L’inettitudine
dell’amministrazione Obama non conosce limiti in politica estera. In
realtà, segue le passate amministrazioni di questa nazione, quando si
tratta di Medio Oriente, Nord Africa e Sud-Est asiatico. Tuttavia, a
differenza delle passate amministrazioni che avviarono politiche di
destabilizzazione, è chiaro che l’amministrazione Obama fa degli USA una
barzelletta, perché anche gli alleati sono confusi.
Pertanto, il
Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin è intento finalmente a
cercare di affrontare la crisi in Siria. Dato questo fatto, la doppia
agenda della Federazione Russa si concentra sulla crescente minaccia del
terrorismo internazionale e ad impedire un altro Stato fallito creato
dalle brutali azioni delle potenze di Golfo e NATO contro il governo
della Siria. Naturalmente, vi sono altre aree importanti, ma queste due
aree sono di maggiore importanza.
In effetti, se si guarda alla crisi
dei migranti in Europa e Medio Oriente, appare chiaro che USA e loro
alleati ne sono prevalentemente responsabili. In Afghanistan negli anni
’80 e all’inizio degli anni ’90, USA, Cina, Pakistan, Arabia Saudita,
Regno Unito e gli altri Stati del Golfo, hanno supportato e finanziato
il terrorismo internazionale. Sono tali nazioni che crearono al-Qaida, i taliban (soprattutto il Pakistan) e vari altri gruppi settari terroristici sunniti.
Ex-Jugoslavia e Kosovo
Dopo l’Afghanistan, Germania e altre nazioni europee chiesero frettolosamente lo smembramento dell’ex-Jugoslavia. Data la terribile eredità del fascismo croato della Seconda Guerra Mondiale e delle unità SS di bosniaci musulmani che massacrarono i serbi ortodossi, per non parlare delle convulsioni dell’impero ottomano e della brutalità austriaca, appare chiaro che la Jugoslavia aveva bisogno di aiuto e sostegno nel risolvere la crisi. Tuttavia, successe il contrario e USA, Iran, Turchia e molte nazioni musulmane si schierarono con al-Qaida e le altre forze terroristiche islamiste seguendo i sogni della Fratellanza musulmana di Alija Izetbegovic in Bosnia.
Dopo l’Afghanistan, Germania e altre nazioni europee chiesero frettolosamente lo smembramento dell’ex-Jugoslavia. Data la terribile eredità del fascismo croato della Seconda Guerra Mondiale e delle unità SS di bosniaci musulmani che massacrarono i serbi ortodossi, per non parlare delle convulsioni dell’impero ottomano e della brutalità austriaca, appare chiaro che la Jugoslavia aveva bisogno di aiuto e sostegno nel risolvere la crisi. Tuttavia, successe il contrario e USA, Iran, Turchia e molte nazioni musulmane si schierarono con al-Qaida e le altre forze terroristiche islamiste seguendo i sogni della Fratellanza musulmana di Alija Izetbegovic in Bosnia.
Il risultato della rapida
destabilizzare della Jugoslavia furono i massacri in Bosnia e Croazia
(Krajina serba). Allo stesso modo, le trame estere, tra cui l’asse delle
élite politiche di Ankara, Teheran, Washington e molti altri, permisero
ad al-Qaida e altri jihadisti internazionali di entrare in Bosnia.
Inoltre, restano le immagini che mostrano chiaramente le Nazioni Unite
(ONU) aiutare i terroristi coi loro mezzi in Bosnia. Inoltre, l’embargo
militare fu manipolato da USA, Iran, Turchia e molti altri, quindi i
militari crearono le forze armate croate, musulmane bosniaci e jihadiste
internazionali grazie alle varie nazioni anti-serbe e alle Nazioni
Unite.
Non sorprende che la crisi del Kosovo abbia esibito trame simili
e, come al solito, la guerra mediatica giocò un ruolo importante. Allo
stesso modo, l’aspetto umanitario fu manipolato al massimo. Il
risultato, proprio come la pulizia dei cristiani in Iraq e Siria dopo
l’ingerenza di NATO e potenze del Golfo, fu l’esodo dei cristiani
ortodossi dal Kosovo. Gli zingari divennero bersaglio dei nazionalisti
albanesi e poi si seppe che serbi furono squartati per espiantarne gli
organi. Il risultato del rapido smembramento dell’ex-Jugoslavia furono i
massacri etnici e religiosi, la massiccia migrazione verso altre
nazioni europee, la distruzione della cristianità ortodossa in Kosovo,
povertà di massa, dipendenza degli aiuti internazionali del Kosovo del
governo albanese (problemi simili alle aree musulmane bosniache e
croate) e una serie di altri fattori importanti.
