Le Tartarughe e la Realtà
Dopo decenni di ricerca durante i quali sono stati spesi miliardi nei fondi per la ricerca, esistono meno prove scientifiche che mai dell’esistenza di un qualunque collegamento fra i livelli di biossido di carbonio nell’aria e le temperature medie globali, o il proclamato aumento «catastrofico» del livello dei mari.
In
molti ambienti locali vivono numerose specie di tartarughe, come per
esempio la testuggine palustre dipinta, la tartaruga della mappa, la
tartaruga alligatore, la tartaruga del muschio e altre ancora. Nel corso
di una soleggiata giornata primaverile, è possibile vedere molte di
queste tartarughe uscire dall’acqua e posizionarsi su una roccia, nel
tentativo di catturare un caldo raggio di sole prima di immergersi
nuovamente nell’acqua fredda, che si trova probabilmente ad una
temperatura di 7 gradi centigradi.
Ci
troviamo già nel mese di Giugno e sia la temperatura dell’aria che
quella dell’acqua sono molto più contenute rispetto alle condizioni
stagionali aggiustate dal «riscaldamento globale = cambiamento
climatologico = pianeta che frigge» che venivano proclamate da così
tanti allarmisti climatologici. A quelle condizioni dovrebbero arrivare
in breve tempo, prima che l’acqua si congeli nuovamente, con una
profondità di qualche decina di centimetri, per molti mesi. Forse, a
questi allarmisti potrebbe essere di aiuto il distinguere
«l’inquinamento da carbonio» dal vero inquinamento – e i fatti dalla
finzione.
La Bufala dell’ “Inquinamento da Carbonio”
Il Presidente Statunitense Trump ha detto pane al pane, vino al vino – assai giustamente!
Dopo
decenni di ricerca durante i quali sono stati spesi miliardi nei fondi
per la ricerca, esistono meno prove scientifiche che mai dell’esistenza
di un qualunque collegamento fra i livelli di biossido di carbonio
nell’aria e le temperature medie globali, o il proclamato aumento
«catastrofico» del livello dei mari. Au contraire, sono numerose le
prove che evidenziano come la CO2 sia un agente atmosferico di
raffreddamento e come alcuni livelli dei mari stiano addirittura scendendo.
Il
cosiddetto problema dell’ «inquinamento da carbonio» era ed è niente
altro che una gigantesca cortina fumogena per l’affermazione di un unico
governo mondiale sotto il controllo burocratico delle Nazioni Unite con
personaggi di orientamento socialista-marxista alla G. Soros a tirare i
fili – principalmente per tutelare i propri interessi.
Il
Presidente Trump ha voluto vedere le carte e – abbiate solo un pò di
pazienza – presto il numero di «giocatori del carbonio» che lasciano
questo gioco ad alto rischio sarà sorprendente. Alcuni «topi» stanno già
abbandonando la nave che affonda dell’apocalisse del caldo. Per
esempio, l’Inghilterra ha interrotto i finanziamenti degli impianti
eolici, la Germania sta utilizzando più carbone (importato) che mai, i
paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) si
stanno ribellando ai mandati dell’Unione Europea (EU) sulla «protezione
climatologica» e così via. Perché dovrebbero imbarcarsi nella missione
dell’Unione Europea per «decarbonizzare»?
Anche
la Germania, probabilmente il più ardente leader di quel controsenso
della decarbonizzazione sta bruciando massicci quantitativi di carbone
per la produzione di energia elettrica. L’unica differenza è che adesso
viene importata da oltre oceano, per la maggior parte dagli Stati Uniti.
I minatori del carbone statunitensi saranno molto contenti di saperlo,
gli ex «kumpel» germanici molto meno.
Naturalmente ci sono ancora dei Resistenti
Sì,
ci sono ancora dei cocciuti resistenti del vecchio ordine della
«religione climatologica dell’inquinamento da carbonio». Tra questi, la
Cancelliera Tedesca, che ha promesso di continuare a marciare sulla sua
strada della «deprivazione di energia affidabile». C’è solo bisogno di
costruire ancor più impianti eolici e così via e tutto andrà bene. Non
dimentichiamoci dei tricicli per il trasporto merci a trazione umana che
hanno proposto.
Non
c’è da sorprendersi quindi che i suoi progetti si debbano scontrare con
una crescente opposizione, anche dai ranghi del suo stesso partito che
stanno chiedendo la fine del «ricatto morale» da parte della ricerca
climatologica e un “addio agli obiettivi unilaterali della CO2 della
Germania”.
Altri
membri importanti di questa lega dei resistenti sono paesi come la Cina
che sta costruendo nuove centrali a carbone a velocità spericolata.
Affermano che hanno bisogno di rimanere al passo del mondo occidentale
per un altro decennio o due. E allora per far questo, richiedono un
ingresso gratuito.
