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giornalisti e 2 poliziotti sono morti il 7 gennaio 2015 nell’attacco di
tre terroristi contro la redazione della rivista francese Charlie Hebdo,
nel centro di Parigi. I terroristi hanno potuto compiere perfettamente
la loro missione in meno di 10 minuti, dopo di che sono scomparsi. Al di
là delle descrizioni piene di sensazionalismo della stampa generalista,
dobbiamo capire le conseguenze perseguite dagli attentatori, come il
fatto che non hanno piazzato una bomba in posti affollati come stazioni
ferroviarie, aeroporti o treni, non volendo una strage indiscriminata.
I
terroristi hanno preso di mira solo una redazione parigina, pur essendo
consapevoli dell’impatto che averebbe creato la loro azione nell’ordine
dei giornalisti. I giornalisti sono molto più nel mirino dei politici
stessi, sentendosi al tempo stesso molto più vulnerabili, specialmente
se osano non riflettere la realtà nel modo previsto dai terroristi.
Pertanto, lo scopo dei terroristi che hanno colpito Charlie Hebdo
può essere solo spingere le autorità francesi a prendere misure per
controllare la libertà dei cittadini francesi trasformando la Francia in
uno Stato di polizia. A causa dell’impatto mediatico dell’evento, che
ha creato una vera e propria psicosi per estensione, tali misure
determinerebbero un cambio nella vita dei cittadini d’Europa, perché la
Francia è uno dei principali Paesi membri dell’Unione europea. Colpita
dalla precisione con cui i terroristi usavano armi automatiche come
l’AK-47, la stampa francese ha tagliato il nodo gordiano scoprendo che
uno degli aggressori aveva seguito, nel 2011, un corso completo di
addestramento militare in un campo di al-Qaida nello Yemen.
Secondo le prove fornite dalla stampa, Arabia Saudita e Qatar hanno
speso più di 4 miliardi di dollari per destabilizzare la Siria
reclutando e addestrando alle armi gli islamisti ed infiltrando
mercenari islamici che combattono con il pretesto d’islamizzare il laico
Stato siriano. In realtà, la massiccia esportazione di terrorismo è
perfetta per gli Stati Uniti, desiderosi di abbattere al più presto
Bashar al-Assad. Arabia Saudita e Qatar hanno recentemente ridotto a
meno della metà il prezzo del petrolio, efficace modalità degli Stati
Uniti per punire la Russia per l’atteggiamento verso la guerra civile
ucraina. Ragione per cui i rapporti di Washington con le monarchie del
Golfo sono ancora più stretti.
Quasi 10000 cittadini dell’Unione europea, insieme ad altre decine di migliaia del Medio Oriente, sono stati reclutati, pagati e inviati in campi segreti per l’addestramento al terrorismo. A parte l’addestramento militare, tali reclute subiscono anche lavaggio del cervello e indottrinamento religioso. È così che si spiega la barbarie dei ribelli islamici, le migliaia di decapitazioni pubbliche, che colpiscono soprattutto poliziotti, sacerdoti ortodossi e cattolici, e anche giornalisti siriani.
L’indottrinamento islamista è pianificato dai
califfati del Golfo e si basa su un ordine islamico che esclude ogni
principio di laicità o l’appartenenza a una religione diversa da quella
islamica. È imposto con strumenti schiavistici, non permettendo altre
politiche, religioni, media e istruzioni che non siano islamici. Arabia
Saudita e Qatar hanno una polizia speciale impressionante, dai poteri
illimitati, chiamata “Commissione per la promozione della virtù e la
prevenzione del vizio” subordinata direttamente al principe ministro
degli Interni.
Tale “polizia” non agisce secondo il codice penale o il
diritto, per il semplice motivo che nei ricchi schiavistici
petrosultanati del Golfo, non esistono. I gruppi armati della
Commissione pattugliano le strade, effettuano perquisizioni notturne,
rapiscono, torturano, arrestano ed effettuano esecuzioni sul posto
quando vogliono e di propria iniziativa, nel nome del Corano. Le ONG per
la difesa dei diritti umani, come “Human Rights“, volubili in
altri contesti, non sono mai loquaci su ciò che accade in Arabia Saudita
o in Qatar. Non prestano attenzione al fenomeno terroristico che tali
Stati ricchissimi, ma schiavistici, suscitano in Europa.
Diverse migliaia di combattenti islamici e cittadini europei, hanno già completato l’addestramento in Siria e ritornano nel Paese d’origine. La chiave che può fermare per sempre, se si vogliono evitare altre tragedie come Charlie Hebdo, risiede nell’indottrinamento islamico, combinata con una buona preparazione nella lotta agli ex-ribelli islamici a Parigi, Berlino, Roma, Londra, Copenhagen, in breve in Europa. Se la fonte del male rimane attiva, continuando a produrre terroristi, non ci sarà mai alcuna vera soluzione prevedibile.
Valentin Vasilescu ACS-RSS – Reseau International
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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