Secondo il quotidiano, questo documento è stato già
diramato ai governi dei paesi membri dell’UE. Ora dovrà essere discusso
dai ministri degli Esteri dell’UE che si riuniranno il 19 gennaio.
A
quanto sembra – scrive Deutsche Wirtschafts Nachrichten – a Bruxelles
si è affermata definitivamente l’opinione che le sanzioni stiano
danneggiando gravemente gli Stati d’Europa. Di fronte alla minaccia di
recessione in Russia e di fronte allo stato pietoso delle economie
europee, riassume il giornale, l’EU intende uscire quanto prima da
questa situazione.
Secondo il Wall Stree Journal, al
quale si riferisce il quotidiano tedesco, l’UE sta per rivedere la sua
strategia. Non si tratta di tornare allo stato precedente delle cose
(“business as usual”), ma di una gradale normalizzazione dei rapporti
con la Russia. Sebbene sia poco probabile che al prossimo incontro dei
ministri degli Esteri vengano approvate delle decisioni definitive,
osserva il quotidiano americano, il fatto stesso della preparazione del
“documento da discutere” significa il primo serio tentativo dell’UE di
riportare alla normalità le sue relazioni con la Russia.
Quanto
al documento in questione, secondo i suoi autori Bruxelles deve optare
per un approcco “proattivo” e anticipare le cose per attenuare le
divergenze che scaturiscono dalla diversità degli interessi. La premessa
deve essere appunto l’allentamento delle sanzioni. Tuttavia le misure
adottate contro la Russia in relazione al “problema della Crimea”
dovrebbero restare invariate.
Le altre sanzioni possono
essere revocate, almeno in parte. Innanzitutto si dovrebbe alleggerire
la situazione delle banche russe, il che avrà un effetto benefico anche
sulle istituzioni finanziarie europee. Essendo queste ultime parte del
sistema finanziario internazionale, lo sconvolgimento delle finanze
russe avrebbe su di esse un’influenza diretta. In questo momento, in
particolare, a causa delle sanzioni è peggiorata la situazione delle
banche italiane, appesantite da 180 miliardi di prestiti “acidi” erogati
alle aziende e ai privati. Inoltre, acquistando le obbligazioni
statali, le banche hanno finanziato lo Stato italiano per un totale di
420 miliardi di euro.
Romano Prodi ha riconosciuto che
l’effetto delle sanzioni antirusse sullo Stato è stato catastrofico. Le
esportazioni verso la Russia sono crollate del 50%. L’effetto delle
sanzioni, rileva Prodi, è “assimetrico”. Nonostante la svalutazione del
rublo, le esportazioni americane verso Russia sono aumentate, mentre
quelle europee hanno continuato a restringersi.
Questo
fatto, come scrivono i commentatori, ha impressionato molto Federica
Mogherini. Adesso, dice il capo della diplomazia europea, è diventato
chiaro che l’UE non è stata affatto “tenera” con la Russia. Al prossimo
incontro dei ministri degli Esteri la Mogherini potrebbe chiedere la
sospensione della guerra delle sanzioni contro la Russia. La stampa
europea fa ricordare che appelli in tal senso sono già pervenuti da
parte del presidente francese Francois Hollane e da parte del vice
cancelliere della Germania, socialdemocratico Sigmar Gabriel che è anche
ministro del commercio di Berlino.
Una grossa novità
del documento che l’UE sta per discutere è la possibilità di
cooperazione tra l’UE e l’Unione Economica Eurasiatica, diventata
operativa dall’inizio di quest’anno. Sebbene gli esperti, tra cui anche
Vladislav Belov dell'Istituto di studi europei, mettano in guardia
contro l'eccessiva euforia,
Il consenso generale è che Bruxelles non farà niente fino alla scadenza del primo round delle sanzioni. Si procederà alla discussione, ma è poco probabile che si possa raggiungere l’unità di posizioni. Il processo di abrogazione delle sanzioni settoriali difficilmente potrà essere rapido, pertanto la questione rimane aperta.
Il
documento che l’UE andrà a discutere contiene anche un altro aspetto
significativo. La nuova linea geopolitica di Bruxelles, rilevano i suoi
autori, deriva dalla necessità di cooperare con la Russia nella lotta al
terrorismo. Alla luce dei recenti attentati in Francia questo problema
assume un’importanza particolare.
Ma in Europa davvero tutti capiscono l’importanza del problema?
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