Il mistero del Graal è un insieme di segreti alchemici ed esoterici in congiunzione al raggiungimento di stati superiori dell’essere.
La leggenda del Graal narra che una
coppa sarebbe stata intagliata dagli angeli in uno smeraldo staccatosi
dalla fronte di Lucifero al momento della sua caduta.
Questa allegoria, attraverso un evidente
parallellismo con il cosiddetto “terzo occhio”, ci riporta direttamente
alla rappresentazione della ghiandola pineale.
La ghiandola pineale fa parte del
sistema endocrino ed è quella ghiandola che permette di regolare il
ciclo di sonno e veglia, come altri importanti bioritmi ma quello che
conta, nell’ambito dell’esperienza spirituale, è che la ghiandola
pineale interviene anche durante alcuni tipi di pratiche di meditazione
sufficientemente profonde da raggiungere le frequenze cerebrali
Theta-Gamma, le quali danno modo di venire a contatto in primo luogo con
il nostro inconscio, dandoci accesso ad una risorsa cognitiva
sterminata e potenzialmente anche al contatto con intelligenze esogene
alla nostra o addirittura con la Coscienza Universale, altrimenti
definito come Dio o chiamato G.A.D.U. dai Massoni.
Il Graal ovviamente non lo si può
ottenere solo da questo particolare tipo di meditazione, ma anche e
soprattutto dal lavoro esoterico ed interiore, attraverso lo studio dei
simboli ed il lavoro alchemico.
Ancora
oggi si trovano diverse rappresentazioni della ghiandola pineale, come
sculture o raffigurazioni, alcune delle quali rappresentano proprio i
nostri fratelli che provengono da altri mondi, i “Supérieurs Inconnus“,
che hanno affidato gli originali elementi di conoscenza ereditati, ad
oggi, attraverso la tradizione dall’uomo terrestre, raffigurati mentre
ci consegnano oggetti a forma di pigna che, in realtà, rappresentano
proprio la ghiandola pineale e con lei il risultato dell’assimilazione
della conoscenza, della quale ci hanno fatto depositari per l’umanità,
che si manifesta attraverso una espansione della coscienza e della
consapevolezza attraverso il raggiungimento dell’Illuminazione o dei
cosiddetti e sopramenzionati stati superiori dell’essere.
GESÚ ED IL GRAAL
Gesù è riuscito a sviluppare in se il Graal, rendendo manifesto di essere figlio di Dio.
Al tempo stesso, contrariamente a quanto comunemente ritenuto, il segreto del Graal è, in realtà, qualcosa di ovviamente antecedente
a Gesù; una conoscenza che ha origini chiaramente ancora più antiche e
che Gesù aveva unicamente il compito di palesare al mondo, allo scopo di
portare un messaggio.
Ognuno è quindi in realtà figlio di Dio
esattamente quanto chiunque altro; Gesù era in grado di manifestarlo
anche attraverso dei prodigi che apparentemente violavano le leggi
fisiche e naturali, cosa che è stata fatta unicamente per dare un
messaggio all’umanità; quest’ultimo movente, infatti, era ciò che
contava e non le gesta miracolose in sè.
Gesù voleva inoltre dimostrare che
chiunque avrebbe potuto compiere quei prodigi, qualora si fosse
ricongiunto al Padre Creatore: ricongiungimento inteso come espansione
ed evoluzione della propria componente spirituale, attraverso la quale
ascendere dall’umano al divino.
Questa stessa chiave di lettura mette in
luce di conseguenza quanto sia secondaria l’importanza della
manifestazione e dell’addestramento di tutti quei cosiddetti poteri
psichici, che si possono manifestare con la chiaroveggenza, la lettura
del pensiero, la guarigione dei malati (per quanto affascinante e
nobile), o qualsiasi altro fenomeno, poichè non è importante la
manifestazione materiale di una forma di potere, quanto la natura della
sua fonte e le motivazioni per le quali questo fenomeno si manifesta.
