“Abbiamo vinto. La gente non è più interessata ai propri diritti civili. È interessata al tenore di vita. Il mondo moderno, ormai, ha abbandonato le idee di libertà… Preferisce obbedire…”.
Assassin’s Creed
La “provocazione” è servita, in un mix di sostanza ed apparenza “alla quale non puoi dire di no”. Quale tipo di “preferenza” c’è in tutto ciò? Quale interesse, diritto ed… abbandono?
“Colui che lungamente medita, non sempre sceglie la cosa migliore…”.
J. W. Goethe
La “scelta”... tra quali possibilità esiste “qua, così”?
Puoi, forse, scegliere quale tipo di vita condurre?
Oppure, puoi solamente scegliere un in-certo “indirizzo”, tra tutti quelli che sembrano già unicamente esistere…
Qualcosa ti “precede”, e s’avvantaggia di un certo “anticipo” – che di per sé non può fare nessuna differenza – in grado, nell'attuale paradigma “in corso d’opera”, di farti segnare il passo, non visto che:
Qualcosa costituit3 da una teoria, sulla/nella quale – poi – si sono auto innestate tutte le altre.
La “teoria dominante”, ha reso la realtà manifesta “qua, così”, una forma normalizzata a partire dalla dima gerarchica/piramidale:
qualcosa che - sin già, proprio, a partire dalla figura che "evoca" - mette in evidenza persino la necessità di una ragione fondamentale – o pietra angolare (vertice distaccato) – “a monte” di tutt3.
Se (se) la gerarchia è tanto diffusa, ambientalmente, significa – a livello di simbolismo sostanziale frattale espanso – che deve esistere il nesso causale, originale, con la relativa (assoluta) fonte di riferimento unic3 ed univoc3, al di là di ogni dubbio, smarrimento, confusione, stress, ambivalenza, nebbia, teoria alternativa, etc.
La compresenza dominante è “qua, così”… immanifesta, in quanto ragione strategica fondamentale. Qualcosa di “troppo grande per essere, ancora, ricordat3 e – dunque – per risultare, ancora, evidente”…
A Filtro di Semplificazione attivo (una "garanzia", nonché un metodo di procedimento logico, possibile in quanto l’ambiente è a caratteristica frattale espansa: una tri-unità funzionale, che nella singolarità “una e trina” si sviscera nella memoria frattale espansa, oltre all'essere legge e strumento) – anche avendo dimenticato – puoi agire da una situazione di accortezza, che trae – a quel punto – forza, convincimento ed ispirazione… dal grado di informazione, auto esistente, che non può mai venire meno, essendo caratteristica ambientale.
Per
cui, da un simile “corpo di veduta” – molto più coeso e a tuttotondo,
rispetto al più semplice concetto di prospettiva – che si può sintetizzare nell'equazione by la “formula”, inizia a chiederti non tanto chi sia la dominante, quanto – di più – “dove sia (è)”:
sì, perché, la dominante è compresente
e non risulta nemmeno immaginabile
poiché è stata dimenticata causalmente…
Ed essendo compresente, significa che è 1) umana (almeno nella sua base componente, del Dominio, 2) fisica, 3) abitante, quindi, in qualche luogo della Terra…
Guarda al medioevo (tanto per utilizzare il luogo comune più classico):
quando esistevano tanti possedimenti territoriali, accentrati attorno alla figura della “proprietà unica”
quando, tali terre, erano tanto grandi da diventare un centro di potere non indifferente
quando, allora, certe persone iniziarono ad essere chiamate “Signore”
qualcosa che affondava, già a quel tempo, ad epoche antiche, in cui le ricchezze accentrate nelle mani di pochi, avevano preso vie trascendenti la storia – narrata dai “ghostwriter” del tempo – in maniera tale da far perdere ogni traccia.
