L’immagine
può “dire (rappresentare, incarnare, evocare, etc.)” di più di una
intera enciclopedia, di un saggio, di uno studio, di quello che vuoi. Perché?
Perché, tale è la natura del simbolismo sostanziale frattale espanso... e la mente coglie degli aspetti particolari che rientrano nel campo dell’insieme d'assieme (qualcosa che va al di là della facciata convenevole apparente, frutto di una “appartenenza più o meno conscia”).Un tipo di “insiemistica” che la scienza esperta deviata, ha tentato di mettere a fuoco, osservando la questione attraverso una certa, e data, mono prospettiva angolare.
È come se, al fine di studiare un fenomeno, costituito da una infinità di altri complessi, si omettesse di approfondire la questione simbolic3 sostanziale frattale espansa, sia delle parti che dell’assieme.Detta così, sembra che la frattalità espansa sia già una materia universitaria. Vero?
Sembra (sembra) che… essa costituisca già il caposaldo, attraverso il quale s’inquadra e penetra il significato di tutto il resto, che è “solamente conseguenza (seppure 'creazione')”.
Infatti, lo sembra, ma non lo è (ancora), pur essendo e dunque “è (già)”…
Se (se) al posto della relatività ristretta e/o generale, di Einstein, ci metti la frattalità espansa, che cosa succede?
Improvvisamente, ma di certo causalmente, il tempo prende a scorrere all'inverso, riportando tutt3 (anche se “qua, così”) al momento di “è già successo”:
Improvvisamente, ma di certo causalmente, il tempo prende a scorrere all'inverso, riportando tutt3 (anche se “qua, così”) al momento di “è già successo”:
nessun effetto speciale
benintesi
di più
il ritorno della memoria (nessuna delimitazione, dunque).Tutto qua.
E, con un simile “punto di ripristino (aggiornato)”, la forma sociale, globale, reale manifesta “qua, così”… finalmente, è libera di cambiare “sostanzialmente”, oltre ad ogni fermo immagine, sempre dipendente e rientrante nell’ambito della più semplice “trasformazione”.
Attraverso la frattalità espansa, puoi inquadrare tutt3 – non tanto da una singola prospettiva, quanto – da una compattezza (“corpo centrale”) a tuttotondo, che la prospettiva non può ambire di riuscire ad eguagliare.
Per mezzo della “formula”, hai la esatta possibilità di – non inquadrare, ma – vivere la realtà manifesta, in una maniera del tutto “tonda, piena, assoluta”, tanto da riuscire a renderla a “tua immagine e somiglianza”.
Ossia... di esistere e vivere allo stesso tempo, pienamente realizzat3, secondo il principio della giurisdizione e della giustizia ad angolo giro (vai a recuperare il significato più intimo e vero, della “formula”)…
Questo punto (giurisdizione) è il cardine che proprio non riesci più a comprendere (ricordare). Infatti, “qua, così” sei portat3 a pensare che:
tutto sia delimitato, limitato, a scadenza, troppo poco per tutt3…
Sembra (sembra) che le risorse siano sempre scarse.
Per questo motivo, il “pallino” è saldamente nelle mani di gruppi di potere (sottodominanti), mentre le regole del giogo sono decise, per tutt3, dalla compresenza immanifesta dominante che, per l’esattezza, usufruisce del tutt3, proprio perché 1) ricorda, 2) dispone, 3) predispone, 4) utilizza, 5) ordina, 6) autorizza o non autorizza, 7) comanda, 8) forma, 9) ambisce a… 10) etc. etc. etc.
Che cosa è questo “tutt3”?
Il tutt3 “è” potenziale. Per la precisione “è”:
realtà potenziale.
E... la “differenza di potenziale” genera (autorizza) l’emersione di un certo tipo di realtà manifesta, piuttosto che…
Questo funzionamento avviene poiché l’ambiente, che riconosci solo come manifestazione reale, “è” una sorta di lavagna per la manifestazione, sì, ma di ogni tipo (nessuna variante esclusa).