Non ha lo stesso valore quindi se questi
fenomeni si presentino perchè sono stati allenati o se si manifestino
spontaneamente come conseguenza di una reale crescita spirituale al
contrario, coltivare certe abilità che riguardano il semplice dominio
psichico, che è un dominio che nulla ha a che fare con la spiritualità,
in realtà distrae dalla vera crescita spirituale e tanto più ci si
investe energie, tanto più la distrazione e la deviazione dal reale
cammino spirituale sarà grave e compromettente.
È tipico della pseudo-iniziazione e
dell’atteggiamento profano attribuire tanta importanza a certi fenomeni
unicamente per i loro connotati apparentemente sensazionali e fuori
dall’ordinario.
IL GRAAL INTESO COME IL SANGUE DI GESÚ E LA SUA DISCENDENZA
Quando ci si riferisce al Graal come al
sangue di Gesù, ci si riferisce ai suoi figli (e conseguentemente ai
suoi discendenti), i quali egli ha avuto da Maria Maddalena, dopo essere
asceso allo stato divino attraverso il conseguimento di stati superiori dell’essere.
Il DNA di qualcuno che è asceso allo
stato divino ne porta già le informazioni acquisite, le quali saranno
presenti, anche se solo a livello latente, nel discendente.
Per questo motivo, come Graal o Santo
Graal, quando ci si riferisce alla discendenza di Gesù, si intende
materialmente il Sangue di Gesù, che effettivamente è, in questo
contesto, il Graal in quanto ne contiene materialmente i misteri, perchè
realmente presenti nel patrimonio genetico trasmesso ai discendenti.
Sotto un profilo sociale ed
antropologico, è essenziale conoscere e comprendere la vera storia
dell’umanità nel passato in questo ambito, quella che si è persa perchè
dimenticata, per potere capire alcune logiche conseguenze che hanno
condizionato la situazione della civiltà attuale in modi che oggi
nemmeno si immaginano.
Noi come popolo terrestre, intesi come esseri biologici, siamo stati creati dai nostri Fratelli nell’Universo o “Supérieurs Inconnues” attraverso tecnologie che a noi sono essenzialmente tuttora sconosciute.
È tramite loro che abbiamo anche
ricevuto la necessaria conoscenza che ha istituito sia la vera base
della civiltà che le legittime tradizioni iniziatiche.
Sistema delle caste
Insieme a tutto questo, tra i depositi
che ci sono stati lasciati per organizzare il bene del mondo, c’era il
sistema delle caste; ritenuto oggi un retaggio ottuso, barbaro e
tirannico, in realtà era un sistema funzionale e
necessario ad organizzare la vita del pianeta affinchè non mancassero le
risorse a nessuno ed ognuno potesse esercitare le proprie potenzialità.
È stato il dimenticare le autentiche
motivazioni e le dinamiche che stavano dietro l’istituzione delle caste a
far sembrare questa tradizione qualcosa di ingiusto e crudele,
specialmente perchè, col progredire dei tempi, coloro che le difendevano
non conoscendo la vera ragione per la quale erano state istituite, le
sostenevano unicamente per interessi personali, a detrimento di ogni
sano e genuino principio di giustizia e fratellanza tra tutti gli
uomini.
La storia in realtà è molto diversa
ovvero, allo scopo di creare delle società efficienti ed ottimizzate
nella gestione delle risorse e dei territori, si è progettato un piano
di ingegneria sociale e genetica, dove ad ogni casta sociale
corrispondeva una variazione genetica funzionale al ruolo relativo. La
proporzione era decisa funzionalmente alle contingenze materiali e non
allo scopo di limitare l’estensione delle classi privilegiate ed i
relativi vantaggi, se non per un criterio di sostenibilità stessa del
progetto sociale originario.
Nei tempi in cui questo sistema fu
stabilito, affinchè fosse accettato senza riserve, era necessario che
fosse evidente a chiunque, al di là di ogni possibile dubbio, la ragione
per la quale fosse organizzato e disegnato così, cosa che si dimostrava
spontaneamente, proprio grazie all’evidente ed innegabile peculiare
differenza, così marcata e coerente tra i membri delle caste. Si può
dire che quell’ordine delle cose fosse l’esatto opposto dello stato
attuale, dove la meritocrazia soccombe di fronte agli interessi delle
perniciose sovrastrutture che alimentano i propri interessi, utilizzando
il clientelismo e la corruzione come moneta di scambio.
