giovedì 4 giugno 2015

La tua consapevolezza è uno specchio.

 

Quando agisci con consapevolezza agisci totalmente, perché quando agisci con consapevolezza ci sei dentro, completamente dentro. La mente non va da nessuna parte, la mente non esita; non c’è alcun altro pensiero, perché se è presente un altro pensiero, la consapevolezza non può esistere.

La consapevolezza esiste solo quando non c’è alcun pensiero. E quando sei davvero consapevole, la chiarezza è così intensa, trasparente che non c’è alcun pensiero tra e te e l’azione. Quando non c’è pensiero tra l’attore e l’azione, l’azione è totale e tutte le azioni totali sono belle, perché non lasciano traccia dietro di sé, non creano karma, non lasciano impressioni.

È come se la consapevolezza fosse uno specchio. Davanti allo specchio c’è un bambino e lo specchio lo riflette; poi c’è un giovane uomo e lo specchio riflette il giovane uomo; poi c’è un vecchio davanti allo specchio e lo specchio riflette il vecchio. E quando tutti se ne sono andati resta semplicemente uno specchio che non riflette niente, se ne sta lì.

La tua consapevolezza è uno specchio.

Questa metafora dello specchio è tremendamente significativa. Vi sarà molto utile nel cammino se la comprendete bene. La consapevolezza rimane indietro a guardare. È un testimone. Le cose vanno e vengono… proprio come in un film. Sei seduto al cinema; sullo schermo vanno e vengono molte cose.

Qualche volta ti identifichi anche. Qualche volta ti identifichi con un attore. Magari è bello, potente, ha charme, grazia e personalità, ti colpisce, ha del carisma: ti identifichi, ti dimentichi di te stesso. Per un attimo cominci a pensare di essere tu. Qualche volta accade che c’è una scena molto triste e tu cominci a piangere.

I tuoi occhi si bagnano… e non c’è niente sullo schermo, solo luci e ombre di passaggio. E tu lo sai, ma per un attimo te ne sei dimenticato. E quando te lo ricordi cominci a ridere di te stesso: “Cosa stai facendo? Piangi?”.

E succede anche mentre leggi un romanzo. Ma almeno sullo schermo c’è qualcosa. Leggendo un romanzo non c’è niente, niente schermo, niente attori, niente. Il romanzo va avanti solo nella tua fantasia. E improvvisamente a volte ti senti molto felice e qualche volta ti senti molto triste; l’atmosfera del romanzo comincia a impossessarsi di te.

Questo è esattamente ciò che accade nella vita. La vita è un grande palcoscenico, un grande dramma. Ed è molto complesso, perché tu sei l’attore e sei il regista e sei il film e il proiettore e sei anche il pubblico. Sei fatto a strati: una parte gioca il ruolo dell’attore, un’altra fa il regista, un’altra funziona da schermo e un’altra fa da proiettore. E dietro a tutto ciò c’è la tua vera realtà, il testimone che osserva solamente.

Questo osservatore…

Quando cominci a sentire la sua esistenza, quando cominci ad abituartici, a essere in armonia con lui, allora cominci a vedere ciò che Buddha intende quando dice che la consapevolezza è uno specchio. Lo specchio non viene mai contaminato, sembra soltanto.

Puoi mettere un mucchio di letame davanti allo specchio; naturalmente lo rifletterà, ma non per questo ne sarà contaminato, inquinato. Non diventerà impuro perché riflette un mucchio di concime o di letame. Rimane puro. Sposta il letame e lo specchio sarà lì in tutta la sua purezza. Anche mentre rifletteva il letame non ne era contaminato. Quindi qualsiasi cosa sia impura è solo un riflesso; qualcosa che viene specchiato.

Osho

fonte: http://risvegliati.altervista.org/la-tua-consapevolezza-e-uno-specchio/

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