Dal potenziale, la grande concentrazione di massa, giurisdizionale, compresente ma immanifesta, dominante… ha estratto il “qua, così”.
E lo ha potuto “Fare”, dal momento in cui ess3 è rimasta (in) se stess3. Alias, non è stata travolta e stravolta da nessun “evento”.
Anzi, ogni evento è stato disinnescato; qualsiasi tipo di realtà manifesta fosse già sviluppata “prima” dell’avvento dominante (momento di “è già successo”).
Allora, come può succedere ciò?
Può succedere solo se (se) esiste qualcosa che 1) regola e permette il funzionamento complessivo della differenza di potenziale, 2) funziona al di là di ogni parte, e 3) garantisce una durata sufficientemente lunga, da risultare misurabile solo attraverso la particella lessicale “eternità” (senza questo tipo di “apparenza”, le singolarità non trarrebbero sufficiente mordente, tale da indurle a credere di potere instaurare il proprio “Regno sulla Terra”, e il “gioco non varrebbe la candela”).
Di
conseguenza, la caratteristica frattale espansa “è” una parte del
funzionamento, nel funzionamento di qualcosa di molto più “complesso e
funzionale”. Appunto, il:
sistema operativa frattale espanso
la tri-unità fondamentale
legge
strumento
memoria…
Qualcosa che “non ti precede” tuttavia, essendo una “costruzione” che nulla a che vedere con la tua origine.
Tu ci sei dentro, così come un “pilota” è dentro ad un insieme di strutture, nidificate, ma… il pilota non è nato lì e la sua origine non dipende dall'esistenza o meno di queste strutture:
il “pilota” è lì
per qualche motivo
che potrebbe essere 1) la propria intenzione di…
o, purtroppo per ess3
2) la “propria” intenzione di…
Il sistema operativo è artificiale (e non potrebbe essere diversamente), dato che “serve” per…
Per “chi/cosa”?
La risposta è molteplice; come nel rispondere ad un quesito (curiosità) che prende in esame ogni tipo di variabile, costante, differenziale, specifica, caratteristica, senso, orientamento, spessore, analisi, problema, direzione, obiettivo, interesse, credo, teoria, dogma, etc.
La risposta “è”:
non tanto, “dipende”
quanto…
in quale “stato” versi tu, ora, “qua, così”?
Se non risulti dimentic3 di qualcosa, non è detto che tu non lo sei.
E, non ricordando (o ricordando parzialmente, quello che devi ricordare), come puoi credere a tutto ciò che ti viene detto (di-mostrato) “qua, così”?
In questo senso, allora, “dipende”.
Ma da “cosa” dipende?
Dalla tua centralità in te stess3. E, venendo meno, dunque, da “chi” dipende? Da tutto ciò che ha preso il sopravvento “qua, così” nei secoli dei secoli…
Una compresenza (dominante) che, guarda non caso, ricorda proprio quella del sistema operativo frattale espanso che, analogamente, è compresente ma immanifest3 (per come riesci ad accorgerti di un simile prodigio).
Bada bene, però, che le due “sfere” non sono la stessa “cosa”, poiché sarebbe come paragonare le mele ed il cesto che le contiene, anzi… di più:
il tavolo sul quale è il cesto
l’ambiente nel quale è il tavolo
la casa stessa
il quartiere
la città
lo Stato
il continente
il pianeta e “alla via così”… tutt3 lo "Spazio Sostanza".
La dominante è la mela nel cesto. Il sistema operativo frattale espanso “è”.
E tu, chi/cosa sei, allora?
Potenzialmente, tutt3. Ma, solo se lo intendi “manifestare a pieno”…
È una “scelta”, insomma. Una scelta sostanziale che “prendi da qualche parte, in qualche momento, dimenticando tutto se continuamente ‘qua, così’”.
Le regole di durata (giustizia ad angolo giro) non ci sono, infatti, se decadi in una situazione simile.