In quel sistema antico, ovviamente, le
caste più umili erano per necessità quelle più diffuse, in quanto
dovevano provvedere alla lavorazione delle risorse affinchè, sia loro
che gli appartenenti alle caste più elevate, potessero sopravvivere.
Allo stesso tempo, è lampante che la popolazione appartenente alle caste
superiori fosse necessaria quanto quella delle caste più umili alla
sopravvivenza della società, in quanto mettevano a servizio le
essenziali risorse intellettuali per gestire e amministrare la civiltà
del tempo.
Le caste inferiori erano, quindi,
semplicemente quelle che detenevano un patrimonio genetico più
compatibile con le occupazioni di fatica mentre, progressivamente, in
relazione alla posizione nella casta, il patrimonio genetico si faceva
via via sempre più adatto alle mansioni intellettuali di ogni genere,
che fossero istituzionali, scientifiche, artistiche, spirituali e via
dicendo.
Il patrimonio genetico del burocrate o
dello scriba non era lo stesso del nobile che si dilettava con successo
nell’arte, ma differiva da quello del commerciante che, a sua volta,
presentava caratteristiche diverse da quelle del contadino e del
manovale.
La capacità intellettuale, da sola, non è
sufficiente nel cammino spirituale, ma è comunque un fattore
necessario, pur se non bastevole in sè, per l’evoluzione interiore; un
po’ come ad una vettura per raggiungere alte velocità non basta solo
avere un buon motore, ma servono anche decine di altre caratteristiche,
così per l’uomo, dotato di diversi tipi di intelligenza e sensibilità,
non sempre basta che manifesti spiccata intelligenza in qualche ambito
perchè egli abbia necessariamente i requisiti per intraprendere qui
sulla terra un cammino spirituale.
A conforto di ciò, basti pensare a certe
e frequenti dimostrazioni di “ottusità accademica”, dove il
cattedratico di turno non riesce nemmeno anche solo ad accettare
l’evidenza oggettiva dell’esistenza di cose effettivamente osservabili
ma attualmente non spiegabili dalla conoscenza ufficiale, le quali, per
lui, è come se a priori non esistessero, solo perchè non ancora
analizzabili coi mezzi scientifici, quindi non verificabili dal sistema
educativo e di ricerca di cui fa parte.
Come una formica non può comprendere il funzionamento del motore a scoppio, così l’uomo, da questa sua condizione, non potrà mai comprendere interamente la natura di tutto ciò che è esistente. In questo caso la differenza tra l’uomo e la formica è che la formica, pur non comprendendo il funzionamento del motore a scoppio, non ne nega l’esistenza.
Tornando, quindi, alla trattazione delle
ragioni che dettero origine al sistema delle caste, vi era senz’altro
lo scopo di permettere a tutti di sopravvivere ed, agli appartenenti
alle caste più elevate, di poter avere il tempo e la possibilità
materiale di esprimere appieno il proprio potenziale senza dover
impiegare la maggior parte del tempo in attività come la caccia,
l’agricoltura o altre occupazioni essenziali al sostentamento, che
potessero impegnarli in campi che non davano modo alle loro potenzialità
e talenti di esprimersi, cosa che invece sta accadendo in pieno
nell’epoca attuale dove, a causa del venir meno del sistema originale,
sono molti ad avere i requisiti genetici per esprimere i talenti più
disparati, ma non le risorse economiche o l’accesso alle strutture per
potervisi dedicare.
Questo stato delle cose, di fatto, dà
maggiormente luogo a quelle situazioni dove le persone nascono per
trovarsi in un ambiente dove non riescono a realizzarsi, nei migliori
casi dovendosi accontentare di mantenersi con occupazioni che non
onorano il loro potenziale, nei peggiori casi andando incontro al
rigetto di ogni alternativa non riuscendo ad accettare impieghi troppo
lontani dalle loro naturali inclinazioni.
