Trump fa un ottimo lavoro sparandosi ai
piedi, in testa e, probabilmente, nella bocca aperta. Se credo ancora di
aver fatto la giusta cosa votandolo e sollecitando altri a fare lo
stesso, lo feci per paura che l’alternativa, insoddisfazione, malumore e
collera di Hillary Clinton, fosse assai peggio. Avevo ragione?
Certamente quando penso al mio interesse principale, la Siria. Ma,
vedendo le cose in modo corretto, dobbiamo turarci il naso e guardare
Trump, giorno dopo giorno, agire secondo un copione scritto da Oscar
Wilde, diretto da John Waters e prodotto da Mel Brooks.
Questa è la Casa
Bianca come “objet de dedain”, un racconto in evoluzione di un buffone
patentato, non meno famoso di Emmett Kelly, la cui ricchezza ereditaria
l’ha portato ad ingaggiarsi nella televisione “reality” dove mostrava
“machismo” licenziando persone per qualità come sciatteria,
sconsideratezza, logorrea o semplicemente allegra stupidità, tutte
caratteristiche che ha chiaramente adottato in un mondo chiuso e
popolato da sicofanti e ratti di fogna.
Che fare con il generale Mike Flynn? Perché licenziarlo! Intrigava con i
russi e mentiva all’immacolato vicepresidente Mike Pence, la cui moglie
dalla testa immersa nella bibbia può confidare nel fatto che il marito,
che è solo uno che respira alla Casa Bianca, non siederà con nessuna
donna a meno che non sia presente.
Questo, apparentemente, impedisce che
la sessualità illimitata e l’irresistibile virilità lo scatenino
svergognando e accusando d’ipocrisia la buona scuderia di famiglia. Ad
oggi nessuno sa veramente che cosa abbia fatto Flynn e non lo dirà se il
Congresso non gli darà l’immunità. Altra classe.
Che fare con Jim Comey, uomo molto più rispettabile di Mike Pence? Perché licenziarlo! Non avrebbe accolto il suggerimento di Trump e dare a Flynn un “pass” sulla questione di questi fastidiosi legami con i russi. Trump, agendo da “padrino”, ha ordinato a tutti gli invitati di uscire dalla stanza della Casa Bianca, incluso il procuratore generale, il consigliori Jeff Sessions, che effettivamente faceva del suo meglio aspettando che Trump, alias “Mister Dodo”, facesse qualcosa per spararsi sui piedi. Pensando alla Trilogia del Padrino, Donald Trump è come “Fredo” o Luca Brazzi.
E quando Steve Bannon, che personalmente ha portato alla vittoria Trump su Madame Serpente, ostacolava il genero assolutamente incapace di Trump, l’ebreo osservante Jared Kushner, lo licenziò usando ancora la scusa di avere scettici coccodrillati come i vostri: roteando i bulbi oculari con totale convinzione. Proprio così, il signor Bannon, che non è un appassionato sionista, si oppose al negatore di Cristo, principe germano-polacco-russo e marito della “gentile”, venendo gettato in una condizione tale da chiedere pietà al Patriarca Trump. Bannon è un pagano indesiderato e questa è la televisione prodotta da Cecil B. DeMille.
E quando Sally Yates, la Procuratrice Generale di allora, rifiutò di far valere l’ordine di Trump di bandire tutti i viaggiatori di sette Paesi musulmani, anche lei fu licenziata. Ciò che molti non sanno è che investigava pure lei Mike Flynn. La stessa maledizione che siede in cima ad ogni dissacratore di Assad, che evidentemente accompagna chiunque turbi il buon nome di Donald Drump.
Dopo aver licenziato tutti gli agenti di Obama, con un’azione alla Stalin, s’incontrò con l’avvocato generale del Distretto meridionale di New York, “il più degno dei gentiluomini orientali”, l’avatar di Shiva, il bigotto di Goa, l’illustre Preet Bharara e l’implorò di rimanere; questo solo per rompergli il cesto dei cobra quando fu licenziato casualmente pochi giorni dopo, lasciandolo suonare il flauto sotto il lungomare di Coney Island.
E poi, naturalmente, la promettente promessa di non più intromettersi negli affari interni altrui. Perché parole come “isolazionismo” e “naturalismo” furono bandite dalla stampa confermando che i giorni dell’eccezionalismo statunitense erano finiti. Sarebbe stato amico di Assad dato che il presidente siriano combatte lo SIIL, e di Putin che rispettava; si sarebbe sbarazzato NATO e membri; uscito dal trattato del Pacifico; promesso di andare contro la Cina per manipolazione della moneta.
