giovedì 15 gennaio 2015

Grecia : elezioni 2015 (euro si - euro no)

Per tutti coloro che si stanno chiedendo: Chi vincerà le elezioni in Grecia? Ecco ancora un sondaggio aggiornato. Come sapete questi dati sono in continua evoluzione e possono cambiare anche solo grazie ad un piccolo evento, una dichiarazione etc.. 
 
Comunque danno una chiara idea di come stanno andando le cose in Grecia rispetto alle future votazioni del 25 gennaio. Il partito di sinistra e maggiore oppositore del governo Syriza guidato da Alexis Tsipras è tutt'ora in testa con il 29,4%, staccando di ben 7,4 punti il partito di governo Nea Dimokratia che resta al 22%. A seguire i Nazi Fascisti di Chrisi Avghi al 5,7%, calati un po' negli ultimi tempi, poi c'è il 4,3% del KKE (Partito Comunista Greco) e il 4,1 di Potami. 
 
Anexartiti Ellines al 3,2% e il Pasok, l'altro partito di governo ormai in via di estinzione al 3%. I Verdi al 2,2%. Ancora molti sono gli indecisi che registrano un 12%.
I dati cambiano un po' a secondo di chi fa il sondaggio, ma nella sostanza il Syriza è primo in tutti. Questo è del 3 gennaio 2015 ed è stato fatto da Palmos Analysis per conto del sito giornalistico tvxs.gr
 
Un altro sondaggio uscito oggi per il giornale "Avghi" che è l'organo ufficiale del Syriza, da il partito guidato da Alexis Tsipras al 38% distaccando di ben 8 punti Nea Dimokratia che resta al 30%. Questo si andrebbe a tradurre nel nuovo parlamento in 151 seggi per Syriza contro gli 80 del partito di Antonis Samaras. 
 
 
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 Sondaggi in Grecia, Syriza verso la maggioranza dei seggi
 

Cinque sondaggi danno in testa SYRIZA con vantaggi dal 3 all’8%. Public Issue attibuisce al partito di Tsipras il 38% e dunque i fatidici 151 seggi

 

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Cinque sondaggi danno SYRIZA come vincitrice delle prossime elezioni greche con vantaggi che oscillano dal 3 all’8%.In particolare AVGHI presenta un sondaggio dell’istituto demoscopico Public Issue che attibuisce a SYRIZA il 38% dei consensi contro il 30% di Nea Dimocratia. Se così fosse il partito di Tsipras sarebbe in grado di assicurarsi l’autonomia con 151 seggi in parlamento contro gli 80 della destra di Samaràs. Con l’avvicinarsi delle elezioni l’impressione è che si rafforzi il clima di cambiamento nel paese ed è indicativo che nello stesso sondaggio il 66% degli intervistati prevede una vittoria di SYRIZA alle elezioni, contro il 22% di Nea Dimocratia.

Intanto, si preparano al salto della quaglia alcuni dei principali mezzi di comunicazione in Grecia, gli stessi che finora hanno sostenuto a spada tratta il governo e le sue politiche antipopolari. E parliamo di navi ammiraglie nel panorama dell’informazione greca.

Diventa commentatore del principale notiziario del canale MEGA il giornalista dell’Avghì (ed ex direttore del quotidiano comunista Rizospastis) Thanasis Karteròs. E nella sua edizione domenicale il quotidiano Vima (del Gruppo Giornalistico Lamvrakis) apre con un pezzo intitolato “La storica occasione della Sinistra”, particolarmente favorevole a SYRIZA che prevede la vittoria di Alexis Tsipras alle prossime elezioni con almeno 5 punti di vantaggio.

A dieci giorni dalle cruciali elezioni politiche in Grecia, sulle agenzie italiane, vengono citati solo i sondaggi che confermano il primato di Syriza su Nea Dimokratia ma senza i margini ampi di AVGHI. Stando ai risultati di un sondaggio condotto a livello nazionale tra il sette e l’otto gennaio dalla società Kapa Research per conto dell’edizione domenicale del quotidiano To Vima, Syriza ottiene il 28,1% delle preferenze contro il 25,5% di Nea Dimokratia. Al terzo posto si trova To Potami (il Fiume) la nuova formazione politica di centro-sinistra con il 6,5%. Seguono il partito filo-nazista Chrysi Avghì (Alba Dorata) con il 5,4%, il Pasok (socialista, che insieme con Nea Dimokratia forma l’attuale governo di coalizione) con il 5,2% e il Partito Comunista di Grecia (Kke) con il 5%.

