Le forze armate statunitensi, per ora, hanno rinunciato ad occupare la
Siria sudorientale. Recenti note alla conferenza stampa del dipartimento
della Difesa riconoscono la sconfitta dei piani originali.
Riprendiamo:
i militari statunitensi avevano occupato il valico di frontiera di
al-Tanaf tra Siria e Iraq, 12 chilometri ad est del triangolo di confine
tra Siria e Iraq. La strada economicamente importante tra Damasco e
Baghdad attraversa al-Tanaf. Quando le forze governative siriane si
avvicinarono ad al-Tanaf, le forze statunitensi le bombardarono
dichiarando unilateralmente la “zona di deconflitto”, ossia il
territorio occupato attorno alla stazione.
Il piano statunitense doveva
interrompere ogni collegamento tra le regioni siriane ad ovest e l’Iraq
ad est, avanzando a nord da al-Tanaf fino alla valle dell’Eufrate, verso
Dayr al-Zur. Neoconservatori e propagandisti sionisti affermarono che
era necessario spezzare la “mezzaluna sciita” che avrebbe collegato
l’Iran al Libano attraverso Iraq e Siria. Le forze statunitensi
avrebbero interrotto il sostegno iraniano ad Hezbollah che
difende il Libano dalle incursioni israeliane. Ma la “mezzaluna sciita”
non era che un’idea. I rifornimenti dell’Iran ad Hezbollah non sono mai
dipesi da un solo collegamento territoriale.
La connessione a
“mezzaluna” non fu interrotta quando l’Iraq era occupato dagli USA o lo
SIIL dominava la zona. Il piano reale degli USA era molto più grande,
controllare un corridoio sunnita dal confine saudita-iracheno, nella
provincia di Anbar nell’Iraq occidentale, attraverso la Siria
sudorientale e la Siria nordorientale occupata dai curdi fino alla
Turchia. Questo era il piano del “principato salafita” indicato da un
documento dell’intelligence della difesa del 2012.
Le
forze siriane (rosse), con il sostegno iracheno, hanno sabotato i piani
statunitensi collegando la Siria occidentale al confine
iracheno-siriano a nord di al-Tanaf (blu), incontrando le forze irachene
alleate al confine a nord-est di al-Tanaf e avanzando a nord-est lungo
il confine verso Abu Qamal e la valle dell’Eufrate.
Il comando russo ha detto agli Stati Uniti che qualsiasi attacco a queste forze sarebbe un atto ostile che verrebbe punito severamente. Per chiarire la cosa, l’Iran lanciava missili a media gittata dal territorio iraniano sullo Stato islamico in Siria. I russi lanciavano missili da crociera dal Mediterraneo su obiettivi simili.
Il messaggio
era che il piccolo contingente statunitense da al-Tanaf sarebbe stato
spazzato via se i militari statunitensi avessero continuato a ostacolare
le forze siriane. Nel frattempo le Unità di mobilitazione popolari
(PMU) provenienti dall’Iraq, alleate della Siria, si avvicinavano ad
al-Tanaf da sud. Le forze statunitensi non hanno dove andare se non a
casa. Come scrivemmo il 13 giugno, ‘Siria, la fine della guerra è ora in
vista’:
“I piani statunitensi in Siria meridionale, occidentale ed orientale sono falliti. A meno che l’amministrazione Trump non sia disposta ad investire altre importanti forze ed avviare apertamente e contro il diritto la guerra a governo siriano ed alleati, la situazione viene contenuta. Le forze siriane libereranno tutti territori a sud, attualmente occupati dai vari fantocci statunitensi ed altri gruppi terroristici. Tutte le recenti provocazioni dagli Stati Uniti non hanno impedito i piani del governo siriano e l’avanzata su Dayr al-Zur”.
