venerdì 5 giugno 2015

Il potere della massa


Nulla l’uomo teme di più che essere
toccato dall’ignoto.”
(Elias Canetti)

“Massa e potere” è l’opera a cui Elias Canetti dedicò tutta la vita, infatti vi lavorò 38 anni. L'opera, pubblicata nel 1960, esamina i fenomeni della massa e la struttura del potere. Canetti racconta che l’opera gli fu ispirata nel 1922 quando aveva 17 anni, mentre era a Francoforte e venne coinvolto nelle manifestazioni di protesta per l’assassinio di Walter Rathenau. L'importante uomo politico di origine ebrea aveva avuto un ruolo di primo piano nell'Impero tedesco e nella Repubblica di Weimar.

Rathenau fu assassinato da simpatizzanti dell’estrema destra tedesca ostili alla sua politica estera e alle sue origini ebraiche. Ai suoi funerali parteciparono 2 milioni di persone e, nei giorni seguenti, ci furono molte manifestazioni di protesta. Canetti racconta che si trovò dentro l’enorme massa che protestava e sentì l’enorme potere magnetico posseduto dalla massa. Nel 1927 partecipò alla manifestazione di protesta che si concluse con l'incendio del Palazzo di Giustizia di Vienna.

La folla dei manifestanti venne dispersa dalla polizia a colpi di fucile, e con il bilancio di 70 morti. In quel momento Canetti conobbe la potenza distruttiva che possiede una massa furiosa e ebbe il riscontro della reazione violenta del potere. Dalle esperienze che ebbe nacque l’interesse per i fenomeni di massa che esaminò in chiave sociologica, storica, psicopatologica e etnologica producendo un’opera veramente unica nel suo genere.

Canetti afferma che la paura più grande dell’uomo è quella di essere toccato da cose sconosciute o inaspettate, infatti tutto quello che ci avvicina lo studiamo per classificarlo e conoscerlo. Tutte le distanze che poniamo tra noi e gli altri vengono dalla paura. Chiudendoci in casa cerchiamo di sfuggire le minacce e le aggressioni, ma rifuggiamo anche dalla ripugnanza di essere toccati. Questo timore non ci lascia neppure quando camminiamo per la strada, andiamo al cinema o saliamo in tram.

In tutti questi contesti sociali, ci viene imposto di essere molto vicini agli altri, però noi evitiamo di toccare gli estranei. E, se veniamo toccati da loro, ci affrettiamo a controllare se non ci abbiano rubato il borsellino. L’aggressività è spontanea nelle persone se si sentono serrate e vengono spinte perché, nel profondo, esse si aspettano qualcosa di minaccioso o insidioso. Il contatto viene percepito come un qualcosa che invade i confini che abbiamo definito per il nostro corpo, che lede la nostra persona.

Anche durante il sonno siamo disturbati se accade un contatto inaspettato. Solo la permanenza nelmassa libera l’uomo dal timore di essere toccato, afferma Canetti, perciò la massa diventa il contesto in cui la paura si capovolge nel senso opposto. Ma, per superare questa paura di essere toccati, è necessario entrare in una massa densa di corpi accalcati ad altri corpi. Ma, dal momento in cui entriamo nella massa non temiamo più nulla perché ci sentiamo tutti uguali.

Chiunque ci spinge e ci viene addosso diventa come il nostro corpo. Nella massa tutto diventa un unico corpo perché tutte le differenze non esistono più. Questo è il motivo principale per cui si entra nella massa. Quanto più gli uomini si addensano uno all'altro e tanto più si sentono sicuri, perciò non sentono più paura uno dell’altro. Il capovolgimento della paura in sicurezza è primario nell'aderire alla massa.

Il fenomeno enigmatico e universale della massa è imprevedibile, perché una massa si forma improvvisamente dove prima non c’era nulla. Ma, all’improvviso, da ogni luogo affluiscono molte persone che creano l'assembramento che non c’era. Si direbbe che ognuno sia in contatto con l’altro ma, in realtà, tutti agiscono come se avessero una stessa meta. E la meta è posta dove il nero è più nero, cioè nel luogo dove è raccolta la maggioranza.

