venerdì 21 aprile 2017

Sulla creazione della realtà... (ancora)


Una persona mi chiede (parafraso liberamente il contenuto della sua mail):
"Nel libro tu affermi che è importante avere un ideale ma che bisogna anche essere disposti a lasciarlo andare, perché potrebbe non realizzarsi mai. Questo è in contrasto con le mie conoscenze e anche con quelle fornitemi da quelli con cui mi sono formato [tralascio i nomi volutamente..] che insistono sul risultato, sull'ottenere, sul manifestare abbondanza e perfezione a tutti i livelli. Eppure la tua posizione ha mosso qualcosa dentro di me perché in effetti mi rendo conto che manifestare non è così semplice e diretto e che moltissimi di quelli che fanno corsi per manifestare poi non è che manifestino molto di che. Allora mi domando se c'è una verità o meno. Di chi debbo fidarmi? Inoltre tu eri uno che difendeva a spada tratta la manifestazione un tempo sui tuoi vecchi blog e siti.. che ne e stato ora di quella posizione, forse non ci credi più?"

La mia risposta:

Quando ho iniziato a lavorare con queste idee (non era ancora uscito The Secret) attraverso un bel libro di Florence Scovel Shinn (il gioco della vita) avevo bisogno come molti di cambiare una realtà non proprio piacevole soprattutto a livello lavorativo e iniziai a praticare tutta quella gamma di strumenti proposti nei vari libri e corsi sull'argomento. 
 
La mia esperienza era che queste cose funzionavano fintanto che uno continuava a fare esercizi su esercizi, visualizzazioni, energizzazioni varie e fintanto che, per così dire, dava la carica a queste forme pensiero. 
 
E' funzionale ma è una gran fatica, inoltre non sempre vuoi davvero ciò che credi di volere... e quando ti arriva spesso ti rendi conto che non ne avevi bisogno affatto. 
 
In più non tutto tendeva a materializzarsi anzi, molto di quello che chiedevo, arrivava distorto o non arrivava proprio, mentre altre cose arrivavano direttamente. 
 
Ora, se smettevo di fare pratiche, la realtà lentamente scivolava in uno stato nuovamente caotico e tendeva a ripresentarmi gli stessi problemi da cui ero partito. 
 
Cos'era che portava la realtà a dirigersi verso una specie di casino incontrollato anche senza che io ne fossi cosciente? 
 
Perché è questa la domanda più importante che devi farti ed è lì secondo me che giace un grosso segreto della nostra esistenza. 
 
Se continui a chiederti solo come puoi attrarre questo o quell'altro, preparati a una lunga serie di frustrazioni perché la cosiddetta legge di 'attrazione' non è che un uno per cento di un sistema di gran lunga più vasto. 
 
Pian piano mi sono reso conto che quella massa di forme pensiero che chiamiamo oggi inconscio o subconscio o come vuoi, aveva un potere trascinante della realtà nettamente superiore alla mia capacità di produrre forme pensiero, e che se non scioglievo prima quella massa tutti i miei esercizi di materializzazione sarebbero rimasti punti isolati. 
 
Incidentalmente in quel periodo incontrai un libro di un altro grande sconosciuto della letteratura cosiddetta new age che era John Randolph Price, che diceva la stessa identica cosa, e cioè che materializzare a comando era possibile ma abbastanza stupido e che c'era un modo migliore di procedere e soprattutto un modo più olistico, muovendosi secondo una fede profonda e un affidare, che è quello che ho cercato di spiegare sul libro. 
 
Quando ho capito questo la mia vita ha subito una trasformazione molto profonda. 
 
Talmente profonda che se guardo a 10 anni fa ora non posso riconoscere più chi fosse quello li. 
 
In fondo è scritto nella Bibbia, nel Corso in Miracoli e un po' dovunque, tieni il tuo occhio fisso su dio e tutto il resto ti sarà dato in aggiunta, TUTTO il resto significa tutto quello che veramente può renderti pieno e felice, ma questo può essere fatto solo sciogliendo quella massa inconscia di cui sei un portatore come tutti noi che siamo incarnati. 
 
Non è un compito semplice perché la prima cosa che accadrà se accetti questa sfida sarà che il tuo EGO si opporrà a tutto spiano... il tuo EGO, che è quello che pensa di avere bisogno di tutti questi giocattoli nella realtà, cercherà di convincerti a prendere strade senz'altro più seduttive, strade che ti insegneranno i benefici del manipolare la realtà. 
 
Ero anche io così e ho potuto provare a me stesso più volte il funzionamento di questa modalità operativa. 
 
Ma vedi, ogni volta che produci un effetto nella realtà tu smuovi forze infinitamente potenti delle quali sappiamo a  tutt'oggi veramente poco, forze che possono portarti a un grosso squilibrio se non impari a valutarle e gestirle coscientemente. 
 
Ci sono persone che criticano questo mio cambio di rotta rispetto al passato in cui gridavo a tutti che la 'coscienza crea la realtà', cercando nel far questo di convincere me stesso che era tutto qui, che potevamo davvero creare TUTTO QUELLO CHE VOGLIAMO. 
 
Purtroppo non è così e questo slogan consolatorio ha fatto presto a sciogliersi come neve al sole quando ho compreso che la nostra esistenza ha un senso evolutivo e non soltanto per l'appagamento dei sensi e la soddisfazione personale. 
 
Ci sono delle leggi, dei principi e non siamo illimitati per lo meno a questo livello di realtà. 
 
A chi vuole convincerti del contrario chiedi prove tangibili della sua illimitatezza, giudicali dai loro frutti e vedrai di chi fidarti o meno. 
 
Io credo di aver capito che la realtà non è un supermercato dove prendere quello che ci piace e scartare ciò che non vogliamo, e noto che chi procede in questa maniera finisce prima o poi in qualche disastro. 
 
Vedo più la realtà come una scuola dove imparare a trascendere la densità e le illusioni della realtà stessa ed aiutare gli altri a fare lo stesso. 
 
Non è che non credo più a ciò che dicevo anni fa, ma credo ci sia una strada più sensata per me adesso perché mi sono reso conto che qualsiasi ottenimento materiale a qualsiasi livello non potrà rendermi felice, non potrà sedare la mia duhkha, la mia divina insoddisfazione, perciò ho perso largamente interesse alla cosiddetta creazione della realtà pur rimanendo per me un principio cardine del mio modo di vivere. 
 
Ma questa è la mia posizione sulla questione, in questo momento della mia vita, magari fra dieci anni negherò tutto e abbraccerò un'altra posizione.
 
 
 
Andrea Panatta
 
 

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