“Tutte le scienze, anche quelle che vengono considerate ‘esatte’, posseggono un corpus di teorie, talvolta rivali, in continua evoluzione e revisione, non esenti da contraddizioni e incoerenze, comunque passibili di abbandono di parte o dell'intero della comunità scientifica.
Hanno quindi carattere provvisorio e probabilistico.
Il corpus freudiano è esempio tipico di ricerca incessante, quella che produce per l'appunto la instabilità e la caducità delle teorie…”.
Alberto Meotti
Come auto disinneschi tutto ciò?
Come, se… tutto ciò, tende ad avere la “prevalenza” (in) su di te, anticipatamente?
Nel senso che ti “riforma”, prima che tu riesca (possa) avere/farti una “tua idea”, basata sulla tua esperienza e memoria frattale espansa (non visto che “qua, così”, la memoria non è tua, dato che non ricorri alla memoria frattale espansa, nel momento in cui hai dimenticato il “è già successo”).
Non c’è che dire; è un gran “gomitolo” d’intrecci.
Ma (ma) qualcosa che ha “senso, direzione, ‘capo e coda’”.
Permetti questa “apertura sul personale (espansione)”:
Scorrendo lungo quella che è una vena ispirante. E lasciando da parte l’origine di detta corrente, fiducioso che, comunque, stia portando fuori (ricordando) qualcosa che “è” giusto ad angolo giro.
Qualcosa che anche da sol3, è già più che sufficiente per non interrogarsi troppo sulla relativa provenienza, “qua, così”; in qualcosa che è totalmente sotto al controllo della dominante, se non fosse per quel piccolo “particolare (in grado di rappresentare il fattore ‘leva’)”, che puoi riconoscere – come meglio credi o “ti viene” – a livello di caratteristica ambientale originale ossessiva (frattalità espansa).
Non solo.
Ciò che usualmente viene indicat3 come “cultura, sapere, competenza esperta, etc.”.
Anzi, di più, imparando attraverso il riconoscimento interno/esterno (rimbalzo, eco, doppio specchio, metodo indiretto, deduzione, osservazione, etc.), facendo esperienza, ricordando e (dulcis in fundo) dimenticando tutto ciò che costituirebbe solo ed esclusivamente una “zavorra”.
Ciò che usualmente viene indicat3 come “cultura, sapere, competenza esperta, etc.”.
In questa maniera, facendo sempre un “sunto compresso, contingente, contiguo e sensato, frattale espanso by la ‘formula’”… si espande il proprio, relativo assoluto, nucleo centrale portante (“personalità, essenza, quintessenza”), da una coralità coerente che “non butta via niente, non consumando nulla e non generando nuova ciclicità ‘qua così’”.
In questa maniera, l’esperienza si sviluppa e ritorna a ricongiungere aree già pienamente sviluppate e, semplicemente (causalmente)
lasciate a sé, in quanto ché... è l’indice della riconnessione che è
venuto a mancare, ossia, ad essere "inciso"… così da indurre a credere
ad una sorta di “abbandono” che, ad esempio, nella tradizione religiosa
si è codificat3 nell'espressione “padre nostro che sei nei cieli…”.
Se conservi, accumuli, tieni tutt3 per/in te, continuamente, non ti basterà tutto lo spazio del mondo per auto contenerl3.
Se (viceversa) fai tu3 la quintessenza di questo ammasso, allora non avrai nessun problema di auto contenimento.
Questo significa e si ritraduce nel fatto che, personalmente, la memoria si resetta molto presto, versando ogni volta il “valore aggiunto” nell'esperienza, e rilasciando tutto il resto… così come quel pescatore che cattura il pesce (preda) e poi lo rilascia subito dopo, trasformando in una sorta di “abbraccio” qualcosa che sino ad un certo punto è stat3, verosimilmente, la risposta all'esigenza artificiale del dover sopravvivere ad ogni costo “qua, così”.
Questo è qualcosa che viene continuamente ricordato a livello di “pensiero orientale”. Ma, non solo, ovviamente.
Questo è qualcosa che “è già stato” sviluppato, a livello globale "senza tempo".
Ad esempio, è qualcosa che vive (esiste) nel processo incarnato dal “proverbio, dalla massima, dalla metafora, dalla saggezza tradizionale più profonda e non appartenente a nessuna delle epoche a cui puoi fare direttamente la connessione ‘qua, così’”.
Bion ci pone apparentemente di fronte ad un paradosso, quando afferma, attraverso una teoria, che, al fine della psicoanalisi intesa come sapere e tecnica, sia necessario dimenticare le teorie.
Anche la sua andrà pertanto dimenticata, anche se ciò significherà l’averla applicata.
In realtà nulla può realmente essere dimenticato…
Non ci è dato saperlo. Da Bion a Tolstoj. Speculazioni immaginative sul funzionamento della mente - Michele Bardin
In
questa maniera, vai a disinnescare quella versione dell’Ego, che serve
per auto mantenerti “qua, così”, imprigionat3 senza nemmeno rendertene
conto.
