Il
presidente turco Recep Tayyip Erdogan è salito al potere da primo
ministro nel 2002, quando il suo Partito Giustizia e Sviluppo (AKP)
vinse elezioni democratiche. All’inizio del dominio dell’AKP in Turchia,
Erdogan e ampi settori dell’economia, della politica, del mondo
accademico, dei media e il movimento religioso islamico moderato guidato
dal carismatico Fethullah Gulen erano tutti d’accordo sulla presenza
dello “Stato profondo” in Turchia.
Questo Stato profondo fomentò tre
colpi di Stato militari in passato. Lo Stato profondo turco, composto da
ufficiali militari e d’intelligence nazionalisti, era noto anche come “Ergenekon”.
Erdogan fu generalmente applaudito da molti turchi quando decise di
passare all’offensiva contro Ergenekon, sradicandone molti attori chiave
e devastando i militari e il servizio d’intelligence della Turchia, il
MIT. Ma Erdogan non si fermò ai militari e al MIT nel ricercare i
cospiratori di Ergenekon.
Diventando sempre più paranoico sui complotti
contro di lui e il suo governo, Erdogan iniziò ad accusare tutti i suoi
avversari politici di essere cabalisti di Ergenekon. Il governo
dell’AKP sempre più islamista cominciò ad accusare giornalisti, curdi,
armeni, accademici, militari, membri della Corte Costituzionale e capi
dei partiti di opposizione di far parte di Ergenekon. Presto, Erdogan
puntò l’ossessione cospirazionista sul suo ex-alleato politico Gulen e i
seguaci conosciuti come gulenisti.
Dopo le elezione presidenziali del
2007, Erdogan e l’alleato Gulen dissero che i congiurati di Ergenekon
volevano abbattere il governo con l’operazione denominata Balyoz. Oltre
300 ufficiali furono arrestati e accusati di tradimento. I documenti
informatici di Balyoz risalivano al 2003, ma erano stati scritti in Word 2007.
Anche se era chiaro che i documenti erano falsi, probabilmente scritti
da sostenitori di Erdogan, il suo governo iniziò ad accumulare un potere
sempre più antidemocratico. In pochi anni, il rapporto tra Erdogan e
Gulen si ruppe. Nel 2013, l’alleanza tra Erdogan e Gulen finì. Gulen
tolse il sostegno a Erdogan. Il primo ministro turco rispose purgando il
governo, tra cui ministri. Erdogan li accusò di essere gulenisti e
membri di un “governo parallelo”. Gli arresti di agenti segreti nel
“governo” aumentarono. Erdogan, che soffre di paranoia delirante, creava
lo stesso “Stato profondo” che credeva lo minacciasse.
E’ chiaro che il tentato colpo di Stato del 15 luglio da una frazione
dei militari turchi era diretto da membri dello “Stato profondo” di
Erdogan, che può essere chiamato “Ergenekon II”. Il tentativo
di golpe, che fece ogni possibile errore di pianificazione, aveva
diversi obiettivi. Primo, Erdogan poté scovare gli ultimi oppositori tra
i militari, vedendo chi affiancava i golpisti. Secondo, Erdogan usa il
tentato colpo per avere ancora più potere, tra l’altro licenziando oltre
2700 giudici in Turchia. Terzo, nel sollecitare i suoi sostenitori ad
andare in piazza, Erdogan rinvigoriva il sostengo ai piani del suo AKP.
Gli imam esortarono i turchi a supportare Erdogan con messaggi
amplificati dagli altoparlanti in cima ai minareti di tutta la Turchia,
su ordine della Direzione affari religiosi della Turchia, ente del
radicalismo sunnita. Il colpo del 15 luglio era destinato a fallire, per
opera di Erdogan.
Anche se il colpo di Stato era iniziato come classico
rovescio dei militari di un governo civile, occupando punti strategici:
i due ponti di Bosforo, l’aeroporto internazionale di Istanbul, la TV
statale TRT e il quartier generale dello Stato Maggiore Generale di
Ankara, era però stato progettato per fallire e dare ad Erdogan la
spinta necessaria del sostegno popolare. Resta un mistero come i
golpisti, che stranamente limitarono le azioni per occupare alcuni, ma
non tutti i centri strategici, potessero, allo stesso tempo, riuscire a
chiudere la maggior parte dei social media in Turchia, tra cui Facebook, Twitter e YouTube.
E c’è il problema fastidioso del perché i golpisti non si mossero per
arrestare Erdogan in villeggiatura sul Mar Egeo. Infatti, dopo che
Erdogan lasciò l’hotel di Marmaris, al suo aereo sarebbe stato rifiutato
l’atterraggio nell’aeroporto internazionale Ataturk di
Istanbul, indicato nelle mani dei ribelli.
La propaganda di Erdogan poi
cominciò a diffondere false informazioni secondo cui era in volo
sull’aereo presidenziale alla ricerca di asilo in Germania. La verità è
che l’aereo di Erdogan non si allontanò dallo spazio aereo turco. Anche
se i social media furono chiusi, Erdogan apparve su FaceTime dal suo iPhone alla CNN Turk,
che non era ancora stata occupata dalle forze militari ribelli. Se il
colpo fosse stato un serio tentativo di cambiare il governo, FaceTime sarebbe stato chiuso. CNN Turk, filiale della statunitense Cable News Network (CNN), sarebbe stata bloccata, così come lo fu la televisione di stato TRT. Inoltre, l’agenzia di stampa statale Anadolu
continuò a rilasciare dichiarazioni del primo ministro Binali Yildirim,
sostenendo che il golpe era stato appena sventato.