Per tutte queste ragioni, era molto raro
che una persona nata in una casta nobile o comunque privilegiata, non
riuscisse negli studi o ad adempiere il ruolo o la professione
destinatagli, in quanto oltre ad ereditare il patrimonio genetico
adatto, ereditava a livello latente anche le memorie degli antenati, i
quali, quasi sempre, avevano avuto lo stesso mestiere, così trasmettendo
loro diverse abilità; allo stesso tempo, in quel tipo di sistema, non
poteva capitare che esistesse la disoccupazione o che una professione
fosse talmente inflazionata da esser diventata infruttuosa.
Per questo motivo, anche i matrimoni
erano più equilibrati all’interno delle stesse caste, dal momento che i
patrimoni genetici erano maggiormente bilanciati all’interno di ognuna
di esse.
Appariva chiaro, ai saggi depositari
della tradizione primordiale, la vera motivazione che voleva le caste
chiuse, cioè di non mischiare i geni e le qualità a casaccio, alterando
la possibilità di individuazione delle potenzialità genetiche negli
individui e, soprattutto, le proporzioni coi quali le qualità erano
ripartite, vitali alla funzionalità dell’architettura sociale
determinata da quel modello.
Come previsto, questo ordine delle cose è
durato molto poco, per via delle naturali dinamiche interpersonali che
hanno portato quasi da subito al prevedibile intreccio genetico per via
delle relazioni sentimentali e sessuali tra appartenenti a caste
diverse, dando così vita a progenie dal patrimonio genetico mischiato,
non rendendo quindi più prevedibile a prescindere il futuro patrimonio
genetico dei nuovi nati.
A mischiare ulteriormente le carte sono
avvenuti intrecci di sangue anche diretti e nei confronti degli
appartenenti a tutte le caste di allora, dall’antichità fino ad oggi,
tra esseri provenienti da altri mondi che condividono il nostro aspetto e
la nostra razza ingegnerizzata.
La stessa casta sacerdotale ed
iniziatica in origine si serviva ovviamente ed in esclusiva del sistema
delle caste per selezionare i nuovi elementi da introdurre per
rinnovarsi, fino all’arrivo ai tempi odierni dove, per evidenti motivi,
pur restando la selezione alla vera iniziazione, severa ed oculata come
un tempo, la candidatura è necessariamente aperta pressochè a chiunque,
dal momento che non è più prevedibile a priori dove effettivamente siano
i potenziali futuri iniziati in possesso dei requisiti genetici per
potere accedere al cammino spirituale.
IL GRAAL E LA SIMBOLOGIA DELLA ROSA E DELLA CROCE
Lo strumento simbolico più potente ed emblematico dei Rosacroce è la Rosa, talvolta posta al centro di una Croce.
La Rosa è la rappresentazione simbolica e
trascendente dell’Uomo che ha saputo sviluppare la sua reale essenza
spirituale divina, raggiungendo quello stadio di realizzazione del
proprio potenziale, sotto un aspetto spirituale.
Il simbolo della Rosa esprime la
bellezza, l’amore, la purezza e la grazia nella loro più alta
rappresentazione, allo stesso tempo ne raffigura la transitorietà, la
vulnerabilità, la brevità dell’esistenza, dando così luogo ad un
parallelo molto potente con la condizione umana.
La Croce invece simboleggia il corpo,
attraverso l’incontro fra i quattro elementi, i quali si collocano come
acqua e aria in orizzontale, terra e fuoco in verticale; è nel centro
della Croce, inteso come punto di perfetto equilibrio, che può fiorire
la Rosa, simbolo della realizzazione della propria essenza e quindi
della perfezione.
La Rosa sulla Croce è dunque il simbolo
che rappresenta l’Uomo, riuscito ad esprimere e a realizzare il proprio
potenziale, sviluppando la propria essenza spirituale divina.
Essere un Rosacroce significa quindi
conoscere tutto quello che riguarda la Croce (Corpo) ma anche tutto ciò
che riguarda la Rosa (Componente Spirituale).
La Rosa sulla Croce raffigura, quindi,
l’essere perfetto che ha imparato a conoscere tutti gli elementi di cui è
costituito, sviluppandoli attraverso il lavoro su se stesso.