Ovvio:
questa è la differenza che sussiste, consiste e circoscrive il fatto che “una volta” gli anziani erano i “saggi” e non i “matusa (per dirla, ancora, senza troppo offendere)”
questa è la differenza che intercorre tra l’avere una cultura enciclopedica (citando a memoria, ogni qual tipo di opera, saggio, scritto conoscibile, etc.) ed avere maturato una esperienza a tuttotondo, in grado di funzionare coerentemente con quel “livello dei valori universali”, che nessuna differenza linguistica, di costume o quant'altro, è in grado autenticamente di confondere e disturbare.
In questa maniera, difficilmente diverrai un “pozzo di scienza”, ma (ma) rimarrai sempre, in te, te.
E potrai esprimerti – in ogni contesto – andando al di là di ogni e qualsiasi inganno di parte, trappola intelligente, forma di razzismo, specificità, attendibilità accademica, difesa del relativo protettorato/protettore, etc.
La
tua forma autentica espressiva, infatti, “è” quella che il contesto
“esperienza, saggezza” ti riporta immediatamente a disposizione, ogni
volta, sempre, comunque e quantunque, anche se “qua, così” o come Diavolo intendi auto definire questa forma di realtà manifesta.
Dimenticare il dettaglio è separare l’essenza da tutto ciò che l’ha rivestita e, magari, persino protetta sino a “questo” momento.
La distillazione dell’informazione è la quintessenza non tanto del sapere e della cultura, quanto della preparazione più profonda, in grado di trascendere ogni “parata convenzionale”, in ogni forma di luogo comune, serietà, professionalità, ambito, gradazione, etc.
La discriminazione avviene, quando socialmente 1) perdi te stess3 nel tutto emerso “qua, così”, 2) confondi te stess3 col tutto avviluppante, 3) lasci te stess3 da qualche parte, che non corrisponde al “qua, così”, etc.
È come uscire di casa, “nud3” o, meglio, senza una parte dell’abbigliamento stagionale.
Quindi, non si tratta di “fare i pazzi”.
Si tratta di rimanere in sé.
Laddove questo “sé”, è il frutto della configurazione, atteggiamento, by la “formula”.
La “forma” migliore, sotto ad ogni punto di vista sostanziale, che permette di onorare sia te che, allo stesso tempo, l’intera umanità, senza colpo ferire e senza calpestare nulla, niente e nessun3… qualsiasi sia la tua decisione, azione, intenzione, credo, fede, desiderio, sogno, respiro, destino, fato, orbita, politica, etc.
L’auto
propagazione di questa “forma d’onda”, nella realtà manifesta, “è” –
provvidenzialmente ma causalmente – la “via” per riuscire dal “qua,
così”, continuando a rimanerci perfettamente dentro, senza per questo – più – farne parte, nella maniera in cui nei hai fatto parte sino ad ora.
“Nel mondo ma non del mondo…”.
La sostanza “esperienza (saggezza)” è il tuo distillato:
non averne più “memoria (indice)” è qualcosa che ti obbliga – auto deviandoti conseguentemente – a “girare in tondo”, senza fine di continuatività (ciclicità stagionale).
E a nulla serve che la scienza deviata osservi che “la storia si ripete (ma mai nella stessa maniera)”, nel momento in cui le "stagioni" si auto ripetono sempre (nella stessa, centrale, maniera).
Non c’è spazio per l’inganno “qua, così”:
infatti, esperienza e saggezza (dominante) recitano che
è molto meglio (per la conservazione del privilegio, del vantaggio e dell’anticipo… del potere)
indurre nella Massa quella sorta di auto inganno
che la mette nella condizione di non accorgersi, più, dell’inganno totale (la compresenza immanifesta dominante).
Auto inganno = fase inconscia. Segreto = dimenticanza. Cultura = perdita di “dettaglio” sostanziale…
La “moda” tende a obbligarti, attraverso i “tuoi” simili.
Nascondendo la ragione fondamentale, per la quale esiste la “moda”. Una forma di ciclicità che tende a far perdere sempre le “tracce” della propria origine e destinazione d'uso.
Allora, come deve diventare la “intercomunicazione” tra le persone, ad ogni livello?
Non più una “sfida”, malcelata o vanagloriosamente sbandierata. Di più, diventa “auto comprensione reciproca”, perché finalmente si ritorna a “parlare sostanzialmente la stessa lingua (intendendosi)”.
L’Ego personale va, dunque, al servizio di questa “lingua unica ed univoca”, assommandosi esponenzialmente, piuttosto che assommandosi aritmeticamente (applicando sempre il “modulo” e mai – mai – il “segno”).
Allora, di conseguenza, come in quella arte marziale caratterizzata dall'uso, per la difesa, di qualsiasi oggetto, situazione, presenti in loco… la comunicazione e la convivenza (esistenza) stessa, ritornano ad essere un “valore comune, globalmente acquisito”.
Puoi ricorrere a tutt3.