Promise di vendicarsi delle politiche commerciali ed industriali
egoistiche del Giappone. Avrebbe castigato la “Schlampe” preferita
della Germania; costruito un muro tra Stati Uniti e Messico;
reintrodotto i combustibili fossili che aumentano l’inquinamento per
garantirsi un più rapido arrivo dell’Armageddon; negato senza sosta
l’effetto serra e il riscaldamento globale; promesso di annullare
l’Obamacare e di sostituirlo con qualcosa di migliore, e non riesce
nemmeno ad avere Reince Priebus a sostenerlo con una faccia compita
(qualunque fosse il piano di Trump). Le molteplici dichiarazioni e
promesse esprimono gli aspetti più lamentevoli di New York: esibizione,
volgarità, ostentazione, esagerazione, casinismo…
Priebus,
qui rigirarsi per rispondere sul perché il suo principale agisce come
un Drago di Komodo ai barbiturici, figlio di padre tedesco e madre
greca, nato nel Sudan. Sarà presto licenziato. Divertente, non sembra
sudanese.
Bene, gente, l’affetto per il Dottor
Assad sembra svanito e, in ogni caso, non rispettato. Trump è così
impegnato a mantenere la carica che ha ceduto ogni responsabilità sulla
Siria agli stessi neo-con traditori e agenti sionisti che infestavano il
regime di Obama. E, per quanto evitare di ficcanasare negli affari
interni all’estero, ha aumentato le forze statunitensi nella Giordania
compradora; ha ordinato di aumentare le truppe in Afghanistan dopo 15
anni di pestaggi con le popolazioni del Paese; aumentato il
coinvolgimento nella guerra genocida dell’Arabia Saudita nello Yemen;
inviato altre truppe statunitensi alle frontiere russe solo per
assicurarsi che Vlad non abbia l’idea d’invadere lo stesso continente di
cui Trump aborriva prima. E tutto questo mentre la storia chiarisce che
la Russia fu invasa, dalla Francia di Napoleone e dalla Germania di
Hitler; e che non ha invaso l’Europa a prescindere da ciò che si possa
pensare degli alleati vittoriosi che nel secondo dopoguerra si divisero
il mondo.
Non ci ha impiegato molto il segretario di Stato ed
ex-amministratore delegato di Exxon-Mobil a sputare finalmente lo stesso
mantra noioso sulla longevità del Dottor Assad a Damasco. “No, deve
andarsene”. Sbadiglio. In tutte le conversazioni che ho avuto negli
ultimi 6 mesi in bar, caffè, parchi, ovunque, la gente è indifferente
all’esistenza della Siria e del suo Presidente, o è stupite dagli Stati
Uniti che sostengono i terroristi che lo combattono. Sembra che la
stessa demonizzazione continui negli Stati Uniti di Trump, è come se il
regime di Trump affronti questioni che interessano a nessuno e il
programma si auto-rigeneri ogni giorno con prevedibilità robotica e con
la stessa coerenza dei batteri. Dato che non ha ancora nominato un
giudice federale diverso da un Gorsuch alla Corte Suprema, come ci si
può aspettare da qualcuno che si occupa di trivialità insulse come le
perseverante falsità nei media. Attacca i media su come lo considerano,
ma non ha mai affrontato il continuo ciarpame emanato dalle macchine
della menzogna aziendali su una costellazione di soggetti.
Con la Russia, Trump è impacciato nel sottolineare il suo rispetto per Putin. Partito Democratico e sostenitori lo spingerebbero ad assaltarlo in tutto il mondo per danneggiare ulteriormente il presidente. Se pensate, come me, che Jared Kushner, un attivo “katsa” del Mossad, è il più grande colpo sionista da Jonathan Pollard, immaginate come i media agognano annunciare il colpo del neo-KGB piazzato alla Casa Bianca. Una spia degna del titolo di Candidato Manciuriano. E, ulteriore orrore, sembra che il segretario alla Difesa, Cane Pazzo Mattis, sia infettato dalla rabbia! Partecipava a un piano per creare forze terroristiche a nord del confine giordano per combattere suppostamente lo SIIL.
Ma,
l’evidenza contraria è straordinaria. Lo SIIL riceve aiuti logistico,
materiale e finanziario dagli Stati Uniti. In ogni caso, quando
l’Esercito arabo siriano era sul punto di atterrare i cannibali
supportati dai turchi, Stati Uniti ed alleati l’impedirono bombardando
le nostre forze ad al-Tharda e ad est di al-Tanaf, tra l’altro. Abbiamo
riportato numerose volte la curiosa avventura dei gestori inglesi che
davano ordini ad individui rivelatisi ratti di SIIL e al-Qaida mentre
attaccavano le forze governative. La pretesa anglo-franco-statunitense
di combattere il terrorismo è stata promossa da farsa a Grand Guignol. I
media statunitensi hanno presentato la liberazione di Aleppo non come
vittoria di un popolo sovrano sulla tirannia, ma come avvento di
qualcosa di peggio dello SIIL.
Ogni volta che i media sono colti
mentire, si rifiutano di ammetterlo. Non c’è mai una correzione presso
NYT, WP o WSJ, non quando si tratta della loro propaganda sulla Siria.