In effetti, tali
convulsioni continuano a creare oggi migrazioni di massa perché le aree
come il Kosovo sono rovinate da povertà e corruzione. Allo stesso tempo,
la Macedonia resta profondamente divisa nel 2015, dove i politici
estremisti albanesi del Kosovo manifestano contro i serbi ortodossi e i
jihadisti dai Balcani vanno in Iraq e Siria. Inoltre, la Bosnia resta
divisa internamente (zone bosniaco-musulmana e bosniaco-croato
cattolica) ed è un caso di economica disperata. Allo stesso modo, i
serbi bosniaci subiscono discriminazioni internazionali nelle loro
regioni in Bosnia.
Altra convulsione delle guerre nei Balcani è la rete
di jihadisti internazionali cerata dalle trame di USA, Iran, Pakistan,
Turchia e molti altri. Dopo tutto, la cellula islamista tedesca
coinvolta nell’11 settembre nacque dalla crisi bosniaca e lo stesso vale
per altri. Nel tempo, tale realtà ha fatto sì che i brutali attentati
di Madrid e dell’11 settembre negli USA (e altri attacchi terroristici)
fossero collegati con l’azione nella Bosnia musulmana. Naturalmente,
l’amministrazione del presidente Obama, la Turchia del presidente
Erdogan e vari gruppi terroristici settari sunniti, hanno cercato di
manipolare il legame con gli islamisti balcanici per sconfiggere il
governo laico della Siria.
Libia, Iraq e Siria
La destabilizzazione di Iraq, Libia e Siria ha testimoniato l’avanzata di al-Qaida e negli ultimi tempi lo stesso vale per la minaccia dello SIIL (Stato islamico – SI). In altre parole, le principali potenze secolari sono state attaccate dalle varie politiche ideate dalle potenze del Golfo e della NATO. In Libia e Siria è chiaro che le varie potenze di Golfo e NATO sono colluse con le diverse forze taqfirite, o hanno obiettivi simili nel breve termine. Naturalmente, ogni nazione avrà diverse priorità a lungo termine, ma ciò è di scarso interesse per i numerosi uccisi e mutilati (che continuano a morire in Iraq, Libia e Siria).
La destabilizzazione di Iraq, Libia e Siria ha testimoniato l’avanzata di al-Qaida e negli ultimi tempi lo stesso vale per la minaccia dello SIIL (Stato islamico – SI). In altre parole, le principali potenze secolari sono state attaccate dalle varie politiche ideate dalle potenze del Golfo e della NATO. In Libia e Siria è chiaro che le varie potenze di Golfo e NATO sono colluse con le diverse forze taqfirite, o hanno obiettivi simili nel breve termine. Naturalmente, ogni nazione avrà diverse priorità a lungo termine, ma ciò è di scarso interesse per i numerosi uccisi e mutilati (che continuano a morire in Iraq, Libia e Siria).
Allo stesso tempo, le minoranze religiose sono ancora
perseguitate e uccise in Iraq e Siria dalle varie forze create dalla
destabilizzazione delle maggiori potenze del Golfo e della NATO. Mentre
in Libia il gruppo terroristico confessionale SIIL decapita apertamente
migranti cristiani sulle spiagge e minaccia l’intera comunità copta
ortodossa cristiana della nazione. In altre parole la scomparsa del
Colonnello Gheddafi in Libia, e di Sadam Husayn in Iraq, hanno scatenato
vuoti che non possono essere colmati.
Altrettanto preoccupante,
l’amministrazione Obama, il turco Erdogan e diverse potenze del Golfo
hanno destabilizzato l’Iraq per la seconda volta per la necessità di
rovesciare il Presidente Bashar al-Assad in Siria. Inoltre, mentre la
Libia era ancora sanguinante e lacerata, le potenze del Golfo e della
NATO l’usavano per destabilizzare la Siria e questo vale per il flusso
di armi e terroristi. La guida del jihadismo internazionale in tale
complessa rete di inganni è la Turchia della NATO, seguendo realtà
geopolitiche e politiche di Erdogan.
