dopo il 2001, questi sicari dell’ultrasinistra di Gladio/NATO si sono ripresentati con la ‘primavera araba’.
Dal Watergate al Nilo
Giulio Regeni, sempre casualmente, ha lavorato dal settembre 2013 al settembre 2014 per l’azienda d’intelligence Oxford Analytica,
fondata da un ex-funzionario statunitense, David Young, implicato nel
caso Watergate. E sempre casualmente gli ex-colleghi di Regeni presso l’Oxford Analytica sono tra i promotori della petizione che chiede al governo inglese di fare pressione sull’Egitto,
“Giulio era un collega fantastico, socievole, divertente. Ci manca molto. Era estremamente cauto nel condurre il suo lavoro. Certo, c’è sempre la possibilità che abbia attirato l’attenzione di qualche gruppo pericoloso, ma da quanto sappiamo Giulio non si comportava in maniera avventata o negligente”.
Oxford Analytica, che raccoglie
intelligence politico-economica per enti privati e una cinquantina di
governi, ha uffici a Oxford, New York, Washington e Parigi, e una rete
di 1400 collaboratori. Regeni vi stilava “Daily Brief”
confidenziali, degli articoli quotidiani destinati alla clientela. Young
era uno dei responsabili del servizio di spionaggio di Richard Nixon.
Quando a seguito dello scandalo Watergate i suoi colleghi G. Gordon
Liddy e Howard Hunt finirono in prigione, Young emigrò nel Regno Unito
dove nel 1975 fondò l’Oxford Analytica, nel cui CdA compaiono
John Negroponte, il responsabile degli squadroni della morte della CIA
in Iraq nel 2003-2005, e Sir Colin McColl, ex-capo dell’MI6, il servizio
segreto inglese.
Alessandro Lattanzio, 16/2/2016
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Le stranezze del caso Regeni, ucciso dall'Arabia per far un dispetto all'Italia
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