giovedì 15 gennaio 2015

L'UE ci ripensa sulle sanzioni?

L'UE ci ripensa sulle sanzioni?

“UE intende revocare gradualmente le sanzioni imposte alla Russia” titola un articolo pubblicato dal tedesco “Deutsche Wirtschafts Nachrichten”. Riferendosi all’americano Wall Street Journal, il quotidiano tedesco informa che Bruxelles ha preparato un documento da discutere che prevede di attenuare la pressione economica sulla Russia.
 
Secondo il quotidiano, questo documento è stato già diramato ai governi dei paesi membri dell’UE. Ora dovrà essere discusso dai ministri degli Esteri dell’UE che si riuniranno il 19 gennaio.

A quanto sembra – scrive Deutsche Wirtschafts Nachrichten – a Bruxelles si è affermata definitivamente l’opinione che le sanzioni stiano danneggiando gravemente gli Stati d’Europa. Di fronte alla minaccia di recessione in Russia e di fronte allo stato pietoso delle economie europee, riassume il giornale, l’EU intende uscire quanto prima da questa situazione.

Secondo il Wall Stree Journal, al quale si riferisce il quotidiano tedesco, l’UE sta per rivedere la sua strategia. Non si tratta di tornare allo stato precedente delle cose (“business as usual”), ma di una gradale normalizzazione dei rapporti con la Russia. Sebbene sia poco probabile che al prossimo incontro dei ministri degli Esteri vengano approvate delle decisioni definitive, osserva il quotidiano americano, il fatto stesso della preparazione del “documento da discutere” significa il primo serio tentativo dell’UE di riportare alla normalità le sue relazioni con la Russia.

Quanto al documento in questione, secondo i suoi autori Bruxelles deve optare per un approcco “proattivo” e anticipare le cose per attenuare le divergenze che scaturiscono dalla diversità degli interessi. La premessa deve essere appunto l’allentamento delle sanzioni. Tuttavia le misure adottate contro la Russia in relazione al “problema della Crimea” dovrebbero restare invariate.

Le altre sanzioni possono essere revocate, almeno in parte. Innanzitutto si dovrebbe alleggerire la situazione delle banche russe, il che avrà un effetto benefico anche sulle istituzioni finanziarie europee. Essendo queste ultime parte del sistema finanziario internazionale, lo sconvolgimento delle finanze russe avrebbe su di esse un’influenza diretta. In questo momento, in particolare, a causa delle sanzioni è peggiorata la situazione delle banche italiane, appesantite da 180 miliardi di prestiti “acidi” erogati alle aziende e ai privati. Inoltre, acquistando le obbligazioni statali, le banche hanno finanziato lo Stato italiano per un totale di 420 miliardi di euro.

Romano Prodi ha riconosciuto che l’effetto delle sanzioni antirusse sullo Stato è stato catastrofico. Le esportazioni verso la Russia sono crollate del 50%. L’effetto delle sanzioni, rileva Prodi, è “assimetrico”. Nonostante la svalutazione del rublo, le esportazioni americane verso Russia sono aumentate, mentre quelle europee hanno continuato a restringersi.

 Questo fatto, come scrivono i commentatori, ha impressionato molto Federica Mogherini. Adesso, dice il capo della diplomazia europea, è diventato chiaro che l’UE non è stata affatto “tenera” con la Russia. Al prossimo incontro dei ministri degli Esteri la Mogherini potrebbe chiedere la sospensione della guerra delle sanzioni contro la Russia. La stampa europea fa ricordare che appelli in tal senso sono già pervenuti da parte del presidente francese Francois Hollane e da parte del vice cancelliere della Germania, socialdemocratico Sigmar Gabriel che è anche ministro del commercio di Berlino.

Una grossa novità del documento che l’UE sta per discutere è la possibilità di cooperazione tra l’UE e l’Unione Economica Eurasiatica, diventata operativa dall’inizio di quest’anno. Sebbene gli esperti, tra cui anche Vladislav Belov dell'Istituto di studi europei, mettano in guardia contro l'eccessiva euforia,
Il consenso generale è che Bruxelles non farà niente fino alla scadenza del primo round delle sanzioni. Si procederà alla discussione, ma è poco probabile che si possa raggiungere l’unità di posizioni. Il processo di abrogazione delle sanzioni settoriali difficilmente potrà essere rapido, pertanto la questione rimane aperta.
Il documento che l’UE andrà a discutere contiene anche un altro aspetto significativo. La nuova linea geopolitica di Bruxelles, rilevano i suoi autori, deriva dalla necessità di cooperare con la Russia nella lotta al terrorismo. Alla luce dei recenti attentati in Francia questo problema assume un’importanza particolare.

Ma in Europa davvero tutti capiscono l’importanza del problema? 

 
Oleg Severghin   




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