Non a caso le brutalità delle
maggiori potenze di NATO e Golfo in Iraq, Libia e Siria, sono un numero
imprecisato di rifugiati interni, enormi ondate migratorie, numerose
persone uccise, terrorismo quotidiano, riduzione in schiavitù dei
cristiani e yazidi da parte dello SIIL, settarismo brutale, enorme
povertà, Stati falliti e pulizia religiosa contro alawiti (Siria),
cristiani (Iraq e Siria), shabaq (Iraq), yazidi (Iraq) e altri. Allo
stesso tempo, SIIL e altri gruppi terroristici taqfiriti massacrano
numerosi sciiti. Infatti, musulmani sciiti sono stati massacrati nelle
moschee in Iraq e lo stesso accade sempre più nello Yemen, a causa degli
intrighi delle potenze del Golfo in questa nazione.
Federazione russa e Siria
Alla metà del 2015 appariva chiaro che la crisi migratoria, brutalità di SIIL e Nusra (e altri gruppi settari terroristici), riduzione in schiavitù delle minoranze religiose da parte dei taqfiri, crescente povertà economica e altri fattori importanti, spingevano la Federazione Russa a cercare una soluzione alla crisi in Siria e fare molto di più. La pazienza della Federazione Russa sembra essere finita perché chiaramente USA, Turchia e diverse potenze del Golfo attuano politiche che consentono alla crisi di continuare. In effetti, la Turchia è più preoccupata dai curdi che dallo SIIL e l’unica politica di Erdogan verso la Siria è semplicemente volta a rovesciarne il governo.
Alla metà del 2015 appariva chiaro che la crisi migratoria, brutalità di SIIL e Nusra (e altri gruppi settari terroristici), riduzione in schiavitù delle minoranze religiose da parte dei taqfiri, crescente povertà economica e altri fattori importanti, spingevano la Federazione Russa a cercare una soluzione alla crisi in Siria e fare molto di più. La pazienza della Federazione Russa sembra essere finita perché chiaramente USA, Turchia e diverse potenze del Golfo attuano politiche che consentono alla crisi di continuare. In effetti, la Turchia è più preoccupata dai curdi che dallo SIIL e l’unica politica di Erdogan verso la Siria è semplicemente volta a rovesciarne il governo.
Allo stesso
modo, Qatar e Arabia Saudita (ai ferri corti per i Fratelli musulmani in
Egitto e Libia) supportano vari brutali gruppi terroristici settari
mentre si scontrano in altre parti di Medio Oriente e Nord Africa.
Pertanto, il sangue continua a scorrere e i migranti a fuggire da Libia,
Iraq e Siria. In altre parole, le potenze di Golfo e NATO (e il
Pakistan in Afghanistan) hanno semplicemente destabilizzato delle
nazioni senza dare soluzioni a realtà complesse.
I vuoti emersi sono
stati colmati da settarismo, indottrinamento taqfirita, pulizia delle
minoranze, segregazione delle donne e altre realtà brutali. Data tale
realtà, le élite politiche di Mosca cercano di puntellare la Siria
perché le conseguenze di un altro Stato fallito saranno orrende.
Inoltre, proprio come Afghanistan, Libia e regione del nord del Pakistan
sono diventati campi di addestramento dei vari gruppi terroristici
taqfiri grazie all’ingerenza delle potenze occidentali e musulmani, la
Federazione Russa teme che la Siria sia usata per diffondere il caos
nella regione del Caucaso.
E’ tempo che la comunità internazionale
resista alle solite nazioni che continuano a destabilizzare così tanti
Paesi. In effetti, la crisi dei migranti è chiaramente legata alle
nazioni che seminano caos e odio in Afghanistan, Bosnia, Kosovo, Libia,
Iraq e Siria. Ciò a sua volta ha comportato contraccolpi negativi legati
al crescente terrorismo e a questioni interne pericolose per nazioni
come Egitto, Mali, Pakistan (auto-indotte), Tunisia e altri Paesi
regionali. Pertanto la Federazione Russa ora attua un’azione incisiva in
Siria e spinge la comunità internazionale a svegliarsi sui misfatti del
passato e a concentrarsi sulla stabilità regionale.
Murad Makhmudov, Michiyo Tanabe e Lee Jay Walker, Modern Tokyo Times, 6 fabbraio 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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