Simbolicamente, si riscontra una
straordinaria similitudine tra il simbolo della Rosa sulla Croce ed il
Santo Graal, considerata l’analogia del simbolo della Coppa, intesa come
corpo dell’uomo che riceve il Sangue di Cristo che, in questa
allegoria, è la rappresentazione dell’essenza spirituale divina per
eccellenza e la Croce dei Rosacroce, la quale rappresenta il Corpo
dell’Uomo e sulla quale sboccia la Rosa, che simboleggia sempre quella
essenza spirituale divina, sviluppata dall’Iniziato.
Non a caso, anche nell’antico Egitto, il
cuore dell’uomo era rappresentato, nel sistema di scrittura
geroglifico, dal vaso; da qui il parallelo con il “Cuore di Gesù”,
inteso come Santo Graal.
IL GRAAL ED IL SEGRETO ALCHEMICO
Essendo il Graal qualcosa che si
sviluppa interiormente e non quindi una coppa od un oggetto fisico, che
ne sono unicamente la rappresentazione simbolica, si può evincere che,
per arrivare alla vera conoscenza che può essere utilizzata come
strumento per sviluppare il Graal, i mezzi siano gli elementi di
conoscenza esoterica ed alchemica più antichi.
L’Alchimia è proprio quella conoscenza
che può fare da strumento per purificare l’uomo da tutte quelle
componenti che interferiscono e coprono la sua vera essenza,
impedendogli di svilupparsi.
Queste componenti che interferiscono
sono delle programmazioni della mente e degli elementi culturali
devianti, che allontanano l’uomo dal toccare e conoscere se stesso, non
permettendogli quindi di crescere.
Alcuni elementi interiori, come la
personalità, pur se non menzogneri o devianti in sè possono, se male
utilizzati, ingannare l’uomo, il quale non è la personalità che
possiede; semmai la personalità è una delle tante manifestazioni
superficiali, trasversali e parziali della propria essenza,
manifestazione comunque inquinata da una congiuntura di credenze che
nulla hanno a che fare con la propria vera natura.
Anche l’Ego, come la personalità, non è
qualcosa di negativo in sè, quando vissuto dandogli la giusta priorità
che deve essere assegnata secondo il corretto criterio che spetta alla
relativa funzione.
In definitiva, quindi, non è tanto un
aspetto od un modo di essere od agire ad essere nocivo per la propria
crescita, ma la misura ed il modo in cui noi ne facciamo uso.
In psicologia, l’Ego è il “sé”, ovvero
ciò che enuclea tutta la persona in relazione con l’ambiente; l’Ego, o
la percezione del Sé, è quindi la struttura che si percepisce quando si
entra in relazione con gli altri.
Attraverso questa prospettiva, appare
evidente che l’eventuale ostacolo non sia l’Ego in sè, come realtà
psicologica, ma l’atteggiamento ossessivo e miope di chi, più o meno
consapevolmente, fa dell’appagare l’Ego la sua priorità.
Rimuovere tutti gli elementi interiori,
psicologici e culturali che ci impediscono di venire a contatto con la
nostra vera natura ci mette in condizioni di restaurare l’armonia, la
connessione e il conseguente coordinamento che porterà allo sviluppo di
tutte le vere componenti del nostro autentico essere, come la
rappresentazione del mito di Iside che ricompone le parti del corpo di
Osiride.
Alchemicamente questo processo ha luogo attraverso tre stadi principali:
- Nigredo : altrimenti detta opera al nero, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi.
- Albedo : anche detta opera al bianco, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi.
- Rubedo : detta anche opera al rosso, che rappresenta lo stadio finale in cui l’essenza, ormai purificata, si ricompone, fissandosi.
In questo processo, esiste una soglia
oltre la quale viene quindi ripristinata la consapevolezza della propria
essenza, con la conseguente possibilità di conoscere realmente se
stessi e di vedere le cose, privi di tutte quelle interferenze che ci
impediscono, altrimenti, di osservare quanto abbiamo sotto i nostri
stessi occhi.
