Reciproco nutrimento tra terra e ortaggi: questa è la base della tecnica nata da Fukuoka e perfezionata da Hazelip
La prima domanda che viene in mente è: ma che vuol dire “sinergico”? Cosa c’entra con l’orto?
Si
tratta di far lavorare piante e terreno insieme, in sinergia: le piante
nutrono il terreno, e il terreno nutre le piante. Non solo un’armonia
tra apparenti opposti, ma una vera e propria scienza che studia il
complesso rapporto tra i microrganismi che vivono nel terreno, i
minerali, l’ossigeno, l’acqua, e come questo insieme possa far
prosperare piante da orto in modo pari a quello delle più sofisticate
tecniche agronomiche chimiche.
Una cosa è certa: dopo che avrai conosciuto l’orto sinergico, non guarderai al tuo orto nello stesso modo!
Masanobu Fukuoka e La rivoluzione del filo di paglia
Tutto inizia con questo grande libro del microbiologo giapponese, diventato celebre promotore di un nuovo modo di pensare l’orticoltura.
Tutto inizia con questo grande libro del microbiologo giapponese, diventato celebre promotore di un nuovo modo di pensare l’orticoltura.
Fukuoka partì da una ricerca interiore per dare un senso alla sua vita, quindi l’intero testo riverbera la saggezza del raggiungimento di obiettivi filosofici, pratici e personali, e forse si avvertirà un misticismo tipico del mondo orientale che, però, non deve scoraggiare. La tecnica da lui nata è infatti molto praticata in tutto il mondo, ed è possibile che abbiate visto un orto sinergico senza sapere fosse tale.
Fukuoka coniò il termine wu wei,
il “non fare”, il suo modo di gestire il grande appezzamento di terra
nella parte meridionale del Giappone era infatti improntato al minor
disturbo possibile da parte dell’uomo al terreno e all’ambiente
circostante. Quando scrisse il caposaldo dell’agricoltura sinergica,
Fukuoka non arava la terra da oltre 25 anni, ottenendo raccolti di
frutta e cereali paragonabili a quelli della grande produzione
industriale con mezzi chimici.
L’orto sinergico vero e proprio nasce con Emilia Hazelip
Quando Emilia Hazelip, che già da anni ricercava metodi di coltivazione naturali, fu folgorata dagli scritti di Fukuoka, decise di applicarli in Europa. A sua stessa detta, il primo risultato fu “così deludente” da farle capire che le tecniche spiegate da Fukuoka non erano affatto applicabili a climi secchi e mediterranei.
Quando Emilia Hazelip, che già da anni ricercava metodi di coltivazione naturali, fu folgorata dagli scritti di Fukuoka, decise di applicarli in Europa. A sua stessa detta, il primo risultato fu “così deludente” da farle capire che le tecniche spiegate da Fukuoka non erano affatto applicabili a climi secchi e mediterranei.
Modificò quindi la pratica di Fukuoka, coniando il termine “orto sinergico”, cioè un orto autofertile, che si mantiene per un tempo indefinito. L’agricoltura sinergica è infatti una componente importante della permacoltura, ideata da Bill Mollison.
Nel libro Agricoltura sinergica, scritto da Hazelip e la libera scuola di agricoltura sinergica omonima, si legge un chiaro atto di accusa contro lo scientismo moderno e contemporaneo, eppure non c’è misticismo né filosofia nelle pratiche da lei definite, ma una profonda conoscenza della biologia del suolo e delle complesse interazioni tra batteri, funghi, elementi minerali del terreno, ossigeno, acqua, e una esperienza sul campo maturata in decenni di lavoro.
L’insegnamento più grande di Hazelip è che non esiste un metodo universale per la coltivazione sinergica, ma degli adattamenti alla tipologia di suolo e di clima che devono essere studiati con attenzione (ecco perché lei stessa sosteneva che l’agricoltura sinergica non è il “non fare”).
