Perché
il Parlamento del mio paese approva in fretta e furia la legge sullo Ius Soli?
Perché il Governo del mio paese approva in fretta e furia il decreto sulle
vaccinazioni forzate? Perché il Parlamento del mio paese non approva la legge
contro il reato di tortura? Perché il Parlamento del mio paese non abroga le
leggi speciali sul cosiddetto ‘terrorismo’ nate negli anni settanta?
Perché l’agenda legislativa è programmata dall'alto e in ben altri luoghi. La deportazione di massa denominata ‘migrazione’ e la creazione di un substrato popolare misto, attonito e litigioso è la priorità. Ottenere una popolazione assopita, avvelenata e disorientata è la priorità.
Perché l’agenda legislativa è programmata dall'alto e in ben altri luoghi. La deportazione di massa denominata ‘migrazione’ e la creazione di un substrato popolare misto, attonito e litigioso è la priorità. Ottenere una popolazione assopita, avvelenata e disorientata è la priorità.
Per
chi crede ancora di vivere in un sistema democratico, ancorché imperfetto, è il
momento di riflettere. L’agenda di demolizione dei capisaldi del vivere civile
e produttivo d’Italia va avanti a spron battuto. Il nostro (il loro) paese,
dalle possibilità quasi infinite, langue in un cantuccio, mentre viene sbranato
dai grandi gruppi industriali e finanziari del pianeta. Chi ha voluto ciò? Chi
lo ha permesso? Ma davvero l’Italia e gli italiani facevano così paura?
Troppa
storia, troppa cultura, troppa intelligenza, troppa creatività, troppa
immaginazione, troppo coraggio, troppa gioia di vivere, troppe risorse. Qualità
umane ed ambientali che danno molto fastidio a chi umano non è e che si nutre
delle frequenze emozionali più basse delle quali il nostro (il loro) paese
faceva a meno per sua natura. Accanto
alla distruzione sistematica dell’apparato produttivo italiano, abbiamo
assistito infatti all’annichilimento delle coscienze in quello stato ebetoide ed
inutilmente litigioso che ormai ci sovrasta.
Tratto
da: aziendaesterofacile - Londra rivela che tra massimo 10 anni l’Italia sarà
una nazione finita. Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia
come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di
nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di
desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate
terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un
completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle
finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione
diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e
un debito pubblico ben al di sopra del 130%. (segue...)
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