mercoledì 14 gennaio 2015

Penisole e dipendenze

 
Al-Jazeera (penisola) ha anticipato il Qatar nell’azione da potenza mediatica nel dare consistenza esistenziale al piccolo Paese, che sarebbe rimasto una base militare degli Stati Uniti, certamente la maggiore della regione, ma oscuro e difficile da individuare sulla mappa. Nelle ultime settimane, al-Jazeera ha rimosso la sezione sulla Siria, mentre riduce le notizie di apertura sulla questione siriana. Il programma di addestramento dei vari gruppi di oppositori al governo siriano, però, continua in Qatar, in un campo vicino al confine saudita.

Vi sono addestrati elementi dell’Esercito siriano libero, descritto moderato ma inefficace nel compito assegnatogli di rovesciare Bashar al-Assad. La squadra dello sceicco Tamim al-Thani ha anche aderito al Fronte islamico approvato dei Saud, mal disposti verso i Fratelli musulmani, ma che non badano agli esecutori del lavoro sporco nel fare cadere l’alleato di Teheran. La Turchia è ufficialmente pronta a compiere la sua parte del programma di addestramento statunitense che, in tre anni, riguarderà circa 15000 uomini.


Il Congresso ha approvato il finanziamento dell’operazione per combattere ufficialmente il SIIL. Il ministro degli Esteri siriano Walid Mualam ha confermato, in un’intervista a novembre, il tentativo di riconciliazione del Qatar con il suo governo. Da parte sua, il portavoce della Coalizione nazionale siriana d’Istanbul ha annunciato il rifiuto di prendere parte ai negoziati proposti dalla Russia per porre fine al conflitto. Khaled Khoja, capo del CNS da pochi giorni, è molto vicino ai Fratelli musulmani. E’ il quarto capo di tale organizzazione nata al di fuori del territorio nazionale e priva di supporto popolare. Uno dei suoi predecessori, Muaz al-Qatib s’è pentito di aver contribuito alla distruzione del suo Paese.

Gli USA hanno consegnato nel 2014 300 milioni di dollari in armamenti alle forze armate irachene. Dal 2015 forniranno carri armati Abrams, Humvee, MRAP e molti altri giocattoli, come gli M16. L’organizzazione Conflict Armament Research di Londra, ha rivelato che i “jihadisti” del SIIL usano armamenti fabbricati negli USA, la maggior parte forniti dai Saud ai “moderati”. I taqfiristi dispongono di grandi quantità di M16 e razzi anticarro M79. Tutte le condizioni per il prosieguo di una guerra a bassa intensità sono adeguatamente soddisfatte. Tranne le appendici lontane, l’Impero (o sistema) si diverte attentamente a sfruttare la “sovra-estensione” delle proprie forze armate e della propria rete di spionaggio ed operazioni speciali. La Turchia si concentra sui suoi immediati vicini nel contesto della recessione economica globale. La stampa riferisce della scarsità di investimenti esteri nel 2014, a torto attribuendolo alla cattiva politica dell’AKP che certamente pratica favoritismi verso i propri clienti.

Ovunque, la crescita è nulla se non integrata dalla quota del PIL di narcotraffico e prostituzione. Quando periodicamente si annuncia la diminuzione della disoccupazione negli Stati Uniti, si parla dell’attività della ristorazione. La negazione della piena integrazione della Turchia all’Unione europea, così a lungo promessa dai capi quale miglioramento miracoloso del tenore di vita agli elettori turchi, diventa una risorsa. Questo membro della NATO è centrale nell’arsenale di Putin contro l’accerchiamento della Russia. I gasdotti per l’UE dovranno passare per la Turchia, la cui stabilità è vitale. Le piccole rivoluzioni colorate dovranno fare attenzione, saranno facilmente manipolate perché la piccola borghesia urbana è la prima a soffrire della strategia della crescita basata sul debito.