Ad un livello inferiore, rispetto a quello dominante (alla cui portata “tutto è compiuto”), alias... a livello sottodominante, tutto prende a replicare il momento di “è già successo”:
le ricchezze scompaiono dal “registro storico (deviato)” e la storia narra di imperi a cui si susseguono altri imperi, senza mai tracciare un filo comune conduttore, a livello di “perché”.
Quando
il “Signore”, che edificava il proprio simbolo di potere (con il
castello), attirava attorno a sé la propria “corte”, questa era composta
da una “catena di subordinat3” con la tendenza a 1) difendere il regno, se attaccati dall'esterno e 2) cogliere l’attimo, non appena le condizioni lo avrebbero permesso, per non perdere mai il "proprio" status privilegiato…
La “galassia” era composta da cariche nobiliari, da “promesse” che erano state mantenute, in grado di differenziare rispetto alla Massa.
Le referenze del tempo.Le "etichette" che tracciavano un solco, ideale.
Il rafforzamento del concetto di potere, permesso dall'ammasso di disponibilità in denaro.
L’influenza che permetteva a questa gente, di frequentare un certo livello, senza mai incrociare quello "altro", lasciato a lavorare per tutt3, secondo una logica del tutto artificiale – eppure – in grado di cortocircuitare quella valenza centrale e portante di “buonsenso”, che la sola stretta di mano aveva sancito sino a prima della “necessità” di concepire l'artifizio del “contratto”…
Il nostro tempo consegna alle humanities l'analisi urgente di fenomeni sociali drammatici e di difficile soluzione.
Molto spesso la linea comune che lega le loro differenti forme è una sorta di eclissi dell'educazione alla relazionalità.
E alla base di essa pare esserci un diffuso torpore del mondo affettivo ed emotivo che portano a un'apatia generalizzata e all'evitamento di scambi significativi con l'altro.
Di questa mutazione antropologica si prova a fornire una lettura psicopedagogica focalizzata sul concetto di personalità normotica di Christopher Bollas.
I soggetti normotici sono persone "anormalmente normali" che nascondono, dietro una rassicurante routine integrata socialmente, una impossibilità di pensare e comunicare il proprio mondo interiore…
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i soggetti normotici sono persone "anormalmente normali" che nascondono, dietro una rassicurante routine integrata socialmente, una impossibilità di pensare e comunicare il proprio mondo interiore (perché?)
una sorta di eclissi dell'educazione alla relazionalità. E alla base di essa pare esserci un diffuso torpore del mondo affettivo ed emotivo che portano a un'apatia generalizzata e all'evitamento di scambi significativi con l'altro (perché?)…
Questo spazio (potenziale) ha già, da tempo, ricordato questo “perché”. Quanto, ora, è utile ritornare a “documentarlo”, proprio alla luce di:
una impossibilità di pensare e comunicare il proprio mondo interiore
una sorta di eclissi dell'educazione alla relazionalità
un diffuso torpore del mondo affettivo ed emotivo
un'apatia generalizzata
all'evitamento di scambi significativi con l'altro…
Tutto questo è “desiderato”. Da cosa (chi)? Tutto questo è causale (perché?). Tutto questo è:
"anormalmente normale”
secondo quell'inclinazione “esperta”, che tende a classificare tutto, senza per/con questo mai andare alla ragione fondamentale di questa “anomalia”, scambiata per “normale”.
La compresenza della dominante, anche se immanifesta, comporta che per ragioni infrastrutturali
– operative a livello globale, native, implementate all'origine – da
una simile “entità ibrida totale (parte fisica e parte virale)” prendano
forma ed azione “ad immagine e somiglianza”, ogni genere di accadimento a qualsiasi livello, organizzazione, grado e “pseudo differenziazione apparente”…
Il tutto “qua, così”, allora, prende la via, il concetto, la forma, la sostanza, etc. della dominante, anche contro l’intenzione della stessa che, strategicamente, ha optato proprio per il non apparire nemmeno a livello del ricordo e della immaginazione.