I quattro principi dell’orto sinergico
Hazelip mantenne i quattro principi dell’orto naturale concepito da Fukuoka:
Le erbacce non vanno tolte, ma contrastate con altri tipi di piante, oppure vanno semplicemente spezzate sotto il colletto e lasciate decomporre sul terreno.
Hazelip mantenne i quattro principi dell’orto naturale concepito da Fukuoka:
- nessuna lavorazione del terreno
- nessun diserbo, né manuale né chimico
- nessun fertilizzante, solo pollina o compost, ove necessario. Niente sovescio
- nessun pesticida (e in generale nessun prodotto deterrente, neanche ecologico o biologico)
Le erbacce non vanno tolte, ma contrastate con altri tipi di piante, oppure vanno semplicemente spezzate sotto il colletto e lasciate decomporre sul terreno.
I fertilizzanti alterano la qualità del suolo e anche a medio-lungo termine, lo impoveriscono, costringendo a ricorrere a fertilizzanti ancora più potenti e in dosi maggiori.
Insetti e altri animali non devono essere combattuti, neanche con metodi biologici (come il macerato o il decotto d’aglio) o con insetti predatori (ad esempio le coccinelle). Questo porterebbe ad uno squilibrio biologico. Un orto sinergico ben tenuto e avviato è sano, e raramente le piante si ammalano o sono preda di insetti, che comunque non sono distruttivi come nelle monocolture.
Il potere rigenerativo della paglia
Nel suo podere Fukuoka coltivava soprattutto cereali, e aveva quindi a disposizione una gran quantità di paglia (che contiene cellulosa e si degrada lentamente). Una volta pulite le spighe, lasciava la paglia a decomporsi direttamente sul terreno. Tutta la paglia che il campo produceva veniva redistribuita sulle colture. Così facendo si crea una sorta di “compost” di superficie, nel quale i microrganismi demoliscono i resti, e l’acqua piovana li integra nel terreno.
Nel suo podere Fukuoka coltivava soprattutto cereali, e aveva quindi a disposizione una gran quantità di paglia (che contiene cellulosa e si degrada lentamente). Una volta pulite le spighe, lasciava la paglia a decomporsi direttamente sul terreno. Tutta la paglia che il campo produceva veniva redistribuita sulle colture. Così facendo si crea una sorta di “compost” di superficie, nel quale i microrganismi demoliscono i resti, e l’acqua piovana li integra nel terreno.
Inoltre la paglia provvede anche a una pacciamatura tale che non crescano le erbacce ed è un efficace metodo dissuasorio per gli uccelli.
Alla paglia va aggiunto tutto il residuo verde delle piante, e se necessario, in terreni poveri, della pollina, anche fresca.
Lotta alle infestanti
Naturalmente a questo punto sarete curiosi di sapere come l’agricoltura sinergica prenda la questione delle infestanti. Semplicemente – dice Fukuoka – mi sono accorto che nel momento in cui smettevo di togliere le erbacce e zappare il terreno, queste diminuivano.
Poniamo il caso, quello più frequente, di trovarsi alle prese con un orto precedentemente coltivato in maniera tradizionale, quindi con fertilizzanti e erbicidi. Il primo passo da fare è rigenerare il terreno, e su questo l’orto sinergico impone pazienza, anche tre anni per avere un terreno pulito, vivo e sano.
Naturalmente a questo punto sarete curiosi di sapere come l’agricoltura sinergica prenda la questione delle infestanti. Semplicemente – dice Fukuoka – mi sono accorto che nel momento in cui smettevo di togliere le erbacce e zappare il terreno, queste diminuivano.
Poniamo il caso, quello più frequente, di trovarsi alle prese con un orto precedentemente coltivato in maniera tradizionale, quindi con fertilizzanti e erbicidi. Il primo passo da fare è rigenerare il terreno, e su questo l’orto sinergico impone pazienza, anche tre anni per avere un terreno pulito, vivo e sano.