Ma molto ci sarebbe da dire sulle masse di tipo spontaneo, perché una massa molto raramente è di questo genere. Se osserviamo il fenomeno in forma spontanea vediamo che, a prescindere dal gruppo delle prime 10-20 persone originarie, la massa resta raramente spontanea perché essa vuole crescere sempre più. La spinta a crescere sempre è la prima tendenza del fenomeno, infatti la massa cerca di prendere, afferrare e coinvolgere chiunque passa accanto.

Chiunque può unirsi alla massa, perché essa è aperta finché non cessa di crescere, ma allora rischia di disgregarsi. Nella forma spontanea, essa è molto vulnerabile perché la sua stessa apertura la mette in pericolo. In contrasto con quella aperta c’è una massa chiusa che, in nome della durata rinuncia alla sua crescita perché vuole avere una vita più lunga. E la massa chiusa fissa i confini, perché gli accessi ai suoi spazi vengono misurati e fissati.

Quei confini vanno rispettati, siano fatti con le muraglie oppure con le usanze. Non è difficile vedere che viene fissata una tassa di accesso per concedere di far parte della massa chiusa. Anche se lo spazio fosse chiuso e limitato fino a traboccare, l’importante è restare dentro perché chi è fuori è l'escluso. La massa guadagna in durata ciò che sacrifica in possibilità di incremento, ma deve difendesi dalle influenze esterne.

Il fenomeno più temibile è lo scarico della sua forza, ma la massa esiste solo se può scaricare la sua forza. E quando accade la scarica di potenza tutti si sentono uguali, perché cadono tutte le differenze di rango, di condizione e di proprietà. L'uomo soffre queste differenze che lo spingono a tenersi lontano dai suoi simili e distaccarsi sempre più dagli altri. Tutta la vita si basa sulle distanze, perciò ognuno tende a rinchiudersi in se stesso e isolarsi nel suo mondo e nella sua casa.

Anche la libertà di movimento e relazioni si riduce a causa di questo meccanismo. Nessuno può avvicinarsi all'altro se le società crea un posto diverso per le persone. Quando accade questo le persone sanno che non possono toccare chi sta più in alto, o non possono scendere verso quelli che stanno molto più in basso nella scala sociale ma, nella massa, queste distanze non esistono perché esse si annullano.

Nella scarica della massa tutti si sentono uguali perciò il sollievo che si prova è enorme. Spesso si sente del potere distruttivo delle masse, perché questo è l'aspetto più evidente. E questo aspetto distruttivo è il motivo principale per cui le persone vogliono diventare una massa, dice Canetti. Il suono degli oggetti che vengono distrutti accresce il loro piacere, perché tutto quello che viene distrutto è diventato il simbolo del potere che si vuole cancellare.

La distruzione non è altro che l'attacco portato su tutti i fronti, perciò nulla più si frappone tra ai confini che furono imposti e la persona li ha subiti. Il singolo si sente felice perché vengono abolite tutte le limitazioni che lo opprimevano. Il peso delle differenze è eliminato e ognuno si sente liberato.

Canetti dice che, alla “massa nuda tutto appare come la Pastiglia” perché l’annientamento delle prigioni assume sempre un valore simbolico. La massa vera e propria è quella massa che si immagina di diventare sempre più grande perciò si può dire che anela a diventare infinita. E anche l’enorme incremento delle metropoli che è così tipico della nostra epoca moderna segue questi stessi schemi.

Le masse chiuse dei tempi passate avevano un ruolo particolare. Allora si radunavano le masse per adempiere a scopi religiosi, festivi o guerreschi, perciò un fine comune serviva a consacrare l’atto di associarsi. Tutte le regole e le cerimonie che regolavano le istituzioni del passato tendevano a catturare una massa, perciò frequentare la chiesa, partecipare alle riunioni e così via diventava una ripetizione rassicurante con cui si assicurava, alla massa, un’esperienza addomesticata.