In una piccola conferenza stampa, i militari statunitensi praticamente riconoscevano la sconfitta dei loro piani:
“Washington (AP) – La coalizione militare statunitense che combatte lo Stato islamico accoglierà uno sforzo concertato di governo siriano e forze partner, sostenute dall’Iran, per sconfiggere lo SIIL nelle rimanenti fortificazioni in Siria orientale, dichiarava un portavoce statunitense. Il colonnello dell’esercito Ryan Dillon, portavoce della coalizione, ha detto ai giornalisti al Pentagono che l’obiettivo degli Stati Uniti è sconfiggere lo SIIL ovunque sia. Se altri, come il governo siriano e i suoi alleati iraniani e russi, vogliono combattere gli estremisti, allora “non abbiamo assolutamente alcun problema”, aveva detto parlando da Baghdad”.
Dalla trascrizione della conferenza stampa:
“D: (…) Che minaccia potenziale dalle milizie sostenute dall’Iran e dalle forze del regime continuano a rappresentare per le sue forze e forze partner nell’area al-Tanaf – Abu Qamal?
Col. Dillon: Beh, il regime siriano sembra che faccia uno sforzo concertato per entrare nelle aree occupate dallo SIIL. E se mostra di poterlo fare, non sarà negativo. Siamo qui per combattere lo SIIL come coalizione, ma se altri vogliono combattere lo SIIL e sconfiggerlo, allora non abbiamo assolutamente alcun problema. E se avanzano verso est su Abu Qamal e Dayr al-Zur, noi, fin quando possiamo ridurre le tensioni e assicurarci di poter concentrarci su ciò che facciamo senza incidenti strategici con il regime o le forze pro-regime o i russi, allora ne saremo perfettamente soddisfatti”. Successivamente il portavoce riconosceva anche che le forze ad al-Tanaf sono molto limitate nei movimenti: “…se il regime avanza in una zona presso Abu Qamal, allora limiteremo per quanto possibile i pattugliamenti (da al-Tanaf) con le forze dei nostri partner”.
Dopo chiariva ancora il punto, e in modo ancor più
netto, al-Tanaf è inutile e l’Esercito arabo siriano è libero di fare
ciò che fa:
"Col. Dillon: Quello che dicevo è che, fuori dall’area di al-Tanaf, addestravamo le forze dei nostri partner per combattere lo SIIL, se vicino alla zona. Sapete, ora che il regime avanza, e in qualche modo significativo, avanza, come sembra, verso Abu Qamal e forse Dayr al-Zur, se vuole combattere lo SIIL ad Abu Qamal e può farlo, allora questo sarà benvenuto. Noi, come coalizione, non occupiamo territori. Ci occupiamo di eliminare lo SIIL, e questo è ciò che vogliamo fare. E se il regime siriano vuole farlo e riprende lo sforzo concertato e dimostra che fa proprio questo ad Abu Qamal o Dayr al-Zur o altrove, significa che non dovremmo farlo noi in quei luoghi. Quindi suppongo che, come sto dicendo, ad al-Tanaf continueremo ad addestrare le forze dei nostri partner. Continueremo a pattugliare l’aerea di al-Tanaf nel deserto di Hamad. Ma se il nostro accesso ad Abu Qamal viene chiuso perché c’è il regime, va bene”.
Novità: il Pentagono e, ancor più i comandanti degli Stati Uniti in
Medio Oriente hanno finalmente riconosciuto i fatti fondamentali della
vita. Non c’è modo che il governo siriano ed alleati lascino che gli
Stati Uniti occupino la Siria sudorientale o il Paese, compresa la
guarnigione siriana di Dayr al-Zur attualmente circondata dalle forze
islamiste. L’Esercito arabo siriano ed alleati libereranno Dayr al-Zur e
tutta la valle dell’Eufrate.
L’esercito statunitense l’ha riconosciuto.
Ci sarà qualche sconvolgimento e grida tra i neoconservatori, ma dubito
che questa decisione sia rovesciata o che si tratti di un imbroglio.
Non c’è semplicemente alcun valore strategico per gli Stati Uniti
nell’occupare la Siria sudorientale e nel volerla difenderla contro la
decisa resistenza di potenti forze contrarie.
Congratulazioni alla Siria e ai suoi alleati. Questa battaglia è per ora vinta.
Moon of Alabama 25 giugno 2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2017/06/26/bloccati-ad-al-tanaf-i-militari-usa-riconoscono-la-sconfitta/
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