(Immagine presa dal web) |
Oggi vi parlerò della differenza fra agire e reagire. E devo dirvi che è
proprio una gran bella differenza! La maggior parte delle persone tende
a reagire, poche riescono ad agire. Ma come succede che alcuni sono
orientati verso l'azione mentre altri tendono, invece, verso la
reazione?
Per dare una risposta a questa domanda, occorre innanzitutto capire chi è
la persona che agisce e chi quella che si limita a reagire. Ogni giorno
nelle interazioni che si hanno con accadimenti e persone, ognuno di noi
è portato a tenere un determinato comportamento. Questo comportamento
sarà il frutto dell'educazione che questa persona ha ricevuto.
L'ambito familiare, infatti, tende a dare un orientamento netto già al
bambino in tenera età e, nella maggior parte dei casi, riuscirà a
condizionare il comportamento di quel bambino anche quando avrà
raggiunto l'età adulta. A parte rari casi, il bambino, una volta
divenuto adulto, tenderà a recitare il copione educativo così come
appreso nelle mura domestiche dai propri familiari.
In conseguenza di ciò, ogni evento, decisione, rapporto interpersonale
che questa persona si troverà di fronte, sarà gestito sulla base degli
schemi educativi acquisiti in precedenza. In questo caso si potrà
parlare di reazione in quanto il comportamento tenuto, e le conseguenti
decisioni prese, non saranno frutto di una riflessione accurata ed
autonoma ma, viceversa, saranno frutto di uno schema automatico
estrapolato dal background culturale educativo acquisito nei primi anni
di vita.
La reazione è il comportamento dell'uomo-robot, l'uomo che si comporta
sempre allo stesso modo di fronte allo stesso tipo di evento senza
nemmeno chiedersi più se valga la pena o no di uscire fuori dagli schemi
fino a quel momento adottati. Egli esegue e basta, dopotutto è un
sonnambulo che esegue i comandi installati dai suoi educatori. In questo
modo viene ad essere privato del libero arbitrio e della capacità di
discernimento tipica dell'uomo libero.
All'opposto della reazione si trova l'azione. Colui il quale agisce è
una persona libera da condizionamenti e schemi. Quando si agisce si ha
la capacità di valutare, di volta in volta, il comportamento da tenere
di fronte ad un accadimento dello stesso tipo. Si esce, insomma,
dall'ordinario modo di pensare dell'uomo-robot e si inizia, al contempo,
a pensare da uomo libero.
Chi agisce è una persona altamente evoluta, che ha lavorato su di se
smussando gli angoli e riuscendosi a lasciare alle spalle un'educazione
inadeguata rispetto alle sue esigenze di sviluppo spirituale. Attraverso
l'azione si riesce a compiere delle scelte nel QUI E ORA. Reagendo,
ciò non è quasi mai possibile in quanto si tende ad applicare
comportamenti schematici derivanti dal passato che possono non trovare
efficacia nel contesto attuale.
E' importante imparare ad AGIRE smettendo, al contempo, di REAGIRE.
Lasciamoci alle spalle gli schemi e l'educazione limitanti, liberiamoci
da questa prigione senza sbarre che ci ha tenuti, fino ad oggi,
prigionieri delle nostre stesse paure. Iniziamo ad ascoltare il nostro
cuore, uscendo dal processo di addomesticamento che ha prodotto tanti
uomini-robot, tutti tarati allo stesso livello per avere comportamenti
identici!
Cominciamo a ragionare con la mente e tutto il nostro Essere rivolti alla semplicità del QUI E ORA. Solo partendo dal QUI E ORA si vivrà ed agirà da persone libere. Il passato ormai è morto e, lungi dall'aiutarci, costituisce un ostacolo alla nostra libertà psicofisica. Voltiamo pagina e improvvisiamo. L'improvvisazione è creatività e azione, al contrario della schematicità che è comportamento da uomo-robot e, di conseguenza, reazione.
Vincenzo Bilotta
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