Tutte le ribellioni contro i cerimoniali di cui narra la storia delle religioni sono rivolte alle limitazioni della massa. Queste rivolte avvenivano quando i tempi, le caste oppure le chiese diventavano troppo opprimenti. Infatti lo scoppio accade quando una massa chiusa vuole diventare una massa aperta.

E fra i tasti più sensibili della massa che vengono più usati c’è qualcosa che si può indicare come forte senso di persecuzione, come irosa suscettibilità oppure come eccitabilità che si scatena contro dei nemici indicati come tali. Perciò tutte le azioni dei nemici vengono indicate come malvagie, come il frutto di una mentalità negativa che si rivolta contro la massa, oppure come l'intenzione preconcetta di voler distruggere la massa.

Per capire questo senso di inimicizia e di persecuzione che viene usato, si deve tener conto che la massa vuole sempre aumentare. Perciò la percezione dell'aggressione esterna tende a rinforzarla. L’aggressione esterna la rende più forte mentre, invece, l’aggressione interna è veramente pericolosa. L’aggressione che viene dall’interno si fonda sulle voglie personali, perciò è percepita come il gesto del traditore.

Ogni volta che viene usato un senso di persecuzione si offre un nutrimento alla massa. Infatti si cerca di allontanare la Quaresima di una massa che non riesce a crescere, e le religioni sanno usare il metodo con molta maestria. Le religioni che hanno pretese di universalismo modificano molto spesso il tono della propaganda, perché devono cercare di raggiungere e convincere tutti.

Ogni singola anima va conquistata, però si sa che è molto difficile durare, infatti si creano istituzioni che garantiscono la stabilità. Ma quelle istituzioni diventano un peso se acquistano una vita autonoma e addomesticano l’impeto della propaganda originaria. Nelle religioni si sente la necessità di raggruppare i fedeli in unità separate per ridurre la loro tendenza a disgregarsi oppure a crescere troppo. Queste religioni desiderano avere dei fedeli obbedienti come pecore perciò lodano la loro obbedienza.

Così accade che i fedeli vengano spinti rinunciare alla tendenza essenziale della massa ossia ad avere una crescita. Si limitano a dare la finzione di un’uguaglianza che non verrà mai ottenuta sul serio. Ma i fedeli si mantengono nei moderati confini imposti, e nella direzione che gli viene indicata. Quei fedeli fissano volentieri la meta della loro gratificazione a lunga distanza. La pongono nell'aldilà che sarà a venire, e che dovranno meritare con molto sforzo e molta sottomissione.

Ma converrà riassumere le caratteristiche salienti del fenomeno per tentarne una classificazione. E il primo tratto è quello che la massa vuole crescere perciò non ama limitazioni alla sua estensione. Laddove vengono posti dei limiti artificiali, le istituzioni che tendono a usare delle masse chiuse, devono mettere in conto che uno scoppio distruttivo divenga possibile, infatti spesso avviene.

All’interno della massa regna l’uguaglianza, perciò ogni volta che si enfatizza troppo l’uguaglianza si sappia che si vuole creare una massa. Il fattore ulteriore del fenomeno è che la massa non può essere concentrata in modo eccessivo, perché se essa ha consapevolezza del potere della sua concentrazione, è quello l’istante in cui è facile possa avvenire lo scoppio.

L’altro fattore primario è che la massa ha bisogno di una direzione comune. Quel fine comune serve per rinforzare la sensazione di essere tutti uguali. La meta comune verrà posta oltre il fine del singolo, e serve perché le mete private e personali sono la morte per una massa. Per la durata della massa avere una meta condivisa è un fattore indispensabile, e orientare l'obiettivo sempre più lontano nel tempo è importante.

Si fa in modo che la meta sia difficile da raggiungere perché questo è essenziale per la sopravvivenza della massa. Ognuna di queste cose può essere presente in misura maggiore o minore, a seconda che l’istituzione metta a fuoco una caratteristica piuttosto che l’altra. Questi meccanismi non vengono usati solo dalle religioni ma anche dalla società, dai partiti, e in tutti i contesti in cui vogliono controllare le persone.

 
Buona erranza
Sharatan 
 
 

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