L'ideale è la destinazione. Non puoi muoverti su nessuna linea di vita diversa da quella che hai senza un ideale e pur tuttavia non puoi fare a meno di essere disposto a che non si realizzi mai. Una contraddizione?
Ma se voglio qualcosa non dovrei spingere per ottenerla, sforzarmi di visualizzarla, forzare tutti i pensieri in quella direzione?
No. Spingere disperatamente la vita in una direzione non farà che rendere più solidi i muri della tua resistenza.
Non puoi fare un buco nel velo dell'illusione se prima non riesci a renderti conto che quell'illusione che vivi è stata prodotta da energie operanti che partivano da te.
Non puoi andare oltre quel muro se non impari a vedere te stesso in quel muro che ti impedisce il cambiamento.
Non potrai fare nessun passo avanti se non farai luce su quello che è nascosto nella cantina buia nella quale ammassi tutto ciò che non vuoi vedere, sentire, sperimentare.
L'ideale dovrebbe essere allora il pretesto per fare questo lavoro di scrematura, e non la scusa per evitarlo.
Se stai andando verso una linea di vita differente, prima di tutto abbi un ideale, qualcosa per cui il tuo cuore si infiamma, qualcosa per cui varrebbe davvero la pena vivere.
Poi guarda tutto quello che ti impedisce di realizzarlo e sappi che è un prodotto del tuo subconscio e della tua storia personale.
Infine sii disposto a rinunciarci definitivamente, fai in modo che l'idea di non riuscire a raggiungerlo mai non ti tocchi neanche un po'.
Così facendo, che l'ideale si realizzi o meno, la tua vita prenderà a scorrere nel flusso, e si creerà davanti a te un percorso degno di essere attraversato nella sua interezza.
Andrea Panatta
fonte: http://maghierranti.blogspot.it/2015/10/lideale-e-il-reale.html
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