 Erdogan era apparso per un istante il campione della “primavera araba”, anche se l’alleanza militare con l’entità sionista non è mai stata negata, tranne alcune esercitazioni congiunte differite. Tra le molte ragioni per cui la Turchia è divenuta la base dell’opposizione siriana c’è la fedeltà all’obbedienza ‘islamica’, per i forti legami forgiati con il Qatar, altro amico d’Israele, dato il fascino discreto del secondo reddito pro-capite al mondo, dopo il Lussemburgo, e il pressoché infinito flusso di fondi sovrani. Il Qatar è obbligato a rinunciare apertamente a sostenere la Fratellanza, pena l’esclusione dal cartello dei Paesi del Golfo. L’emiro di 34 anni s’è volto all’Egitto di Sisi, lasciando Erdogan senza profondità diplomatica nei Paesi arabi, mentre la Tunisia passa a un regime finanziato dai sauditi.

La crisi siriana è ‘ontologicamente’ legata alla crisi ucraina, anelli della catena per tentare di soffocare la Russia. La mossa del gasdotto dall’Europa meridionale alla Turchia è un modo per allentarla. I “moderati” del CNS ospitati a Istanbul, dall’esistenza artificiale vacua e vuota, continueranno ad essere visti come alternativa al governo siriano? L’incontro dell’inviato dell’ONU e dei ministri degli Esteri dell’UE a metà dicembre, suggerisce un’inversione di tendenza che non chiede più l’esclusione di Bashar al-Assad, in nome di un realismo che prende in considerazione la forza del suo esercito e il supporto della maggioranza del suo popolo. È qui ancora che la Francia appare la più disperatamente intransigente nell’evitare trattative o accordi, anche parziali, che non l’avvantaggeranno al punto da passare per rappresentare degli interessi dei Saud e/o Israele. Questa è la rigidità dottrinale cui si basa l’atteggiamento del governo francese verso la questione nucleare iraniana. Seyed Hossein Moussaoui, ex-diplomatico iraniano e professore di Princeton che passa per portavoce di Obama, supplica la rapida soluzione del problema.

Una volta che la Turchia si sarà parzialmente ritirata dalla NATO, far cadere l’Iran nella trappola degli USA indebolirebbe la posizione russa. Al-Jazeera presta maggiore attenzione ai Paesi nordafricani. Una TV israeliana aveva individuato, prima del loro arresto, gli autori della strage di Charlie Hebdo quali franco-algerini(?). Vista da Pechino, l’Europa appare una penisola del continente asiatico. Alstom ha perso ogni possibilità di partecipare alla costruzione del TGV che collegherà Brest a Shanghai in 48 ore, dato che la Francia non sa onorare i propri contratti. Infine, non solo la crisi ucraina non ha distratto Russia dalla Siria, rimanendo fedele ai suoi impegni, ma al contrario contribuirà a rafforzare il governo di Damasco.

Gli imperi crollano sotto il peso dei loro eserciti. Così fu per l’impero romano come per il califfato abbaside. Il soldato incaricato di mantenere il potere in un ampio territorio, mai pienamente controllato, ne spezza l’unità e la ridimensiona a un principato adattato al suo gruppo. A Baghdad, tra 940 e 1258, il vero potere fu nelle mani dei capi dell’esercito che abolirono il servizio civile del visir. La forza ideologica che aveva presieduto alla nascita della dinastia del Califfato si era esaurita. La farsa della democrazia e della libertà versione statunitense non convince né incanta. La storia abilmente costruita dell’invasione sovietica, mai imminente, a suo tempo ebbe qualche aderenza. Le squallide rappresentazioni dei gruppi islamisti fanatici come pericolo per la civiltà sono pessime, nonostante gli effetti da shock and awe. Gli strumenti della ricomposizione di un’umanità coerente con se stessa, che è tale escludendo un conflitto mortale tra individui e gruppi, già esistono nel mondo. Per quanti anni dobbiamo assistere a tale tremendo collasso?


Badia Benjelloun, Dedefensa

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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