O, meglio, le regole sono decise, per te, non da te. Non più da te, bensì, dalla dominante… che è una o più singolarità, come te, nella parte relativa al Dominio (del tutto umano), mentre la simbiosi si completa e continua attraverso la possessione del Dominio, per parte della dominante (che ricorda di più il principio virale della malattia, tentazione, corruzione, etc.).
Ora, detto (scritto) tutto questo, vediti le prossime immagini e trova il modo di coglierne a tuttotondo “il pieno significato”, estrapolandolo dal simbolismo sostanziale frattale espanso, rievocato attraverso la configurazione by la “formula”.
In queste immagini c’è tutt3.
Ma (ma) ti sei abituat3 “qua, così” a cogliere solo il frutto della “proposizione altrui”. Allora:
nota la scritta “quinoa”, che si rende manifesta attraverso i “semini di quinoa”
utilizzando lo spazio (vuoto/pieno = contrasto)
come se ogni singolarità 1) parlasse la stessa “lingua (simbolica sostanziale)”, 2) fosse chiamata a manifestarsi nell'assieme collaborativo, 3) s’emanasse sino a raggiungere una sorta di completamento superiore. E, d’assieme, come se ogni singolarità potesse dare luogo a qualsiasi tipo di “scritta (apparenza, oltre che a sostanza = identità)”.
Pensa se invece di comparire la scritta “quinoa”, si materializzasse “caffè”.
Che cosa succederebbe, nella sostanza delle “cose”?
Che, qualche “semino (di quinoa)” è riuscito a convincere/utilizzare tutti gli altri, in maniera tale da indurli ad auto identificarsi attraverso (con) le caratteristiche del “caffè”.
Tutto è possibile. Ricordalo. Perché il reale potenziale ammette tutt3…
Di questa “proprietà” era conscio l’intero genere umano, ma… nel tempo, dall’avvento della dominante, il genere umano (al 99%) lo ha dimenticato. E quel “piccolo” 1%, invece, lo ricorda - ancora “adesso” - molto bene, non visto che… “ha costruito il proprio impero terreno, proprio su questo assunto di base, fondamentale”.
Perché è stato scelto, oltre un secolo fa, il petrolio, per far funzionare le “macchine”?
Perché, un certo tipo di potere (che poteva e doveva "investire") aveva la necessità di cimentarsi in qualcosa che avesse una portata perlomeno secolare (questa è la prospettiva della sottodominante).
In questo modo, un simile “investimento” aveva un senso, dalla prospettiva di coloro che erano interessati ad un simile “affare”.
Così, il vantaggio si è potuto realizzare.
Dopo che per tutto questo tempo, la stessa “proprietà” si è arricchita a dismisura, assumendo un ruolo sempre più centrale ed espanso, dentro ed oltre alla sfera sociale, globale, umana.
Qualcosa che, “ora, può permettersi di decidere per te, il 'tuo' futuro (attraverso l’orientamento, che ti predispone all’auto orientamento)”…
In
questi anni di transizione ragionata, dal petrolio a…, la strategia non
è mai cambiata e, ancora una volta, lo stesso potere sottodominante
punterà a qualcosa che gli permetterà di aumentare la propria grande
concentrazione di massa, giurisdizionalmente (sino al punto massimo, concesso, dalla dominante che “non esiste ma c’è e/o non c’è ma esiste”).
I “reset” avverranno sempre, in maniera tale da soggiogare (“spegnere”) le varie sottodominanti, allorquando sconfinano dalla propria capacità, concessa giurisdizionalmente.
Le immagini del “cratere”, invece, ti trasmettono proprio l’informazione di 1) qualcosa che si muove, 2) una sorta di organismo dotato di forma propria, 3) come un virus, 4) come una forma di vita che oltrepassa tutto e 5) usa e si nutre di tutt3 “qua, così”.
Non trovi?
È solo casualità, detta “forma”?
Sì, se non ti accorgi. Alias:
se non ti applichi attraverso la “formula”, al fine di decodificare il simbolismo sostanziale frattale espanso (nulla succede per caso, se non lasci nulla al caso).