Un colpo di Stato
reale avrebbe chiuso anche l’agenzia. Dopo che i sostenitori Erdogan
occuparono l’aeroporto internazionale Ataturk, Erdogan atterrò nelle
prime ore del mattino del 16 luglio per incontrare la folla di
sostenitori. Questi irriducibili sostenitori di Erdogan sono con lui da
quando era sindaco di Istanbul. L’aereo di Erdogan atterrò senza
incidenti. In un colpo di Stato autentico, l’aereo di Erdogan sarebbe
stato circondato dai militari e lui sarebbe stato messo agli arresti. In
alternativa, se l’aereo presidenziale insisteva a voler atterrare
contro gli ordini dei militari, sarebbe stato abbattuto.
Generando
ancora più simpatia per sé, Erdogan affermò che il suo hotel di Marmaris
fu bombardato dopo che era andato via avendo appreso del colpo di
Stato. Sarebbe stato anche nell’interesse di Erdogan ordinare il
bombardamento della struttura, così come dell’enorme palazzo
presidenziale di Ankara, raccogliendo ancora più simpatia e sostegno
popolare. I “cospiratori” del colpo di Stato scelsero di colpire nel
momento in cui enormi ingorghi sarebbero nati chiudendo le autostrade a
Istanbul, una metropoli di 15 milioni di persone. Chiudendo tutte le
corsie sui ponti del Bosforo e non mantenendone una corsia aperta,
affinché tornasse a casa dal lavoro, la popolazione si arrabbiò verso il
“colpo di Stato” e i presunti “capi”.
Se il tentativo di colpo di Stato fosse stato autentico, Erdogan sarebbe stato arrestato e incarcerato senza la possibilità di trasmettere un messaggio al popolo turco. I turchi, più di chiunque altro, sanno del crollo del colpo di Stato greco-cipriota contro il presidente cipriota Makarios nel 1974. Dopo che una giunta greco-cipriota annunciò che Makarios era stato estromesso ed ucciso durante il colpo di Stato, Makarios parlò alla nazione da un stazione radio a onde corte di Paphos, Cipro. Makarios annunciò che i golpisti non l’avrebbero mai cacciato da Cipro. Il colpo di Stato fallì.
L’esercito turco conosce bene questa
storia perché sfruttò il colpo di Stato greco-cipriota per invadere ed
occupare la parte settentrionale di Cipro, apparentemente per proteggere
la popolazione turco-cipriota. Erdogan incontrò all’aeroporto una folla
che agitava nuove bandiere turche, dalle pieghe ancora visibili. Questo
è sempre un segno del coinvolgimento di George Soros nelle rivolte
colorate, con manifestanti che sventolano sempre bandiere nuove di
fabbrica. Alcuni sostenitori di Erdogan furono visti agitare le bandiere
nuove del gruppo separatista islamico del Turkestan orientale in Cina,
un gruppo sostenuto da Soros.
L’Open Society Institute di Soros
opera liberamente ad Istanbul e Soros è in rapporti amichevoli con
Erdogan. E’ inoltre degno di nota che il segretario di Stato degli USA
John Kerry, un accolito di Soros, indicasse che avrebbe raccomandato di
estradare Gulen dall’esilio in Pennsylvania, se viene provato che il
religioso fosse dietro il colpo di Stato. Erdogan non avrebbe potuto
chiedere di più dal supporto al suo colpo di Stato sotto falsa bandiera,
che aveva due obiettivi: imporre una nuova Costituzione alla Turchia
che darà ad Erdogan poteri dittatoriali e prendere Gulen mettendolo in
prigione o peggio. Le dichiarazioni di Kerry sono inani come lo era
l’impiego di Barack Obama di Erdogan come consulente su Medio Oriente e
questioni islamiche. Obama poteva fare di peggio chiedendo pareri al
califfo a capo dello Stato Islamico.
Il tentato colpo di Stato in Turchia è una combinazione tra incendio del Reichstag in Germania orchestrato dai nazisti nel 1933, attribuito ai comunisti per permettere ad Adolf Hitler di demolire la Costituzione tedesca, ed Operazione Valchiria, il complotto militare per uccidere Hitler nella sua tana nella Prussia orientale del 1944. Attendendo abbastanza a lungo per vedere chi aderiva al suo finto colpo di Stato in Turchia, Erdogan ha seguito Hitler che aspettò di rivolgersi alla nazione tedesca finché tutti i sostenitori di Valchiria si svelarono.
Fu allora che Hitler ordinò arresti ed esecuzioni dei
golpisti. Dopo il crollo del colpo di Stato turco, Erdogan è
immediatamente passato a far arrestare veri o sospetti golpisti
catturati con una classica operazione “carta moschicida”. Erdogan si
crede un sultano ottomano dei nostri giorni, e ora si vede anche come un
capo assediato. Erdogan è più pericoloso che mai e la Turchia ha in
serbo un futuro molto cupo, davvero.
Wayne Madsen Strategic Culture Foundation 20/07/2016
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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