lunedì 12 gennaio 2015

L’attacco terroristico a Charlie Hebdo conseguenza della politica globale occidentale?

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10 giornalisti e 2 poliziotti sono morti il 7 gennaio 2015 nell’attacco di tre terroristi contro la redazione della rivista francese Charlie Hebdo, nel centro di Parigi. I terroristi hanno potuto compiere perfettamente la loro missione in meno di 10 minuti, dopo di che sono scomparsi. Al di là delle descrizioni piene di sensazionalismo della stampa generalista, dobbiamo capire le conseguenze perseguite dagli attentatori, come il fatto che non hanno piazzato una bomba in posti affollati come stazioni ferroviarie, aeroporti o treni, non volendo una strage indiscriminata. 

I terroristi hanno preso di mira solo una redazione parigina, pur essendo consapevoli dell’impatto che averebbe creato la loro azione nell’ordine dei giornalisti. I giornalisti sono molto più nel mirino dei politici stessi, sentendosi al tempo stesso molto più vulnerabili, specialmente se osano non riflettere la realtà nel modo previsto dai terroristi. 

Pertanto, lo scopo dei terroristi che hanno colpito Charlie Hebdo può essere solo spingere le autorità francesi a prendere misure per controllare la libertà dei cittadini francesi trasformando la Francia in uno Stato di polizia. A causa dell’impatto mediatico dell’evento, che ha creato una vera e propria psicosi per estensione, tali misure determinerebbero un cambio nella vita dei cittadini d’Europa, perché la Francia è uno dei principali Paesi membri dell’Unione europea. Colpita dalla precisione con cui i terroristi usavano armi automatiche come l’AK-47, la stampa francese ha tagliato il nodo gordiano scoprendo che uno degli aggressori aveva seguito, nel 2011, un corso completo di addestramento militare in un campo di al-Qaida nello Yemen. 

Secondo le prove fornite dalla stampa, Arabia Saudita e Qatar hanno speso più di 4 miliardi di dollari per destabilizzare la Siria reclutando e addestrando alle armi gli islamisti ed infiltrando mercenari islamici che combattono con il pretesto d’islamizzare il laico Stato siriano. In realtà, la massiccia esportazione di terrorismo è perfetta per gli Stati Uniti, desiderosi di abbattere al più presto Bashar al-Assad. Arabia Saudita e Qatar hanno recentemente ridotto a meno della metà il prezzo del petrolio, efficace modalità degli Stati Uniti per punire la Russia per l’atteggiamento verso la guerra civile ucraina. Ragione per cui i rapporti di Washington con le monarchie del Golfo sono ancora più stretti.

Quasi 10000 cittadini dell’Unione europea, insieme ad altre decine di migliaia del Medio Oriente, sono stati reclutati, pagati e inviati in campi segreti per l’addestramento al terrorismo. A parte l’addestramento militare, tali reclute subiscono anche lavaggio del cervello e indottrinamento religioso. È così che si spiega la barbarie dei ribelli islamici, le migliaia di decapitazioni pubbliche, che colpiscono soprattutto poliziotti, sacerdoti ortodossi e cattolici, e anche giornalisti siriani. 

L’indottrinamento islamista è pianificato dai califfati del Golfo e si basa su un ordine islamico che esclude ogni principio di laicità o l’appartenenza a una religione diversa da quella islamica. È imposto con strumenti schiavistici, non permettendo altre politiche, religioni, media e istruzioni che non siano islamici. Arabia Saudita e Qatar hanno una polizia speciale impressionante, dai poteri illimitati, chiamata “Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio” subordinata direttamente al principe ministro degli Interni. 

Tale “polizia” non agisce secondo il codice penale o il diritto, per il semplice motivo che nei ricchi schiavistici petrosultanati del Golfo, non esistono. I gruppi armati della Commissione pattugliano le strade, effettuano perquisizioni notturne, rapiscono, torturano, arrestano ed effettuano esecuzioni sul posto quando vogliono e di propria iniziativa, nel nome del Corano. Le ONG per la difesa dei diritti umani, come “Human Rights“, volubili in altri contesti, non sono mai loquaci su ciò che accade in Arabia Saudita o in Qatar. Non prestano attenzione al fenomeno terroristico che tali Stati ricchissimi, ma schiavistici, suscitano in Europa.

Diverse migliaia di combattenti islamici e cittadini europei, hanno già completato l’addestramento in Siria e ritornano nel Paese d’origine. La chiave che può fermare per sempre, se si vogliono evitare altre tragedie come Charlie Hebdo, risiede nell’indottrinamento islamico, combinata con una buona preparazione nella lotta agli ex-ribelli islamici a Parigi, Berlino, Roma, Londra, Copenhagen, in breve in Europa. Se la fonte del male rimane attiva, continuando a produrre terroristi, non ci sarà mai alcuna vera soluzione prevedibi
le.


Valentin Vasilescu ACS-RSSReseau International

John-McCain_al_Qaida_Syrie 


Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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