Le erbacce si contrastano con altre “erbacce”, cioè con
piante pioniere che migliorano la struttura e i nutrienti nel suolo. Il
trifoglio, ad esempio, è ideale, poiché è una leguminosa
azotofissatrice, è invadente, è bassa (quindi in mezzo potremmo
coltivare altre piante più alte, anche da fiore). Altre piante adatte, a
seconda del terreno, sono le crucifere spontanee, come l’indaco.
Pacciamatura verde
Da non confondere con la concimazione verde, assieme alla quale rappresenta uno dei momenti principali della rifertilizzazione del suolo, specie se sfruttato, povero e infestato da erbacce.
Da non confondere con la concimazione verde, assieme alla quale rappresenta uno dei momenti principali della rifertilizzazione del suolo, specie se sfruttato, povero e infestato da erbacce.
Si seminano piante
pioniere, invadenti, striscianti, preferibilmente appartenenti alla
famiglia delle leguminose, di taglia bassa o comunque inferiore rispetto
alla coltura da impiantare.
Ecco un elenco di piante selvatiche utili nella gran parte del clima italiano:
Ecco un elenco di piante selvatiche utili nella gran parte del clima italiano:
- Trifolium repens (si trova facilmente presso le ditte semenziere che vendono semi per il sovescio)
- Medicago sativa e Medicago lupulina
- Coronilla varia
- Vicia cracca (in foto) o qualsiasi altro tipo di Vicia (veccia), tenendo conto che quasi tutte le specie sono piccoli rampicanti erbacei annuali
- Lupinus angustifolius, L. varius, L. luteus
- Lotus corniculatus
- Indigofera prostrata hytidocarpa e in generale le indigofere
- Cassia biensis
- Hedysarum coronarium, forse la leguminosa da foraggio e mellifera più diffusa in Italia
- Astragalus monspessulanus
- Melilotus alba
La concimazione verde
Si tratta di falciare e lasciare sul terreno tutto ciò che rimane della parte aerea della pianta. Tutto deve decomporsi sul terreno, non in compostiera. I residui piccoli possono essere lasciati come sono, mentre quelli più grandi devono essere triturati. A tale proposito è assolutamente indispensabile avere un biotrituratore a scoppio, che sia in grado di sminuzzare detriti anche di un certo spessore. Se raccogliete materiale da altri orti, dal bosco (serve l’autorizzazione), dai campi incolti, siate sicuri che non ci siano patologie in atto, e possibilmente levate eventuali limacce o chiocciole.
Si tratta di falciare e lasciare sul terreno tutto ciò che rimane della parte aerea della pianta. Tutto deve decomporsi sul terreno, non in compostiera. I residui piccoli possono essere lasciati come sono, mentre quelli più grandi devono essere triturati. A tale proposito è assolutamente indispensabile avere un biotrituratore a scoppio, che sia in grado di sminuzzare detriti anche di un certo spessore. Se raccogliete materiale da altri orti, dal bosco (serve l’autorizzazione), dai campi incolti, siate sicuri che non ci siano patologie in atto, e possibilmente levate eventuali limacce o chiocciole.
Alternate strati di materiale più acquoso a materiale più secco. La degradazione libera nel terreno una gran quantità di sostanze utili (vitamine, antibiotici naturali, minerali, ecc. ) che porta alla produzione di humus e alla complessa rete di microrganismi chiamati micorrize.
La concimazione verde si ottiene anche con la piantagione di ortaggi ed erbe spontanee che apportano un miglioramento al tessuto del terreno e ne integrano minerali e humus. Questa è la fase più lunga dell’orto sinergico, per la quale bisogna attendere anche anni. Si possono fare diversi cicli con piante annuali o perenni, o anche piantagioni miste. Le piante d’elezione sono le leguminose, le crucifere e le graminacee. Si possono anche fare dei miscugli.
Ortaggi da radice per areare il suolo
Ma come si arieggia il suolo se non si può vangare? Tutta l’agricoltura sinergica è basata sull’interazione tra il terreno e le piante. Il terreno perciò non deve essere mai calpestato o compattato con mezzi meccanici.