Il partito dei Greci Indipendenti (Anel) e il movimento dei Socialisti Democratici, creato pochi giorni fa dall’ex premier socialista George Papandreou, resterebbero fuori dal Parlamento avendo ottenuto rispettivamente il 2,6% e il 2,8% (al di sotto della soglia di sbarramento del 3%). Da parte sua, Sinistra Democratica (DiMar), il partito che per un anno ha fatto parte del governo di coalizione, non raggiunge nemmeno l’1% delle preferenze. Alla domanda su quale sarebbe il miglior primo ministro per la Grecia in questo momento, il 43,9% degli intervistati ha risposto Samaras contro il 36,2% che ha detto di preferire Tsipras, mentre la maggioranza degli intervistati (il 60,7%) giudica negativamente l’operato del governo Samaras e il 61,1% di essi considera in maniera negativa il programma elettorale di Tsipras.

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Francesco Ruggeri

fonte: http://popoffquotidiano.it/2015/01/12/sondaggi-in-grecia-syriza-verso-la-maggioranza-dei-seggi/

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Possibili elezioni Grecia, Syriza vola nei sondaggi. Juncker: “Non vorrei forze estreme al potere”

Tsipras e Juncker al dibattito televisivo delle scorse elezioni europee 
 
Se gli scrutini del Parlamento ellenico per eleggere il presidente della Repubblica condurranno ad un nulla di fatto, si andrà al voto anticipato, con la formazione di Tsipras in vantaggio. Per il Presidente della Commissione il Paese ha bisogno “di persone che capiscano la necessità dei processi europei”
L’idea di possibili elezioni anticipate in Grecia non piace affatto al Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, che lancia un monito ad Atene: “Non vorrei vedere forze estreme al potere”.  A fine mese nel Parlamento greco si teranno tre scrutini per eleggere il presidente della Repubblica, con la probabilità che falliscano in quanto il candidato promosso dal governo in carica dispone di un blocco di voti piuttosto risicato: 155 sui 180 necessari.  Ciò significherebbe andare a delle elezioni politiche anticipate in cui, almeno nei i sondaggi, la favorita è la sinistra radicale di Alexis Tsipras, Syriza. Un’evenienza che a Jean-Claude Juncker non piace, tanto da intervenire, e neanche tanto velatamente, nel dibattito politico di Atene. “Non voglio commentare sulle possibilità di un partito o l’altro, ma preferirei se venisse fuori qualche volto già conosciuto”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea nel corso di un dibattito in onda su Orf, la Tv pubblica austriaca.

Il partito di Tsipras, Syriza, per alcuni sondaggisti risulta essere davanti al centro-destra di Nuova democrazia, del premier Antonis Samaras. Quel che preoccupa il Presidente è che la sinistra radicale greca si è più volte espressa contro le misure di austerità e soprattutto a favore della cancellazione del debito di Atene nei confronti della Troika, , Commissione, Fmi e Bce, che ha eseguito il piano di salvataggio della Grecia nel 2011. Per Juncker, però, è di fondamentale importanza che l’esecutivo ellenico stia nei binari delle regole e dei processi di Bruxelles, per questo auspica che ad Atene ci sia un governo “di persone che hanno un occhio ed un cuore per la gente in Grecia ma che capiscano anche la necessità dei processi europei”.  Tra questi, non è un mistero che il riferimento vada a Stavros Dimas, il candidato a presidente della Repubblica proposto dal governo di centro-destra, commissario europeo per l’Ambiente fino al 2010 ed ex funzionario della Banca mondiale e ministro dell’agricoltura. Uno dei  portavoce della Commissione aveva dichiarato, nei giorni scorsi, che la decisione del governo di Atene di candidare  “un ex commissario ed un convinto europeista è un segnale forte verso l’Europa, una decisione che può aiutare a rimuovere le incertezze nei mercati”.

All’indomani dell’annuncio del primo ministro Samaras di anticipare le elezioni per il Capo di Stato greco (previste il 17, 23 e 29 dicembre), la borsa di Atene aveva registrato un crollo di quasi il 13%, fomentando le preoccupazioni Bruxelles sulla stabilita dei mercati azionari. La mossa del premier ellenico nasconde insidie, in quanto per eleggere il nuovo presidente della Repubblica servono 200 consensi su 300 deputati, che al terzo scrutinio scendono a 180 ma il governo di centro-destra ne ha sicuri solo 155, e pur contando sul probabile sostegno di una flotta parlamentari di Sinistra democratica, potrebbe non raggiungere il quorum richiesto.
 
 
Giuseppe Vargas
 
 
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