Invece
altri resistenti hanno pensato che avrebbero potuto arraffare una parte
dei 100 miliardi di dollari che gli stupidi oltre mare gradirebbero far
piovere addosso ai loro potentati – naturalmente sotto la guida e la
supervisione delle Nazioni Unite. Date una occhiata alle immagini
satellitari delle isole che «affondano» negli oceani. Date una occhiata
ai dati prodotti dai loro governi sulla popolazione e sulla sua
crescita, e date una occhiata ai loro eleganti spot su luoghi di vacanze
esotiche. Per esempio, nel 1999 l’isola nazione del Pacifico Vanuatu
aveva una popolazione di approssimativamente 193.000, nel 2010 di circa
226.000, e attualmente di 275.000 abitanti. Similarmente, nell’Oceano
Indiano: la popolazione delle Maldive è cresciuta nello stesso arco di
tempo da 269.000 (nel 2002) a 305.000 (nel 2010) fino agli attuali
400.000 abitanti.
Anche
se lo volessi, ti sarebbe molto difficile poter scoprire una qualunque
prova del tanto proclamato scenario delle «isole che affondano», secondo
cui i suoi abitanti stanno fuggendo per salvare le loro vite dai
livelli in crescita dei mari. Però un pò di miliardi di dollari sarebbe
la cosa giusta a far perpetuare le storie calamitose. Almeno fino a
quando tutti si renderanno conto di essere stati truffati a sufficienza.
A
quel punto, anche gli isolani abbandoneranno la nave climatologica di
tutta fretta e capiranno che adesso il vento si è messo a soffiare in
una diversa direzione. Come sa ogni buon marinaio, le vele vanno
regolate al vento che cambia direzione. E questo sembra stare avvenendo
molto più velocemente di quanto molti ritenevano fosse possibile.
L’Aria Calda sta cedendo il passo al Realismo Climatologico
La
decisione che è stata presa dal Presidente Trump di ritirare gli Stati
Uniti dall’accordo climatologico di Parigi (non un «Trattato») ha
fornito una grandiosa esplosione di realtà all’intera questione. La
retorica dell’aria calda dei modelli climatologici degli anni passati si
viene adesso a scontrare con un soffio di realtà scientifica. E questo
può essere riassunto su scala globale, nei pochi punti che seguono:
. I consumi dei combustibili fossili (carbone, petrolio, gas) sono in continua crescita in tutto il mondo.
. Anche la più affidabile delle energie «rinnovabili», ossia gli impianti idroelettrici, è in grado di soddisfare solamente il 5% circa dei bisogni elettrici attuali.
. Gli impianti eolici e quelli solari sono altamente intermittenti e inaffidabili; (esempi di recenti guasti e prestazioni insufficienti: El Hierro, Canarie; Australia del Sud; isola di Pellworm, Germania).
. I sistemi di stoccaggio dell’energia (come le batterie e le riserve acquifere ad alta quota) possono solamente accumulare energia sufficiente a rallentare brevi picchi della domanda; (esempio: la riserva dell’impianto Robert Moses, Lewiston, New Jersey).
. Le nazioni industriali con alti consumi energetici pro capite hanno bassi livelli di crescita naturale della popolazione; (esempi: Svezia, Germania, Canada e Giappone).
. Le nazioni con bassi consumi energetici pro capite hanno alti tassi di crescita naturale della popolazione; (esempi: Nigeria, Etiopia, India e Messico).
. Il biossido di carbonio (il cosiddetto «inquinamento da carbonio») non ha alcun effetto sulla crescita del livello dei mari e sulle temperature globali, ossia il clima.
. Il biossido di carbonio non è un inquinante ma un costituente vitale dell’atmosfera. Senza di esso, tutta la vita sulla Terra cesserebbe di esistere.
. Il Pianeta Terra con tutta probabilità si dovrà confrontare con alcune decadi di raffreddamento globale causate dalla riduzione dell’attività delle macchie solari.
. Al Presidente Trump vanno fatte le congratulazioni per avere tirato fuori gli Stati Uniti dall’accordo climatologico di Parigi.
. La valanga «anti Parigi» è soltanto all’inizio.
Scritto dal Dott. Klaus L.E. Kaiser (Ontario, Canada)
Dott. Klaus Kaiser – Ontario (Canada) – è l’autore di “CONVENIENT MYTHS, the green revolution – perceptions, politics, and facts” – www.conventientmyths.com
Il Dott. Klaus L.E. Kaiser è uno scienziato professionista con un dottorato in chimica ottenuto presso il Politecnico di Monaco di Baviera in Germania. Ha lavorato come ricercatore scientifico e capo progettuale al Canada Centre for Inland Waters del Ministero dell’Ambiente Canadese per più di 30 anni ed è attualmente il Direttore di Ricerca presso TerraBase Inc. Il Dott. Kaiser è attivo nell’ambito della ricerca da più di quattro decenni; è l’autore di quasi 300 pubblicazioni su riviste scientifiche, relazioni governative e di agenzie internazionali, libri, riviste e quotidiani.
Pubblicato da Mauri Sesler
Traduzione a cura di Mauri Sesler
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