La nostra reale esistenza è Spirito, e
solo nella misura in cui percepiamo la nostra reale esistenza come
Spirito abbandoniamo il falso senso della vita come materiale. Poi
potremo vedere la vita strutturale dell'uomo, dell'animale e della
pianta come nient'altro che una proiezione della vera esistenza.
Quando arriviamo a questo stato di coscienza, iniziamo a ricevere
scintille dell'eterna essenza spirituale, non toccata da condizioni
materiali o da pensieri mortali.
Quando pensiamo a noi stessi
dimentichiamoci della nostra cosiddetta umanità, delle nostre
qualità umane e proviamo a capire quello che rappresentiamo come
coscienza.
Coscienza, vita, spirito, non possono
mai fallire. Il nostro compito è di rilassarci e lasciare che la
nostra anima si esprima.
C'è una guerra costante tra la carne e
lo spirito e questo continuerà fintanto che tratteniamo qualunque
misura di identificazione col corpo. Notate quanto spesso provate ad
applicare qualche verità metafisica ad un problema umano e
scoprirete la ragione del conflitto dentro di voi. Il nostro
obiettivo è l'ottenimento di una armonia spirituale piuttosto che
una continuazione di un senso materiale dell'esistenza con più
comodità e agio.
E' solo con la pratica spirituale e lo
studio che alla fine diventiamo consapevoli di un conflitto interno.
Ci godiamo momenti di picco e poi sprofondiamo nelle valli
dell'incertezza; otteniamo vittorie e poi facciamo esperienza del
fallimento; alterniamo tra apparenti bene e male, successi e
fallimenti, spiritualità e mortalità.
Questo è il conflitto
interiore che diviene evidente come la lotta tra la carne e lo
spirito. Questo finirà soltanto quando abbandoneremo il senso di
identificazione con un corpo mortale e otterremo la coscienza
dell'esistenza spirituale.
Un giorno qualcosa accade
interiormente. La coscienza si espande e vede ciò che prima era
invisibile. Si avverte un flusso di calore; una presenza mai
conosciuta prima che diviene davvero tangibile, davvero reale.
Di
solito questa è una esperienza fugace tanto che qualcuno potrebbe
non essere addirittura certo che sia accaduta. Indugia nella memoria
ma più come un sogno che come una attualità, finchè non accade
ancora, e questa volta più chiaramente, più definitamente e forse
più a lungo.
Gradualmente sorge nella coscienza la
realizzazione di una presenza che era già presente, che può essere
avvertita come strisciante sullo sfondo della coscienza.
Le persone o
i poteri che finora erano stati temuti ora scompaiono dalla vista,
dalla propria esperienza di vita, oppure sono percepiti come senza potere. I desideri divengono meno acuti. Le paure evaporano.
A questo punto la presenza interiore è
divenuta simile a un potere. Da una presenza occasionale è
diventata consapevolezza costante. Le forze del dolore e del piacere
insite nelle esperienze diminuiscono, laddove si diventa consci di un
potere interiore che produce e governa le circostanze della vita
esteriore armoniosamente e fruttuosamente.
Non c'è più paura dei
mali del mondo esterno né l'attaccamento intenso ai piaceri del mondo.
C'è una costante gioia interiore che
non ha bisogno di nessuno stimolo esterno.
Nel trovare la sua vita interiore
l'uomo trova pace, gioia, armonia, sicurezza.
Anche in mezzo a un
mondo che cade a pezzi egli si erge, saldo, intoccabile, vera e
propria manifestazione dell'essere immortale.
C'è un andare e venire senza un senso
di spazio o tempo, un crescere senza gradualità, una realizzazione
senza oggetto.
In questa coscienza il senso di
finitezza scompare e la visione è senza limiti, la vita è vista e
compresa come liberata dalle sue catene e come una bellezza senza
limiti.
In questa luce vediamo senza gli occhi,
sentiamo senza orecchie, capiamo cose che prima non potevamo capire.
Qui non ci sono premi né punizioni. C'è solo Armonia.
(Brano tratto da The Infinite Way, di
Joel Goldsmith)
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