Ma come si arieggia il suolo se non si può vangare? Tutta l’agricoltura sinergica è basata sull’interazione tra il terreno e le piante. Il terreno perciò non deve essere mai calpestato o compattato con mezzi meccanici.
Quando il terreno è buono è ricco di lombrichi e molti animaletti come le talpe, che aprono piccole gallerie consentono scambi gassosi.
In terreni duri e compattati si dovranno piantare ortaggi da radice, come la barbabietola da foraggio (escludete i ravanelli, che uccidono le micorrize), e una volta ben cresciuti, vanno tagliati al di sotto del colletto, lasciando le radici a marcire nel suolo, quindi fornendo nutrimento al terreno, e la parte aerea si lascia decomporre in loco.
Questa tecnica arieggia e nutre il suolo, ma un altro modo per “aprire” un terreno compattato è la ripuntatura, cioè praticare dei tagli verticali nel terreno attraverso uno strumento chiamato ripper o scarificatore. Ne esistono diversi modelli di differenti dimensioni. Si può usare anche la vanga a denti.
Secondo i quattro principi dell’orto sinergico non si pratica mai il sovescio.
Come si costruisce l’orto sinergico?
Partendo da una situazione tipo, cioè un orto o poco o nulla lavorato, o un orto lavorato ma con tecniche tradizionali, la prima cosa da fare è accertarsi che non ci sia una soletta di lavorazione, e nel caso romperla con il ripper.
Partendo da una situazione tipo, cioè un orto o poco o nulla lavorato, o un orto lavorato ma con tecniche tradizionali, la prima cosa da fare è accertarsi che non ci sia una soletta di lavorazione, e nel caso romperla con il ripper.
Se il terreno dovesse presentarsi pieno di rovi o altre erbacce si possono usare gli animali, come anatre, galline e maiali, ma anche capre. Non è raro infatti che gli orti sinergici abbiano un pollaio o un recinto per animali da cortile. I maiali, in particolare, scavano e smuovono il terreno.
Il secondo passaggio prevede sia pacciamatura verde che concimazione verde. Potrete essere messi a dura prova, perché a seconda del vostro terreno, possono volerci anni prima di ottenere un suolo fertile e sano.
L’orto sinergico vero e proprio nasce con i bancali di terra. Si segnano delle corsie alla distanza necessaria per poterci passare in mezzo (eventualmente anche con mezzi meccanici) e si preleva la terra dalle corsie di passaggio per metterla a fianco, creando il bancale, che non deve essere più ampio di 1,20 cm (al massimo 1,50 cm) e lungo a piacere, ma se ogni 4-5 metri ci sono delle interruzioni, il passaggio da un lato all’altro sarà più facile.
Si creano in questo modo sia il bancale che la corsia di passaggio. Non si prende terra diversa o concimata per fare il bancale: è la stessa terra dell’orto. Il bancale non va mai calpestato, e se avete dei dislivelli, create dei terrazzamenti con delle lose per il passaggio.
Semina e disposizione delle piante
Hazelip dà una gran mole di informazioni riguardo alle piante da usare per i bancali, con quale rotazione a seconda dell’anno e dell’esposizione. Per questa grande quantità di dati si rimanda al volume Agricoltura sinergica edito da Terra Nuova Edizioni.
L’irrigazione avviene attraverso un sistema ad ali gocciolanti con filtro, coperto dalla rada pacciamatura di paglia. Va prima sistemato il sistema di irrigazione, e poi le piante, infine la pacciamatura.
Hazelip dà una gran mole di informazioni riguardo alle piante da usare per i bancali, con quale rotazione a seconda dell’anno e dell’esposizione. Per questa grande quantità di dati si rimanda al volume Agricoltura sinergica edito da Terra Nuova Edizioni.
L’irrigazione avviene attraverso un sistema ad ali gocciolanti con filtro, coperto dalla rada pacciamatura di paglia. Va prima sistemato il sistema di irrigazione, e poi le piante, infine la pacciamatura.