Lo stesso simbolismo esoterico
cristiano, quando parla di “Regno dei Cieli”, non descrive un posto che
risiede in un altro luogo o dimensione, ma questo mondo in cui viviamo
adesso, senza riuscire a percepirne la bellezza, la gioia e la
completezza che esso ci può trasmettere, una volta che ci si sia
liberati di tutte quelle sovrastrutture mentali e culturali che
deformano la nostra visione deviando la nostra attenzione e non
facendoci venire a contatto con la nostra vera essenza, rendendoci
incapaci di riconoscere quello che davvero può renderci felici, non
riuscendo a percepire in noi quella parte del nostro essere che ce lo
farebbe riconoscere.
Vangelo di Tommaso:
[4] Gesù disse: Un vecchio che, nei suoi giorni non esiterà a
interrogare un bimbo di sette giorni riguardo al luogo della vita,
vivrà. Giacché molti primi saranno ultimi e diverranno uno solo.
interrogare un bimbo di sette giorni riguardo al luogo della vita,
vivrà. Giacché molti primi saranno ultimi e diverranno uno solo.
Fatto salvo il simbolismo del 7, sul
quale ci soffermeremo in altra occasione, presente non a caso anche nel
mito di Osiride, liberata dalle 7 Dee dalla prigionia imposta da Seth,
come nel sopracitato passo del Vangelo di Tommaso o nel culto di Mitra
che prevede 7 gradi di iniziazione e in molti altri contesti, il bambino
è preso ad esempio perchè può concentrare tutte le sue facoltà mentali,
senza essere deviato da sovrastrutture e condizionamenti mentali che
possano deviare la completa percezione e il conseguente integro impiego
delle sue potenzialità nel concentrarsi sull’osservazione di qualcosa.
Per un bambino ogni cosa appare per
quello che è: sia il profumo dei fiori, che gli animali, i paesaggi, le
persone, semmai è l’adulto che, molto spesso, nella sua ottusa e
pretenziosa superficialità, scambiata maldestramente per saggezza,
inculca al bambino snaturate chiavi interpretative per farlo adattare ad
un grossolano e sommario sistema di pensiero nel quale egli è la prima
miserabile vittima, conducendo così il giovane verso la cosiddetta “buia
età della ragione volgare”.
“Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito” -William Blake
LE ORIGINI DEL GRAAL COME RITUALE INIZIATICO
Gli autentici detentori del Sacro Graal
sono coloro che hanno potuto perpetrare nel tempo dei centri di deposito
di questa conoscenza, dai quali essa veniva tramandata insieme ad una
trasmissione iniziatica regolare.
Secondo la leggenda, il Santo Graal
viene trasportato in Gran Bretagna da Giuseppe d’Arimatea e da Nicodemo
fino ad essere tramandato ed affidato ai Cavalieri della Tavola Rotonda.
Il Priorato di Sion eredita, proprio da
Artù e dai Cavalieri della Tavola Rotonda, una delle sue tradizioni
rituali più significative che è il “Rituale della Tavola Rotonda e del
Graal”, attraverso il quale si cerca di accedere a stati superiori dell’essere,
attraverso il raggiungimento di uno stato di coscienza alterato che,
per via di una particolare tecnica di meditazione ed un rituale
collettivo, può creare una significativa esperienza di espansione della
coscienza.
Il rituale può essere praticato
collettivamente già dagli iniziati in possesso del 1° Grado e
privatamente già dai Novizi che ne abbiano ricevuto la procedura.
Prieuré de Sion – Ordre de la Rose-Croix-Véritas O.D.L.R.C.V.
Letture consigliate:
– Officina Alkemica di Salvatore Brizzi
– Pour La Rose Rouge e la Croix D’Or – Alchimie-Hermétisme et Ordres Initiatiques di Jean Pierre Giudicelli de Cressac-Bachelerie. Preziosissimo testo avanzato sull’Alchimia, inestimabile eredità moderna, che ci giunge dal passato attraverso uno degli ultimi grandi iniziati di questa epoca.
fonte: http://www.altrogiornale.org/il-priorato-di-sion-e-la-trasmissione-del-graal/
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