Dal 1200 al 1600
circa, ha agito (nella quasi totalità del mondo occidentale d’allora), una forma
di controllo mentale e sociale ferreo e totalitario. Attraverso strumenti di
comodo e per motivazioni a volte risibili, le autorità politiche e religiose
irrompevano nella vita quotidiana di ogni essere umano, rapendolo, torturandolo
ed interrogandolo sino ad ottenere le confessioni desiderate e rendendolo
innocuo, con la carcerazione, il confino, la morte. Sull'inquisizione cattolica, c'è chi è in netto disaccordo. Questa forma di controllo
non ha comunque mai cessato di essere, ha solo cambiato metodi e denominazioni.
L’inquisizione
moderna è solo più subdola ed ubiqua, si avvale di tecnologie sofisticate e
mezzi di persuasione avanzati; tanto avanzati da risultare addirittura a volte quasi
invisibili. L’inquisitore si è come smaterializzato e diffuso, sino ad assumere
le sembianze di un amico, un collega, noi stessi.
L’inquisizione
moderna è una censura dei comportamenti e dei pensieri che a volte assume le
caratteristiche di una volontaria quanto incredibile autocensura. Gli inquisitori moderni
hanno assunto il controllo della società per intero, imponendo tempi, usi e
costumi, imprigionando gli esseri umani in luoghi fisici e mentali angusti,
innaturali, inadatti.
Il prodotto di
questa operazione di inquisizione è la costruzione di alte mura artificiali
invalicabili all’interno delle quali si apre un cammino a senso unico che si
restringe ogni giorno che passa. L’umanità è stata persuasa a passarci attraverso
per bere e mangiare, per muoversi o parlare.
Le mura
artificiali sono tappezzate di poster pubblicitari in modo che solo in pochi si
possano accorgere della loro vera natura. La distrazione e la bassa seduzione
facilita di molto il compito dell’inquisitore moderno. Ove tali bassi mezzi non
siano efficaci, intervengono le psicopolizie travestite da esattori, burocrati,
professori, giudici con i loro corollari di surreali kapò più o meno disumani.
RADIAZIONI DA UTILIZZO DI PORTATILI CON WI-FI
Il pericolo più
elevato di sempre è la libertà di pensiero. Non sono la azioni, gli agi o l’etica.
Questo è il tema sul quale ognuno di noi dovrebbe riflettere a lungo: la
libertà di pensiero, il suo errare spinto dall’imponderabilità. Davvero fa così
paura?
Ecco allora
svelato il senso della ‘buona scuola’ renziana. Non si tratta di aumentarne l’efficienza
(bella scusa, sempre valida) ma di impedire che possa amplificare le doti del
pensiero umano, che possa anche in qualche rarissimo attimo suggerire un’opzione,
una deviazione, un’opportunità. Buona scuola = mansueta scuola, un luogo
perduto tra wi-fi (per sterilizzare gli adolescenti?), mense ogm, protocolli ministeriali, interrogatori
polizieschi, schede invalsi, orari disarmonici e professori proni ai desiderata
dei vertici. Chi sono le streghe moderne? Tutti noi.
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