martedì 2 giugno 2015

Gli Stati Uniti non mostrano alcuna volontà di combattere lo Stato islamico

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Avete mai letto il romanzo di Gabriel Marquez Cronaca di una morte annunciata? In caso contrario, leggetelo prima di assimilare l’informazione mozzafiato di Eli Lake nei suoi ultimi commenti su Bloomberg View. Eli Lake è uno dei giornalisti statunitensi più informati in politica di sicurezza ed estera degli Stati Uniti e non vorrei pensarlo indulgere nel realismo magico. Ma i suoi pezzi su Bloomberg potrebbero essere di Marquez.

Permettetemi di riassumere ciò che ha rivelato delle sue conversazioni con la comunità d’intelligence degli Stati Uniti sull’occupazione di Ramadi, Iraq, da parte dello Stato islamico. Secondo Lake (qui e qui):

Gli Stati Uniti avevano “intelligence significativa” sull’imminente offensiva su Ramadi. Cioè, era “un segreto di Pulcinella”. Ma “le regole d’ingaggio” non consentivano attacchi aerei agli USA.

Né le forze irachene a Ramadi furono correttamente informate che l’attacco dello SI era sicuro e che aveva anche acquistato munizioni sul mercato nero. Le forze speciali degli Stati Uniti (di stanza in una base a soli 100 km di distanza), dovevano avere l'”autorizzazione” per entrare in battaglia, che non era immediata.
Ciò che è chiaro è che, mentre gli Stati Uniti limitavano queste misure dopo quasi un anno di nuova guerra in Iraq di Obama, lo Stato Islamico poté occupare la seconda città dell’Iraq, Mosul, e prendere la città strategica di Ramadi“. 
Allora, cos’era la grande campagna di bombardamenti degli Stati Uniti nella regione di Ramadi, in Iraq? Lake rivela:
Le agenzie d’intelligence degli USA poterono osservare le forze e i mezzi dello SI prepararsi alla battaglia decisiva, ma il Pentagono “non ordinò attacchi aerei contro i convogli prima della battaglia“. 
Gli Stati Uniti compirono solo attacchi aerei per distruggere 4 autocarri armati e 2 autobombe dello IS, e colpire anche 25 “postazioni” e 14 altre “attrezzature varie”. Tutto ciò furono gli attacchi alle ‘”posizioni di sosta” dello SI prima e durante la battaglia, mentre non ci furono attacchi reali ai convogli che “viaggiavano su strada all’aperto per Ramadi”. Nel momento cruciale, prima dell’assalto dello SI tra il 3 e il 15 maggio, solo per quattro giorni gli Stati Uniti effettuarono attacchi aerei contro le aree di sosta e i combattenti dello SI. Il numero di veicoli distrutti era risibile rispetto alla forza complessiva usata contro Ramadi. Un ex-colonnello degli Stati Uniti (consigliere del generale David Petraeus) ha valutato:
Gli attacchi furono limitati, tralasciando molti obiettivi che avrebbero potuto essere colpiti. Chiaramente non abbiamo fatto abbastanza per interdire, distruggere e sconfiggere il nemico quando doveva muoversi quasi sempre in spazi aperti“. 
Tuttavia, poche ore dopo la caduta di Ramadi, lo scaricabarile iniziava. Il segretario alla Difesa Ashton Carter si gettò nella mischia per asserire che agli iracheni mancava la “voglia di combattere”. Baghdad ha reagito furiosamente e il vicepresidente Joe Biden dovette intervenire per placare la leadership irachena. L’ultima cosa che si sa è che Carter si propone di “mettere a punto” la strategia degli Stati Uniti in Iraq alla luce della debacle di Ramadi. Bizzarro, quando Carter sapeva da mesi che lo IS si preparava ad assaltare Ramadi, no?

Gli imbrogli fra SI e Stati Uniti rimangono un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma. L’Iran sostiene da mesi che gli aerei statunitensi lanciano clandestinamente rifornimenti sui territori controllati dallo SI in Iraq. Teheran ha appena annunciato che “diverse cellule e squadre” affiliate allo SI sono state scoperte in Iran. Il Ministro della Difesa General Hossein Dehqan ha apertamente accusato gli Stati Uniti di combattere una “guerra per procura” contro l’Iran con l’aiuto dello SI (qui).

Gli Stati Uniti hanno recentemente istituito campi di addestramento in Turchia (oltre che in Giordania) per addestrare la cosiddetta opposizione siriana e ancora la Turchia è la via di transito principale per i combattenti dello SI. Gli apologeti statunitensi potrebbero dire che gli Stati Uniti sono impotenti contro la Turchia (una potenza della NATO, appunto), ma la linea di fondo resta: Cosa fare in tutto ciò? Leggasi la perspicace e accurata analisi di un esperto di Medio Oriente: per battere lo SI, va cacciata la coalizione degli USA.

 MK Bhadrakumar Indian Punchline 30 maggio 2015

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/06/01/gli-stati-uniti-non-mostrato-alcuna-volonta-di-combattere-lo-stato-islamico/ 

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