Non è, dunque, casualità, quando – fondamentalmente – ogni ambito del processo è sotto al controllo del funzionamento d’assieme, parte per parte, nonostante le parti non ne siano più consce (hanno dimenticato, ignorano, etc.):
il funzionamento d’assieme
è garantito dal sistema operativo frattale espanso
che autorizza (permette)
l’emersione di ogni tipo di realtà manifesta
ottenuta e ricavata (dalle singolarità umane, oppure dall'assieme umano)
per discioglimento del “ghiacciaio del reale potenziale”.
Qualcosa
che avviene attraverso una “scelta (disposizione, configurazione,
grande concentrazione di massa)”, che necessita della propria autentica
compresenza in sé/te:
la configurazione by la “formula” (il modo di dialogare, farti sentire ed intenderti con il “Genio” frattale espanso)
che ti permette di “auto realizzarti” a livello di manifestazione “ad immagine e somiglianza” nell’ambito della emersione, ad hoc, di realtà manifesta…
Ed ora, ciliegina sulla torta (che serve per non ricadere, sempre, all’interno del loop “Caverna”):
tutto ciò, tutto questo, tutt3
è un artificio (così come ogni volta che intendi prendere in esame l’ambito della “creazione”).
Questa è la “via (regola, orientamento, senso, etc.)” che ti permette di “riuscire” anche dal concetto di “sistema operativo frattale espanso”:
al di là dell’artificio
esiste un altro livello
costituito
ancora
dall'umanità
che esperimenta un modo per evocare ed assorbire la compresenza immanifesta virale (che al di là, dentro, all'esperimento, viene non ricordata come la “dominante”), che costituisce – allo stesso tempo – sia il blocco all'evoluzione che il suo esatto opposto, nel momento in cui
si stabilisce una connessione sensata e reciproca
a livello di conoscenza, memoria, senso, etc.
Dunque:
il sistema operativo frattale espanso
“è”
ancora la Caverna
ma
da questo “momento”
in poi
“è”
prima ancora
la “porta d’uscita dalla Caverna”.
Al di là c’è, ancora, l’umanità... “ferma” ad un livello diverso della sua esperienza e cammino.
Ma, una umanità che è alle prese con lo stesso tipo di problema che “qua, così” si è reso immanifesto, proprio per auto cancellarsi dalla memoria umana, proiettata by l’esperimento:
qualcosa che si difende
qualcosa che teme per sé
qualcosa che va compres3, dunque
al fine di conferire un senso, nel senso dell’esperimento (continuatività senza eco e senza oblio).
Ora, collaborare
con l’umanità che è al di là dell’esperimento, è responsabilità piena e
collimante con la direzione auspicata, “qua, così”, in qualcosa nel
quale la dominante stessa è prigioniera:
qualcosa che ricorda da vicino una sorta di isolamento, di quarantena, etc.
Questa è l’uscita dal loop.
E ciò fa solo che bene alla “tua” mente “qua, così”.
Ginnastica iper elastica mentale:
una “App” che ti permette di sviluppare virtuosismo insospettabile
ossia
dimenticato
ma, non solo per questo,
sempre possibile.
Al di là dell’ambito, evocato nella seguente citazione, cogli piuttosto il nesso frattale espanso con la “capacità di dimenticare”, vissut3 e riabilitat3 proprio in funzione proattiva, portante e centrale, relativamente all'assoluto potenziale della singolarità:
“La capacità di ricordare quanto ha detto il paziente deve andare di pari passo con la capacità di dimenticare, sì che ogni seduta sia una seduta nuova, vale a dire una situazione ignota, da indagare psicoanaliticamente, senza essere troppo offuscata da preconcetti e concetti erronei…”.
Wilfred Bion
Dimenticare, sì.
“Fai…”.Ma, “consenso (senza dimenticare l’auto orientamento proprio, superiore, di essere l'osservazione stessa)”.
È questo tipo di “bussola” che manca “qua, così”.
Anzi, non manca ma è, “solo”, sepolt3 da qualche parte, così come la memoria non si perde, ma è il suo accesso che viene smarrito (indice).
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2016
Nessun commento:
Posta un commento