Svelata, comunque, dalla memoria frattale espansa...
Come auto cancellandosi dal tutt3, evitando di essere presa in considerazione, seppure ragione fondamentale assoluta, a capo della direzione che si avvera in destino (orbita) umana d’assieme.
Senza una consapevolezza di questa portata, conseguono analisi – d’ogni tipo – solo ed esclusivamente parziali, alias:
dominate
sottilmente…
O gli organismi internazionali, preposti alla elaborazione di regole valide per tutti, saranno in grado di stilare una tavola dei principi etici che devono indirizzare ovunque i comportamenti di tutti gli operatori economici oppure ci troveremo sempre davanti a democrazie fragili che non riescono a vincere la tendenza sovrana degli interessi globalizzati delle grandi corporation…
Se il richiamo all'etica è in sé condivisibile, l'analisi di Navarro-Valls ne oltrepassa, però, il perimetro e indica nel venir meno della politica nella sua funzione di difesa degli interessi generali dell'umanità, il punto di rottura degli equilibri che ne assicurano un grado accettabile e vitale di convivenza.
Questo venir meno della politica si verifica nella sua sopravvenuta incapacità di elaborare e imporre regole ai macro-fenomeni insorgenti e dilaganti con dinamiche assolutamente anarchiche. Per questo la marea nera del Golfo è assimilabile alla crisi finanziaria che dopo aver terremotato gli Stati Uniti rischia ora di far saltare l'euro.
L'equazione è la stessa:
dato un macro fenomeno sia esso ambientale, economico o altro, se la politica non riesce a monitorarlo e ad ordinarlo a monte, presto o tardi la sregolatezza delle pulsioni provoca deflagrazioni ingovernabili.
Fino a qualche decennio fa non era così.
Le regole che il mondo libero si era dato nel periodo post bellico assicuravano un progressivo benessere senza eccessivi traumi alle economie di mercato, temperate dal Welfare socialdemocratico.
Il mondo del "socialismo reale" da Berlino a Vladivostok, pur soggetto a una dittatura che invadeva ogni spazio individuale e collettivo, appariva in lenta marcia verso un relativo miglioramento materiale, tramite una pianificazione pesante e burocratica, purtuttavia esente da crisi apparenti, grazie all'ammortizzatore dei bassi consumi…
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fino a qualche decennio fa non era così (davvero?)
una tavola dei principi etici che devono indirizzare ovunque i comportamenti di tutt3 (manca)
interessi generali dell'umanità (mancano)
l'equazione è la stessa (esiste, ed è la “formula”)
è la “luce” che polarizza tutt3
ogni “fenomeno naturale” riflette la ragione fondamentale
ad un livello di osservanza (legge, strumento, memoria… tri-unitaria, frattale espansa)
che discende dal fondamento infrastrutturale per il funzionamento dell’ambiente in toto.
Qualcosa che... “in Dio” si è focalizzato, a livello di immagine, simbolo, sostanza… essendo venut3 meno la compresenza fisica, manifesta, della dominante.
E:
riflettersi in una immagine vero somigliante, ma distaccata per valenza pratica
significa, nella sostanza
auto disinnescare la Massa
avendo vinto la relativa, memoria relativa…
Di “Dio” non te ne fai nulla, infatti… mentre, sapendo della dominante, inizi a fiutarla ovunque si ritrovi, anche “qua, così”:
La Luna è in bianco e nero? Allora, le pietre riportare a terra, perché sono, anche, colorate?
Il “colore” è solo dentro alle navicelle o sulla Terra?
“A me piace lavorare con la gente. Ho rapporti diretti e interessanti con il dottor Poole e con il dottor Bowman.
Le mie responsabilità coprono tutte le operazioni dell'astronave, quindi sono perennemente occupato.
Utilizzo le mie capacità nel modo più completo; il che, io credo, è il massimo che qualsiasi entità cosciente possa mai sperare di fare…”.
Hal 9000
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2009
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