In linea generale nella parte centrale del bancale viene collocata la pianta più impegnativa e larga, ai lati quelle di taglia più ridotta. Mentre, come si vede benissimo nella foto, la parte laterale dei rialzi può essere usata come seminiera o per coltivare alliacee, che oltre ad essere poco ingombranti, hanno anche proprietà antisettiche e antibiotiche, nonché repellenti per gli insetti. Possono essere piantati fiori con lo stesso scopo: si userà il Tagetes o il Tropaeolum (attenzione, sono piuttosto invadenti, periodicamente cimateli!).
La spirale delle erbe aromatiche
Un tratto caratteristico degli orti sinergici sono le spirali di erbe aromatiche. Si può usare qualsiasi materiale per contenere la terra, anche copertoni.
Un tratto caratteristico degli orti sinergici sono le spirali di erbe aromatiche. Si può usare qualsiasi materiale per contenere la terra, anche copertoni.
La spirale e il semicerchio sono forme apprezzate dall’orto sinergico, poiché in tal modo si ottimizza l’esposizione al sole (non è un tratto di misticismo, come molti pensano).
La pollina
Nel suo appezzamento a Ehime, in Giappone, Fukuoka elesse a concime la pollina. Fu forse un caso, ma la pollina è a oggi consigliata nell’orto sinergico quanto è sconsigliata nell’agricoltura tradizionale, per la sua fama di “bruciare” le piante.
Nel suo appezzamento a Ehime, in Giappone, Fukuoka elesse a concime la pollina. Fu forse un caso, ma la pollina è a oggi consigliata nell’orto sinergico quanto è sconsigliata nell’agricoltura tradizionale, per la sua fama di “bruciare” le piante.
Sull’alto strato di pacciamatura anche la pollina fresca, in piccole dosi, si degrada abbastanza lentamente da non danneggiare le piante. Secondo i calcoli dell’agricoltura sinergica, 10 anatre coprono 1000 metri quadri, sia per pulirlo che per concimarlo. La lettiera di paglia sarà in concime d’elezione.
L’uso dei tutori
Nell’agricoltura sinergica è previsto un gran numero di tutori, che poi ogni coltivatore reinventa a seconda delle sue esigenze e usando materiali del luogo. I tutori servono per le piante rampicanti, come fagioli, fagiolini, piselli, ma anche per i pomodori, e perché no, per qualche fiore, come dalie o rose.
Nell’agricoltura sinergica è previsto un gran numero di tutori, che poi ogni coltivatore reinventa a seconda delle sue esigenze e usando materiali del luogo. I tutori servono per le piante rampicanti, come fagioli, fagiolini, piselli, ma anche per i pomodori, e perché no, per qualche fiore, come dalie o rose.
L’orto sinergico non usa pesticidi
Niente pesticidi, ma proprio nessuno. L’orto sinergico potrà risultare a volte arruffato, un po’ imperfetto, i cavoli potranno avere una foglia o due bucherellate, ma tutto questo aumenta la biodiversità dell’orto e la sua genuinità.
Niente pesticidi, ma proprio nessuno. L’orto sinergico potrà risultare a volte arruffato, un po’ imperfetto, i cavoli potranno avere una foglia o due bucherellate, ma tutto questo aumenta la biodiversità dell’orto e la sua genuinità.
Amerai ciò che mangi
Alla fine bacerai gli ortaggi, perché saranno davvero puliti e sani, aumentando la tua gioia di vivere e la tua soddisfazione nel praticare l’orticoltura.
Tutti i consigli per il tuo orto
Alla fine bacerai gli ortaggi, perché saranno davvero puliti e sani, aumentando la tua gioia di vivere e la tua soddisfazione nel praticare l’orticoltura.
Tutti i consigli per il tuo orto
Conoscevi l’orto sinergico? Pensi
che potresti provare a convertire il tuo orto? Hai domande, notizie,
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Lidia Zitara
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