Puoi utilizzare qualsiasi ambito ed indotto. Anche quello della guerra, ma (ma) sempre disinnescato del proprio potere “auto deviante”. Ossia:
dimenticando in quanto superamento del dettaglio, di parte
ricordando in quanto distillato della sostanza, totale
facendo esperienza in quanto focus di saggezza, by la “formula”.
Senza la configurazione, atteggiamento, by la “formula”, non hai – infatti – un senso comune
per la globale espansa comprensione e riconoscimento, dal momento in
cui spira molto forte, “qua, così”, il vento interferente della
dominante che, ovvio, si oppone a tutto questo.
La mancanza, per ora, di feedback a/in questo spazio (potenziale), è a "quel" livello che va triangolat3:
la “prova (comprovata) del nove”
della “bontà” dell’edificio reale potenziale
da manifestare a pieno “qua, così”.
Della alternativa sostanziale.
La “risposta” alla tua domanda (pretenziosa ma centrale):
“Va bene. Ma, se è così, allora cosa posso farci?”.
Da tutto ciò, occorre trarre “forza” e non, al contrario, paura, desolazione, impotenza.
È molto meglio avere il pieno quadro della situazione “qua, così”, davanti e tutto attorno, piuttosto che ignorarlo per qualsiasi motivo più o meno razionale.
No?
Non vorresti conoscere tutto, relativamente alla dominante?
Se
pensi di no, allora, hai dimenticato proprio quel tempo, narrato
storicamente, caratterizzato dalla ripetitiva e ciclica forma di
invasione e conquista “straniera”:
Non c’è più una guerra da combattere, in quella maniera.
Sì.
Perché “qua, così” è tutto “già successo”.
Ed ora, stai “pagando (attraverso la ‘tua’ vita)” il frutto della possessione, divenut3 sempre più totale. Talmente globale da essere stat3 assunt3 e scambiat3 addirittura per la “norma”…
La società è oltremodo “blindata”,
da leggi, servizi dell’ordine, status quo, credo, teorie, lingue, fedi,
tifoserie, doveri e diritti, etc. d’ogni tipo, modo e fattezz3.
Ma tutto questo e di più, “serve” solo per auto mantenerti senza saperlo “qua, così”.
Per questo motivo, non capisci più come “va il mondo (perchè)”.
Anche se, forzatamente (ma senza ammetterlo a voce troppo alta), te lo fai comunque andare “bene”.
La realtà manifesta “qua, così” non è paradossale. È, anzi, piuttosto “esatta”.
Ti dice già tutto, di quello che 1) “è già successo” e per questo 2) continua a succedere, dato che 3) il piano reale manifesto è inclinato e, dunque, inerziale.
C’è un’ampia esattezza, perfezione ed auto regolamentazione causale:
come non lo riesci più a “vedere”?
Mef, entrate da giochi in crescita del 22,3% nel 2016.
È boom per l'erario dalle entrate dai giochi. Nel 2016 le entrate relative ai giochi - rende noto il Mef - presentano, nel complesso, una crescita molto sostenuta, pari al 22,3% (+2.654 milioni di euro).
Lo Stato è un “mezzo”.
E serve per autorizzare qualsiasi strategia, intenzione, intreccio…
sottodominante, ricorrendo alla “barca comune” dello Stato. Allo stesso tempo, lo Stato richiede la tua “attenzione”:
tu che sei dispost3 a difenderlo
segnatamente
quando lo Stato ti “chiama alle armi”
senza ascoltarti ma… obbligandoti “sul posto”.
E se (se) rigetti la chiamata, allora, ti ritrovi improvvisamente in una posizione “di/in difetto”.
Questa realtà manifesta “qua, così” è giusta parzialmente.
Cioè:
perfettamente giusta
ma
solo da una parte.
Motivo per il quale “se 1 + 1 = 2”, allora:
esiste tutto lo “spazio (potenziale)” per la
parte dominante.
Solo che, progressivamente, l’hai come dimenticat3 e, dunque, anche volendo – ora – non sai più dove esattamente si trov3.
Anzi, non arrivi nemmeno a porti questa discriminante.
Così, la ragione fondamentale rimane esattamente “dove” si ritrova “qua, così”:
ovunque
globalmente
non localmente
in leva
wireless, etc.
secondo gli attributi conferiti, simbolicamente, nell'immagine “sorda (e sordida)” di… Dio.
Dove trovi qualcosa che nemmeno riesci ad immaginare?
Da nessuna “parte”, poiché “non esiste ma c’è” e/o viceversa…
Senza definizione. Riconoscibile attraverso tutt3 (la "citazione" perfetta).
La mancanza di feedback (attuale e futuro), per quanto riguarda questo spazio (potenziale), è la cartina tornasole che indica ed indicherà il progresso, “virale”, dell’espansione (atteggiamento, configurazione) by la “formula”.
Qualcosa che passa (anche) dall'aggiornamento di questo spazio (potenziale)?
Sì. Ma, come al solito... non solo.
Evita di rimanere in attesa di un “nuovo” Salvatore.
“Fai (anticipa i tempi, permettendo l’avvento del ‘tempo’)…”.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2019
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