Mentre i media traggono acqua da sordide sentine, continuano ad
esaurirsi praticando ciò che nemmeno i cani proverbialmente fanno,
rotolarsi a terra come se verità e fattualità siano principi applicabili
solo alla fisica, come se l’umanità non possa trarre profitto da
integrità, onestà o gentilezza. I media collusi con l’agonia del popolo
siriano si comportano come se la pena sia meritevole esclusivamente per
deboli, poveri e profughi, mentre i ricchi nello Stato profondo si
rilassano in un bagno solare di impunità, invincibilità e soggezione.
I sondaggi su Trump si allineano a quelli su Hollande in Francia. Nonostante i sospetti che gli statunitensi possano avere riguardo la goffaggine del loro capo (per molti è un idiota saggio, per altri è solo un idiota), non sono apparentemente molto preoccupati dalle sciocche politiche che segue nel Vicino Oriente. I media avanzano un programma contro di lui che ne riflette l’agenda sionista. Trump viene battuto dai media liberali, e anche in una certa misura dai cosiddetti media “conservatori” come Fox News, solo per estorcergli concessioni, e non finiranno finché non si piegherà e consegnerà il governo degli Stati Uniti al complesso sionista-militare-industriale per fare ciò che ritiene appropriato per se e l’Abominevole Stato dell’Apartheid.
Trump è
facile da manipolare; a soli 6 mesi del suo primo (e ultimo) mandato,
lotta per evitare un’indagine inquietante sul fatto che sia o meno la
talpa del Cremlino nella Casa Bianca. La sua campagna era vittoriosa
perché i russi lo vollero? Tale narrazione è così sconfortante che quasi
domina la questione se il popolo statunitense, da sé, sia solo il
pubblico di una stupida sit-com destinata ad essere annullata. Mentre
tale sfizioso casino favorisce la compromessa stampa statunitense, il
Pentagono, evidentemente ricevendo carta bianca, alza la posta in una
guerra che tutti i generali statunitensi sanno di non poter vincere.
I
lanciarazzi HIMARS avvistati tra i numerosi gruppi terroristici che oggi
gli USA sponsorizzano a nord del confine giordano. L’Iran, deciso a
finirla con la sceneggiata di Washington sulla Siria, invia centinaia di
truppe nella zona, armate di armi nuove e migliori. La Russia ha
avvertito gli Stati Uniti sui razzi che descrive, in “termini
diplomatici”, “inutili”. Mentre il popolo statunitense è ipnotizzato da
un panorama televisivo blando, mediocre e inconsistente in cui il nostro
presidente è a capo di ogni trucco miserabile, Stati Uniti e Russia si
avvicinano al momento cruciale che potrebbe porre fine alla civiltà e al
Super Bowl come li conosciamo.
Mentre il mondo di Trump gli si sbriciola attorno; mentre gli assai atipici abitati musulmani di Londra vanno in fiamme; mentre l’Europa cozza con la brutta realtà dei terroristi che ritornano dopo essere stati addestrati da tizi in rosa in Siria, Iraq e Turchia; mentre le aziende dei trasporti in Francia guardano attentamente chi vuole affittare un veicolo solo per spiaccicare i comodi e obesi borghesi liberali che passeggiano piacevolmente su e giù per i lungomare, baciandosi, in Francia, cantando la Marsigliese come un coro di castrati; mentre Trump persiste nel voler nominare i più incapaci nei posti di comando; oggi il figlio, il pianificatore di nozze Eric, è stato nominato capo dell’Housing and Urban Development anche se non ha mai vissuto in una casa (he-he) e ancor meno in un ambiente urbano; mentre gli alienati sostenitori di Bernie bramano il sangue repubblicano nelle partite di baseball di beneficenza; e mentre i kardashiani continuano ad arricchire il mondo con la loro inutile inutilità, le truppe statunitensi ad al-Tanaf, in Siria, perdono il controllo dello sfintere aspettando solo che la Resistenza libanese avvii la guerra contro il Regno del Terrore d’America.
Le truppe giordane hanno appena
ucciso 5 civili che cercavano di avvicinarsi alle loro posizioni dalla
città di confine siriana. I giordani hanno semplicemente aperto il fuoco
pensando che fossero attentatori suicidi addestrati dagli stessi
statunitensi. Gli ordini sono semplici: prima spara, poi fai le domande.
È una strategia vincente. Gli Stati Uniti l’usano da 2 secoli.
Quindi cosa fanno gli statunitensi ora che l’autostrada Baghdad-Damasco è sicura? Possono andare a nord? No. Non è possibile. E, fa così caldo lì. Non quanto alla Casa Bianca, probabilmente avete pensato. Beh, se non riuscite a sopportare il caldo, uscite dalla cucina. Giusto?… Che farsa! Mueller sta sniffando intorno al cordone sanitario alzato e solitario di Trump, come un segugio. Il presidente viene inghiottito da uno staff di idioti, incapaci e sprovveduti. Non ha possibilità. Ma la banda suona. La registrazione delle risate non si ferma. Questa sit-com non finirà bene. Non vorrei rivederla.
Ziad Fadil, Syrian Perspective, 16/6/2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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