(Immagine presa dal web) |
L'altro giorno ascoltavo una canzone bellissima, "Another day in
paradise" di Phil Collins. Durante il suo ascolto riflettevo su come le
religioni, i processi educativo-programmatici e le convinzioni limitanti
che ne derivano abbiano distorto e limitato, la visione da parte nostra
del mondo COSI' COM'E'.
In particolare, durante il nostro processo di crescita e in particolare
quando riceviamo (subiamo) la nostra dose di educazione-programmatica,
ci vengono messi dei paraocchi, un pò come i muli. Quando completiamo il
nostro processo di adeguamento alle greggi di pensatori mediocri, poco
rimarrà della nostra vera natura o, meglio, la nostra Divinità interiore
risulterà addormentata, ma MAI persa.
Se ci riflettete, nessuno ci ha mai insegnato a godere del momento. Sì,
certo, ci sono i seminari e i corsi di risveglio, la meditazione, i
libri e quant'altro si riesce a trovare e che può tornarci utile. Il
punto, però, qui è un altro. Siamo noi che cerchiamo qualcosa che va
oltre i nostri schemi di pensiero limitati imparati a scuola e in
famiglia, nessuno ci viene a cercare dicendoci che è possibile cambiare
punto di vista sulla Vita per poterla trasformare ALL'ISTANTE.
Probabilmente poche persone stanno vivendo in realtà delle situazioni
realmente dolorose. E' molto più probabile che non abbiano a
disposizione, nello stato attuale nel quale versano, i mezzi idonei a
superarle con successo per poi trarne insegnamento ai fini evolutivi.
Ognuno di noi, in realtà, vive nel paradiso terrestre, ciò ogni singolo
giorno della sua Vita. Ma, la maggior parte delle persone non se ne
accorge perché troppo "impegnata", a far cosa, poi? LE SEGHE MENTALI? AD
ALIMENTARE IL PENSIERO DISFUNZIONALE?
La nostra è una società fondata sul consumismo, sul "più si ha, meglio
è". In una società del genere, manipolata dai mass media che non fanno
altro che alimentare le ansie da prestazione in ogni singolo individuo
allo scopo di farlo consumare di più, si capisce bene come non si riesca
più a godere delle piccole cose. Eppure sono proprio le piccole cose a
fare di questo mondo un paradiso, non l'auto di lusso o l'abito firmato.
Così, nel continuo rincorrere dei bisogni artificiali, ci si perde il
vero paradiso. Un altro giorno in paradiso lo diamo tutti per scontato,
nessuno sa o, se sa, sembra averlo dimenticato, che la Vita è QUI E ORA e
non domani o quando avrò lo smartphone migliore del mio amico.
Ma cos'è il paradiso? IL PARADISO NON E' QUEL LUOGO DOVE, SECONDO LE
RELIGIONI ANDREMO A FINIRE, SEMPRE SE SAREMO BUONI, DOPO LA VITA
TERRENA, NO. IL PARADISO E' IL VIVERE NEL PRESENTE IN MANIERA TOTALE,
INCONDIZIONATA, SENZA ASPETTATIVE, ACCOGLIENDOLO COME UN DONO PER QUELLO
CHE SAPRA' DARCI.
Quanti sanno ancora apprezzare la bellezza di un tramonto, il sorriso di
un bambino, il canto di un uccello, la gioia di prepararsi un caffè in
maniera consapevole? Pochi, molto pochi.... Eppure questo è il vero
paradiso, lo stato di veglia in cui si gode della totalità, del QUI E
ORA. Per vivere in paradiso bisogna, a volte, passare dall'inferno dei
pensieri disfunzionali, delle convinzioni limitanti, delle paure le
quali pur essendo, spesso, non reali, riescono, nonostante ciò, a
condizionarci la Vita.
Impariamo a godere dell'istante, smettiamo di avere aspettative sul
domani, sugli amici, sul partner, sul lavoro e su tutto quello che sta,
in generale, affossando la massa di pensatori mediocri fino a
risucchiarli dentro un vortice senza fine. Andiamo al di là del tempo,
dello spazio, della mente, viviamo il lavare i piatti, il volo di una
farfalla, le grida gioiose dei bambini che giocano all'aperto, solo così
potremo dire di esserci assicurati un altro giorno in paradiso.
Vincenzo Bilotta
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